31/12/17

Contro l'indecente sentenza le maestre fanno RESISTENZA!


Vergognosa dichiarazione della Fedeli, riportiamo la nota giornalistica:” Valeria Fedeli per la prima volta oggi in una intervista a Repubblica commenta la sentenza del Consiglio di Stato sui diplomati magistrali.

“La sentenza va applicata – afferma il Ministro – ma dobbiamo calcolare l’impatto e le conseguenze, per questo ho convocato una riunione per il prossimo 4 gennaio”.

Il Ministro ha anche speso delle parole per lo sciopero in programma l’8 gennaio 2018 “capisco la loro situazione, ma bisogna tenere conto che ci sono pure leggi e regolamenti da rispettare”.

Al momento sembra essere confermata la linea del licenziamento (contratto trasformato da tempo indeterminato in supplenza) per i docenti già assunti in ruolo e la possibilità di portare a termine l’anno scolastico per coloro che hanno una supplenza. Man mano che arriveranno le sentenze del giudice del Lavoro gli Uffici Scolastici provvederanno a depennare dalle graduatorie ad esaurimento e rivaluteranno l’iscrizione in II fascia delle graduatorie di istituto.
Una situazione molto complessa. Il 4 gennaio ci saranno i particolari.”

Visto che la ministra parla di leggi e regolamenti da rispettare, ricordiamo che il valore abilitante all’insegnamento nella scuola primaria del Diploma di Maturità Magistrale relativamente ai titoli conseguiti entro il 2001 – 02, non solo non è mai stato revocato , ma è stato anzi ribadito negli anni da leggi, note, comunicati e circolari ministeriali oltre che da una sentenza della Corte Costituzionale.
Pronunce, sentenze che la lotta caparbia e determinata negli anni delle lavoratrici hanno conquistato. Nulla è stato regalato!
Esso quindi costituisce titolo valido di accesso alle Graduatorie Permanenti ad Esaurimento come il possesso di una qualsiasi abilitazione o idoneità acquisita a seguito di concorso e ha permesso, negli anni scorsi, l’assunzione a tempo indeterminato di migliaia di insegnati della scuola primaria che oggi, pur avendo superato l’anno di prova, rischiano di essere licenziati certo a causa della sentenza dell’ Adunanza plenaria del Consiglio di Stato che spazza via ogni loro diritto, ma che torna utile al governo soprattutto sul versante del consolidamento della precarietà nella scuola, oltre che affermare ulteriormente il principio di “divide et impera”, creando ulteriori “sottocategorie” nella scuola PER RENDERE TUTTI  PIU’ DEBOLI.

IL DIRITTO AL LAVORO NON SI TOCCA!
MASSIMA SOLIDARIETA’ E SOSTEGNO ALLA LOTTA!

Mfpr-Milano

28/12/17

Sosteniamo la lotta delle maestre


Le maestre sciopereranno l’8 gennaio e sono determinate a proseguire la mobilitazione.

Non esitano a definirlo «il Natale più brutto» della loro vita, le maestre e i maestri che venerdì hanno appreso della sentenza del Consiglio di Stato: l’Adunanza plenaria ha stabilito che i diplomati magistrali pre-2001/2002 non hanno diritto all’abilitazione, ad entrare nelle graduatorie ad esaurimento. Di conseguenza, chi negli anni scorsi, dopo aver presentato ricorso al Tar o al Presidente della Repubblica e aver avuto un primo parere favorevole, è stato assunto a tempo indeterminato (con riserva, in attesa della sentenza di merito) e chi attende di esserlo nelle Gae, dovrà tornare alle diverse sfumature del precariato... centinaia di insegnanti hanno ormai superato l’anno di prova e sono indispensabili al servizio. 

