03/12/16

Boldrini, ma quale dalla parte delle donne!



DONNE/26 NOV: LA BOLDRINI METTE A SUO MERITO IL DECRETO SUL FEMMINICIDIO - DENUNCIATO DA TANTE DONNE (di cui riportiamo sotto un'analisi critica) - E... GESTI SIMBOLICI... CHE SONO ARIA FRITTA PER LE DONNE; MENTRE NULLA DICE DEL PEGGIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI VITA, DELL'ATTACCO AL LAVORO DELLE DONNE, DEL TAGLIO DEI SERVIZI SOCIALI, FATTI DAL SUO GOVERNO E FATTI PASSARE DAL SUO PARLAMENTO

(Da Il manifesto del 27.11) - 'Alla vigilia della manifestazione «Non una di meno» ha gioito del ritorno in piazza delle donne contro la violenza...
(Domanda della giornalista alla Boldrini): ...Dalla piazza è arrivato un messaggio alle istituzioni. E alcune richieste precise, fra cui quella di comporre insieme un piano antiviolenza. Le istituzioni sapranno coglierlo?
(Risposta della Boldrini): ...Per quanto riguarda le istituzioni, con l’intergruppo delle deputate abbiamo incontrato le organizzatrici a Montecitorio per farci spiegare i contenuti della manifestazione. Si è creato un clima positivo e collaborativo. Ho voluto chiarire che le donne delle istituzioni e quelle delle associazioni stanno dalla stessa parte...
...Per quanto riguarda Montecitorio, ho voluto ricordare quello che abbiamo fatto in questa legislatura... In parlamento abbiamo ratificato la Convenzione di Istanbul e approvato il decreto sul femminicidio, inasprendo le pene per alcuni reati, aumentando le tutele per le vittime e inserendo il piano straordinario contro la violenza.
(Domanda della giornalista): Lei sa che alcune associazioni non hanno apprezzato quella legge.
(Risposta della Boldrini): Ne discuteremo ancora, ma quello che abbiamo fatto in questa legislatura non ha precedenti (?!). Personalmente mi sono spesa anche in gesti simbolici (Ah, ecco...): dal drappo rosso esposto sulla facciata di Montecitorio, ad abbassare in segno di lutto la bandiera italiana in memoria delle donne ammazzate e degli orfani di femminicidio; ho istituito la Sala delle donne con le foto delle donne della Repubblica... infine ho dato il via, da un anno, all’intergruppo delle deputate. Grazie al quale nella legge di bilancio sono stati inseriti emendamenti per il sussidio agli orfani di femminicidio, alle vittime di stupri di guerra, l’estensione del congedo per violenza alle lavoratrici autonome, e l’aumento di 5 milioni di euro del contributo ai centri antiviolenza. Le deputate hanno dato la priorità al fatto di essere donne, prima ancora che espressione di gruppi politici. Aggiungo: alla Camera abbiamo approvato la legge che consente di dare il cognome della madre ai figli, ora ferma al Senato. Ed io ho introdotto il linguaggio di genere negli atti parlamentari, che fin qui prevedevano solo il maschile...

(Tornando infine sulla manifestazione del 26): ...una volta che saranno partiti i tavoli di lavoro, subito ci incontreremo con le organizzatrici insieme alle deputate dell’intergruppo per confrontarci sulle proposte. Funzionerà se saremo tutte coinvolte e tutte determinate a raggiungere l’obiettivo. Non più ’noi’ e ’voi’: cammineremo insieme'.

QUESTO FILO DIRETTO TRA ASSOCIAZIONI ORGANIZZATRICI DEL 26 E LA BOLDRINI PER UN PIANO ANTIVIOLENZA, SERVIRA' ALLA PRESIDENTE DELLA CAMERA PER METTERSI ALTRE 'MEDAGLIE' SUL PETTO, MA NON CERTO ALLE MIGLIAIA DI DONNE CHE SONO SCESE IN PIAZZA.

Sul decreto sul femminicidio

NORME SU FEMMINICIDIO E STALKING O PACCHETTO SICUREZZA?

'...il provvedimento, presentato da Alfano e approvato dal consiglio dei ministri come decreto contro femminicidio e stalking, contiene tutta un'altra serie di provvedimenti che non hanno nulla a che vedere con il tema ma hanno invece molto a che vedere con l'ordine, la sicurezza e la repressione di altre manifestazioni. La cosa più eclatante e grave è l'inserimento di misure di rafforzamento della repressione del movimento No Tav, tra cui vi sono tantissime donne, che prevedono una punizione più severa per “l'accesso abusivo” nei cantieri della Tav; tra l'altro anche una vera provocazione, visto che proprio recentemente le forze dell'ordine nel reprimere e arrestare giovani, donne, compagni/e del movimento No Tav, hanno usato anche molestie e pesanti offese sessuali verso una donna arrestata, Marta.
Poi vi sono altre misure, sempre all'insegna di più repressione, più presenza delle forze dell'ordine, tra cui: estendere gli arresti differiti nelle manifestazioni sportive; rafforzare e dare maggiore flessibilità (= più compiti) all'impiego dei militari sui territori; ecc.
Quindi se vogliamo parlare delle norme su 'femminicidio e stalking' innanzitutto pretendiamo la cancellazione dal decreto di tutte le altre norme e non permettiamo che in nome delle donne si impone un pacchetto sicurezza da Stato di polizia e moderno fascismo.
In questi termini respingiamo nettamente questo decreto.

