29/07/17

IL SENSO DELLA CAMPAGNA PER NADIA LIOCE - intensificarla ed estenderla nella chiarezza

Arrivata, finora, a oltre 1000 firme la sottoscrizione dell'appello per Nadia Lioce:

"PER LA DIFESA DELLE CONDIZIONI DI VITA DELLE PRIGIONIERE POLITICHE
NO AL 41bis PER NADIA LIOCE"

Questo è  soprattutto il risultato della lunga campagna specifica, assunta e lanciata da oltre un anno dalle compagne del Mfpr, che ha contribuito a "tirare fuori" dal silenzio la condizione di Nadia Lioce.
Questa campagna difende l'identità e la dignità rivoluzionaria delle prigioniere politiche, fa conoscere la loro storia contro uno Stato del capitale che le vuole "sepolte vive" non solo fisicamente ma anche e soprattutto politicamente.
L'accanimento dello Stato borghese contro Nadia Lioce doveva e deve essere denunciato ai proletari e alle masse popolari, puntando a una mobilitazione larga.
Questa campagna ha sempre voluto e puntato al fatto che le prigioniere politiche rivoluzionarie  siano parte attiva in questa battaglia.
Questa campagna è parte del NO al 41bis per i prigionieri politici.


Noi su questo ci differenziamo da coloro che non fanno distinzione, da destra o da sinistra, tra prigionieri rivoluzionari, capi mafiosi e nazi-mafia, rinunciando a denunciare una (in)giustizia nettamente di classe e politicamente schierata (vedi ultima decisione su Carminati, il neofascista malavitoso, a capo della Banda della Magliana e di Mafia Capitale).
Giornata dell'eroismo - 19 giugno 2015

Naturalmente anche la campagna per Nadia Lioce dice quello che è e fa quello che è giusto, e non fa di questa compagna il "simbolo" di una "vera lotta rivoluzionaria", perché la lotta rivoluzionaria, per avanzare, deve essere patrimonio di tutto il proletariato, deve essere guerra di popolo.
 
La nostra linea è quella espressa nella celebrazione del 20° anniversario del mfpr, dove abbiamo detto: "...queste nostre compagne, al di là di impostazioni, scelte, concezioni, strategie diverse e alla fine perdenti perchè non basate sulla mobilitazione delle masse nella guerra di popolo contro questo sistema capitalista, hanno avuto il merito di riaffermare, dopo gli anni della Resistenza, contro una visione delle donne “pacifiche e non violente”, la necessità della lotta rivoluzionaria in cui le donne siano in prima fila, per mettere fine all'unica vera violenza, quella reazionaria dello Stato borghese, fascista e maschilista...".

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
luglio 2017

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