IL COMUNICATO DELLE INSEGNANTI
Non abbiamo mai avuto fiducia in una "giustizia" espressione di un sistema basato sulla mercificazione e lo sfruttamento dei lavoratori.
Abbiamo sempre diffidato dei sindacati complici, delle associazioni e degli avvocati che hanno ingannato i lavoratori attraverso una serie di ricorsi privi di prospettiva e rivendicazione politica. Per questo ogni nostra azione "legale" è stata accompagnata da concrete iniziative di lotta: presidi, occupazioni degli uffici scolastici e blocco delle nomine durante l'inizio dell'anno scolastico.
Oggi, dopo la sentenza dell'adunanza Plenaria, che ha decretato migliaia di licenziamenti, siamo ancora più coscienti che non esiste giustizia per chi da anni viene sfruttato per garantire un'istruzione pubblica e di qualità.
Oggi migliaia di lavoratori della scuola torneranno ad essere precari e molti altri non avranno più la possibilità di vedersi riconosciuto il diritto all'assunzione non potendo permanere in GAE.
Oggi migliaia di lavoratori della scuola rischiano il licenziamento, un licenziamento che getterà nel caos migliaia di istituti scolastici, che, ad anno inoltrato, saranno costretti a nominare nuovi insegnanti da graduatorie illegittime ed esaurite per mancanza di aspiranti.
Dopo anni di tagli alla Scuola Pubblica, riforme liberiste contro il mondo del lavoro, l'assenza di adeguate risposte politiche continua ad abbattersi contro migliaia di diplomati magistrali, laureati e specializzati attraverso, selezioni concorsuali come i TFA, strumentalmente imposti dal MIUR.
Non subiremo passivamente l'arroganza di una giustizia a senso unico, non subiremo la volontà politica di trasformare la scuola pubblica in un parcheggio per disadattati a cui negare la continuità didattica e la professionalità acquisita dopo decenni di lavoro e formazione.
Pretendiamo quello che ci spetta, pretendiamo l'assunzione di tutti i precari della scuola con più di tre anni di servizio.
Negli anni abbiamo subito la frammentazione della nostra categoria che ci ha reso deboli e vulnerabili, oggi abbiamo imparato che se toccano uno, toccano tutti.
Milano è pronta a rispondere a qualsiasi attacco che metta in discussione il diritto al lavoro.
Pretendiamo un riconoscimento politico da parte del ministro Fedeli e non ci fermeremo finché non l'otterremo.

Docenti Auto-organizzati Milano

25/12/17

DOMENICA 7 GENNAIO ORE 16:00 PRESIDIO ANTIFASCISTA DAVANTI ALLA SEDE DELL'ALBERONE

Dalle lavoratrici di Aci informatica

         Dal 1979, il 7 gennaio la Roma antifascista si ritrova davanti la sede del Comitato di Quartiere Alberone per impedire ai fascisti, nel giorno dell'anniversario dei morti di Acca Larentia, le loro provocazioni nel quartiere. Anche quest'anno saremo presenti per ribadire con fermezza che nei nostri quartieri non c'è spazio per l'apologia del fascismo, il razzismo, il sessismo, l'omofobia, il settarismo religioso e l'odio verso chiunque venga percepito come "diverso".
         Oggi più che mai, in un momento in cui la crisi del sistema capitalistico impone ai padroni di condurre un duro attacco alle condizioni di vita e di lavoro delle classi subalterne attraverso licenziamenti (soprattutto a Roma che viene volutamente penalizzata da precise politiche governative), taglio ai servizi sociali, privatizzazione della sanità, riduzione dei salari, saccheggio e devastazione dei territori, è necessario tenere alta la guardia e smascherare il vero ruolo dei fascisti.
         I tentativi delle diverse organizzazioni neofasciste di strumentalizzare la rabbia degli abitanti dei quartieri dove sono maggiormente evidenti le condizioni di disagio ed abbandono confermano che, oggi come ieri, il ruolo dei fascisti è quello di cani da guardia di un sistema che giorno dopo giorno provoca disuguaglianza, sfruttamento e devastazione ambientale.
         La classe dirigente di questo paese, utilizzando i fascisti come utili servi, ha tutto l'interesse di alimentare la "guerra tra poveri", perché è l'unico strumento che ha per distogliere l'attenzione dai veri responsabili della crisi che attanaglia i ceti popolari: finché il nemico rimane il migrante, il rom, il "diverso", padroni e ceto politico potranno continuare a fare sonni tranquilli. Diverse inchieste giudiziarie che non fanno altro che confermare quanto abbiamo sempre denunciato: la connivenza tra fascisti, malavita organizzata e gruppi affaristici e clientelari trasversali al mondo della politica.
         Coloro che soffiano sul fuoco del razzismo e della paura del diverso, che invocano la legalità contro le occupazioni abusive, che parlano di "degrado", che dicono di essere “contro ogni droga”, sono gli stessi personaggi che, dietro le quinte, speculano e rubano milioni attraverso la gestione dei campi rom, dell'accoglienza dei rifugiati, dell'emergenza abitativa, dello spaccio di droghe pesanti e del ciclo dei rifiuti.
Lo diciamo chiaramente: non permetteremo mai a fascisti, mafiosi e speculatori di spadroneggiare impunemente nei nostri quartieri.
Il miglior antidoto contro i rigurgiti neofascisti è quello di mettere in campo nei territori e nei posti di lavoro vertenze reali portatrici di istanze di cambiamento radicale dello stato di cose presenti.

