27/12/16

Tunisia: donne che occupano i caffè popolari

DA TUNISIERESISTANT


Riceviamo e pubblichiamo un contributo da Sahar, una studentessa del dipartimento di italianistica della Facoltà di lettere di Sfax. L’articolo descrivendo un problema sociale diffuso nel paese, giunge a delle conclusioni che, condivisibili o meno, sono molto utili per un dibattito quantomai necessario su questa questione in Tunisia, soprattutto se parte spontaneamente dalle giovani.
Le donne tunisine hanno acquisito maggiori libertà rispetto agli altri paesi arabi, tuttavia la discriminazione nei loro confronti sopravvive in alcune tradizioni.
Nel mondo arabo le caffetterie popolari sono dedicate solo agli uomini, mentre per le donne esistono le caffetterie miste. Nei caffé degli uomini le donne non solo non entrano, ma cercano di non passarci davanti per evitare gli sguardi insistenti degli uomini.
Questa tradizione, normale e giusta per la società, viene oggi vissuta come discriminante dalle nuove generazioni femminili.
Sebbene la legge sia cambiata, la mentalità è purtroppo rimasta la stessa di tanto tempo fa: in tanti ambienti, fino ai giorni nostri, se una donna entra in un caffé popolare rischia di essere insultata e guardata male.
“Sono stata insultata, trattata e guardata come una sgualdrina…” Racconta una ragazza che si è trovata per sbaglio in un caffé per uomini.
“Non avevo nessuna intenzione di attirare l’attenzione o di fare un atto rivoluzionario contro la società, ero in un posto in cui stavo per la prima volta, ero stanca e avevo bisogno di bere un caffé. Ho cercato una caffetteria, e ce ne era solo una. Sono entrata lì, non sapevo che fosse un caffé per uomini. Sono entrata, e senza guardare nessuno, mi sono diretta verso il bar e ho chiesto un caffé… ero vestita in modo modesto e il mio aspetto era molto rispettoso. Nonostante questo, ho cominciato ad ascoltare lametele e insulti… girando un po’ la testa, ho visto che tutti mi stavano guardando come se avessi commesso un crimine, mi fissavano con insistenza, i loro sguardi erano come delle spade che attraversavano il mio corpo e i loro insulti mi hanno sconvolta tantissimo. Ero rimasta senza parole e non ho potuto rispondere a quell’infinità di offese e parolacce che avevo sentito e non so neanche come sono riuscita ad uscire.”
Questa vicenda mostra quant’è arretrata la mentalità di tanta gente e quant’è discriminata la donna nella società. Sicuramente le reazioni non sono sempre così violente e ci sono posti dove la mentalità è più aperta.
Comunque il fatto di proibire l’entrata in certi posti alle donne non può rappresentare che diversità e disparità nei loro confronti.
Inoltre si tratta anche di una questione di comodità: le caffetterie miste non si trovano in tutti i quartieri e sono sempre più rare allontanandosi dal centro delle città. In questo caso, tante donne non trovano posti dove incontrarsi con gli amici o bere qualcosa.
Poi c’è anche una questione economica: nelle caffetterie miste i prezzi sono molto più alti di quelle popolari.
Come conseguenza tante donne tunisine hanno deciso di ribellarsi a questa forma di discriminazione e hanno cominciato ad occupare i caffé degli uomini. Tante iniziative negli ultimi anni stanno avendo tanto successo. Le reazioni degli uomini non sono sempre uguali: alcuni hanno accettato le donne fra loro nei caffé e le incoraggiano, altri invece no.
L’occupazione dei caffé è più facile nelle grandi città e negli ambienti giovanili, piuttosto che nei piccoli villaggi o nei posti dove le persone hanno una mentalità tradizionalista.
Vicino alle università, ad esempio, quasi tutti i caffé sono stati occupati dalle studentesse e la presenza della ragazze è ormai diventata una cosa normale e accettata.
In altri posti, invece, è più difficile la presenza delle donne e per avere il coraggio di entrare bisogna essere in gruppo.
La donna tunisina, oggi, è contro ogni forma di discriminazione o differenziazione sessuale e ha deciso di lottare contro tutti gli aspetti della società maschilista che toglie soggettività alla donna e la rende un oggetto.
Sosteniamo questi movimenti perché dobbiamo rendere la società più tollerante nei confronti delle donne, più aperta e più sviluppata non solo dal punto di vista legislativo, ma anche nella pratica facendo una vera rivoluzione a livello culturale e tradizionale. Cambiare le leggi è importante, ma la vera rivoluzione è nella mentalità e nella cultura.

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