LA FILOSOFIA DI FONDO
Ma dobbiamo dire che anche nelle norme su femminicidio e stalking, la logica generale che le guida è all'insegna del potenziamento del ruolo di controllo dello Stato... Questo decreto crea un clima e una politica non di difesa e aumento dei diritti da parte delle donne, non di rispetto per le scelte, la vita, l'autodeterminazione delle donne, non di più libertà, ma di messa sotto controllo e “tutela” delle donne, quindi di minore libertà. Questo rende questo decreto - al di là di singole misure che in parte già erano presenti ma inapplicate, in parte sono inevitabili di fronte a un'emergenza oggettiva – non accettabile dal movimento delle donne...
...sarà una mera coincidenza, ma proprio negli stessi giorni in cui il governo ha approvato queste norme contro femminicidi e stalking, il Tribunale de L'Aquila ha concesso la libertà di uscire per lavoro (dopo già la condanna vergognosa degli arresti domiciliari) all'ex militare Tuccia stupratore e quasi assassino di “Rosa”.

NEL MERITO
Pur considerando, e su questo sono le donne che lo hanno per prima e sempre denunciato, che le violenze, i femminicidi avvengono soprattutto in famiglia o nelle relazioni personali, questo decreto introduce, oltre l'aggravante se l'autore della violenza è il coniuge, anche se separato o divorziato, o il partner pure se non convivente, altre aggravanti - se alla violenza assiste un minore di 18 anni o se la donna è incinta – che guardano non alla gravità del reato nei confronti della donna ma di fatto delle donne in essa, derubricando oggettivamente le violenze sessuali in tutti gli altri ambiti (posti di lavoro, “strade”, carceri, ecc.) e sulle altre donne non inquadrabili nel sistema famiglia – guarda caso, ma per esempio queste norme parlano poco di “stupri”.

Altre misure sono necessarie, come: le forze di polizia potranno buttare fuori di casa, con urgenza, il coniuge violento, impedendogli di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla donna; l'arresto obbligatorio in flagranza per maltrattamenti contro familiari e conviventi o per stalking; la corsia preferenziale; il gratuito patrocinio; la protezione dei testimoni; la procedibilità anche su denuncia di terzi; il permesso di soggiorno per motivi umanitari ai cittadini stranieri che subiscano violenze di questo tipo.
MA SU QUESTO LE DONNE NON POSSONO AVERE FIDUCIA E DELEGARE ALLO STATO.
Già ora alcune misure utili vi erano, ma gestite da questo Stato, dalle forze dell'ordine, da questa Magistratura, da centri antiviolenza istituzionali o non vengono applicate o diventano anch'essi strumenti di violenza della volontà delle donne – vedi l'andamento dei processi.
Le donne vengono considerate come “vittime” al massimo da “tutelare” e non come soggetti attivi, principali nella battaglia contro femminicidi e stupri; anzi quando lo sono, con le lotte, le si vuole riportare ad una condizione di “delega” alle istituzioni o le si reprime. Si vuole soffocare, impedire il protagonismo delle donne, la ribellione delle donne, e nascondere che “gli uomini che odiano le donne” sono una reazione oggi anche al fatto che le donne, come donne, vogliano decidere della propria vita.
Quindi, anche là dove si vogliono introdurre norme utili, SENZA LA LOTTA E L'AUTORGANIZZAZIONE DELLE DONNE, diventano inutili e anche controproducenti...

...Tornando alle norme. In alcuni casi vogliono toccare solo alcuni aspetti, ma volutamente restano in superficie, vedi la questione dei processi, in cui si parla di “corsia preferenziale” ma nulla si dice su come vengono svolte le udienze, sulla doppia violenza che vi devono subire le donne, e soprattutto nulla si dice per impedire le scandalose condanne anche di questi ultimi mesi, non considerando esplicitamente le violenze sessuali contro le donne tra i reati più gravi.
In altri casi, la “tutela” diventa uno strumento di oppressione, vedi il divieto del ritiro della querela, che potrà avere come risultato la rinuncia delle donne a farla.
Nel decreto si parla, poi, di potenziare i centri antiviolenza e i servizi di assistenza, formare gli operatori. Questo nel momento in cui si tagliano le risorse ai centri autogestiti direttamente da associazioni di donne, fa capire, lì dove dalle parole, per ora generiche, si passasse ai fatti, che verrebbero incrementati e finanziati solo i centri istituzionali.

Infine il governo, andando indietro anche alla stessa Convenzione di Istanbul, nulla dice contro le discriminazioni, oppressioni, contro le condizioni di vita che sono alla base delle violenze sessuali e femminicidi...
...Su questo... i governi sono direttamente responsabili della condizione di doppio sfruttamento e oppressione delle donne...'

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