DOMENICA 7 GENNAIO DALLE ORE 16,00
DAVANTI LA SEDE DEL COMITATO DI QUARTIERE ALBERONE - VIA APPIA NUOVA, 357
PRESIDIO ANTIFASCISTA
 
COMPAGNE E COMPAGNI ANTIFASCISTE/I DI ROMA

Campagna per la liberazione di Ahed e di tutte le bambine e i bambini in carcere in Palestina


Dalla rete terra corpi territori di NUDM

#FreeAhed Tamimi #FreePalestine #PalestinaLibera

Ahed Tamimi, 16 anni, attivista della resistenza palestinese nel villaggio di Nabi Saleh, è stata arrestata. Il suo crimine, affrontare con dignità e determinazione e la forza delle sue parole i soldati armati fino ai denti a difesa delle terre rubate, della costruzione delle colonie, dello sfruttamento delle risorse in territorio palestinese. 
La mattina del 19 dicembre lei e la sua famiglia sono diventate l'obiettivo delle forze di occupazione israeliane a seguito della protesta per il grave ferimento di Mohamed Tamimi, il cugino di Ahed, colpito alla testa da uno di quei micidiali proiettili di metallo ricoperti di gomma e ora in coma.
I soldati hanno fatto violentemente irruzione in casa, confiscato telefoni, macchine fotografiche, computer, picchiato la madre di Ahed e arrestato la ragazza. Anche sua madre Nariman e sua cugina Nur sono state arrestate nelle ore e giornate successive. 
Già era successo che, alcuni mesi fa, le fosse stata impedita la partecipazione alla carovana di solidarietà "Palestina- Movimento Nero uniti nella lotta" negli Stati Uniti insieme all'attivista e scrittora Nadya Tannous e all'attivista per la liberazione nera Amanda Weatherspoon.
Denunciamo l'arresto di Ahed, Nariman e Nur, gli ultimi dei 450 arresti di persone palestinesi dopo la decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele.
L'Assemblea generale delle Nazioni Unite nella seduta del 21 dicembre ha bocciato la decisione di Donald Trump di spostare l'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme, con l'implicito riconoscimento della stessa come capitale di Israele. Contro la risoluzione Usa, che aveva esplicitamente minacciato di rappresaglia i Paesi che si sarebbero espressi contro di loro, hanno votato in 128 tra cui l'Italia, mentre in 9 hanno votato a favore e 35 si sono astenuti.
Ti chiedo di unirti alla campagna per la liberazione immediata di Ahed, Nariman e Nur, e delle detenute e dei detenuti palestinesi che si trovano illegalmente nelle carceri israeliane, delle centinaia di bambine e bambini incarcerati e soggetti a torture, abusi, e interrogatori in completa violazione delle leggi internazionali che difendono i diritti dell'infanzia.
Bisogna prendere la parola e intraprendere azioni per chiedere la liberazione di Ahed, della sua famiglia e di tutte e tutti i palestinesi illegalmente detenuti.
"Le persone di coscienza di tutto il mondo sono ora chiamate a fermare il ‘cane pazzo’ [Trump] prima che la sua follia incontrollata si riversi sul resto del mondo", ha dichiarato Barghouti. "Il modo più efficace per farlo è sostenendo le campagne BDS per continuare a costruire questo movimento di giustizia pacifica fino a quando non verranno imposte sanzioni severe al regime di Israele. Negli Stati Uniti, la forte connessione tra il sostegno degli Stati Uniti alle guerre di aggressione e alle politiche di apartheid e pulizia etnica di Israele da un lato, e i severi tagli ai servizi sociali, sanitari ed educativi negli Stati Uniti, dall'altro, devono essere denunciati e contrastati. 
Esplorare l'intersezionalità della nostra lotta di liberazione con le lotte per la giustizia razziale, economica, sociale, di genere e climatica negli Stati Uniti e oltre è cruciale a questo riguardo". Israele e Stati Uniti hanno ampiamente dimostrato le loro intenzioni. Israele usa l'intimidazione, la paura e la violenza per sottomettere e schiacciare il popolo palestinese.
Dobbiamo ricostruire un movimento internazionale. 
Dobbiamo continuare fino a quando non saranno terminati tutti gli scambi economici, gli aiuti militari, la cooperazione e quindi la complicità con Israele. Solo così Israele si troverà di fronte alla prospettiva di perdere la propria possibilità di sopravvivenza e quindi all'obbligo di cambiare rotta. Questa è l'unica via per raggiungere la giustizia e lo stato di diritto.
La resistenza del popolo palestinese non si è mai fermata e non si fermerà di fronte agli arresti e alla dura repressione, e noi siamo al fianco del popolo palestinese nella lotta per la difesa di Gerusalemme e dei suoi territori occupati

Partecipa, diffondi, firma la petizione https://secure.avaaz.org/campaign/en/free_ahed/?aMiDffb

Marita