03/10/16

Iniziata a Milano la presentazione dell’opuscolo Donne nella Resistenza- sabato 1° ottobre

A premessa una breve presentazione del progetto punto libreria Metropolis, che ha ospitato e promosso l’evento, e l’adesione del punto libreria stesso alla campagna Pagine contro la tortura. Nella prima parte le compagne dell’ Mfpr hanno ripreso le motivazioni che hanno portato alla scelta di fare un lavoro che riprendesse il ruolo delle donne nella Resistenza partigiana: in occasione della celebrazione del 20° di fondazione dell’mfpr, nel riprendere i fogli prodotti negli anni e gli opuscoli e dossier realizzati, ci si era rese conto di aver fatto poco su questo fronte. In quell’occasione le compagne si sono assunte il compito di fare un lavoro di ricerca essenziale per l’oggi, uno strumento di lotta.



E’ stato ricordato il lavoro prezioso, in primis, di diverse partigiane che con i loro scritti, raccolte di testimonianze ci hanno consegnato un patrimonio ricchissimo sulla partecipazione e sulle motivazioni che hanno portato tantissime donne a partecipare alla Resistenza e il ruolo in essa che operaie, casalinghe, studentesse e, in particolare, le mondine hanno avuto.

Abbiamo scelto di leggere stralci della testimonianza di Anna Fenoglio vedova Gaia raccolta dalla Guidetti Serra perché mostra bene la condizione delle donne e le lotte dalla prima guerra mondiale, al biennio rosso, all’ascesa e l’affermarsi del fascismo, sino all’occupazione nazista e lo sviluppo della Resistenza come un movimento ampio, di popolo. Mostra bene l’intreccio fra lotta di classe e di genere. Ma, soprattutto, come le “politiche” non hanno mai smesso di “dare attività” in diverse forme nel tessere e mantenere viva la rete dei comunisti, degli antifascisti, in particolare con la diffusione della stampa, l’organizzazione di lotte nonostante galera, esilio, confino. Emerge bene la vita concreta delle proletarie, compresi i condizionamenti subiti.



Nella seconda parte si è posto l’accento su come il ruolo delle donne nella resistenza viene spesso liquidato con il semplice accenno alla nascita dei Gruppi di difesa delle donne, di come questa, invece, sia stata una risposta concreta data dal Partito comunista che comprese l’aspirazione di tantissime donne a voler dare un contributo concreto, della necessità di una organizzazione autonoma delle donne; di come sia stata se non quando osteggiata apertamente, sconsigliata la partecipazione delle donne nelle formazioni in montagna, tanto da indurre una partigiana a commentare “ Nostri nemici erano anche tra le nostre fila”. Come la storiografia sulla Resistenza, spesso, relega il contributo delle donne a ruoli marginali, fino a “faticare” a citare donne che sono state barbaramente trucidate.  Lo si vede già all’indomani della Liberazione come siano poche le donne nei cortei.

Si è cercato di riportare il ruolo straordinario che le donne hanno avuto subito dopo l’8 settembre dal rifornire i soldati di abiti civili, a nasconderli, ad indicare loro la strada della montagna, ma da tutte le postazioni le donne hanno dato un contributo fondamentale. La Liberazione avvenuta in momenti diversi ha comportato anche un minore sviluppo della guerra di popolo in diverse aree del paese, quindi anche per le donne la possibilità di partecipazione attiva è stata diversificata.

Le operaie, mondine, lavoratrici che avevano subito un ventennio di retorica fascista sul ruolo delle donne e sul loro salario “di sostegno” in famiglia, ora che, partiti gli uomini per la guerra si ritrovano ad essere l’unico sostegno della famiglia con l’aggravio della cura di bambini, vecchi: scoprono sulla loro pelle che si tratta solo di sfruttare ulteriormente il lavoro delle donne: “Ma perché chi lavora di più guadagna di meno?” Con questa consapevolezza non si contano gli scioperi in diverse fabbriche e nelle campagne che si intrecceranno con le lotte per i viveri, la fine della guerra animate dai GDD.

Sono stati letti stralci della testimonianza di Teresa Noce da “Rivoluzionaria professionale” in cui si sottolinea come anche tra i comunisti bisognava fare una battaglia per non relegare le donne a ruoli di “sostegno”, marginalizzarle.



Non poteva mancare il riferimento all’oggi. Come si spiega bene le motivazioni profonde che hanno spinto le donne a lottare contro il fascismo, prima, e il nazifascismo, poi, nella considerazione :”Il fascismo non aveva nulla da dare alle donne, ma aveva sempre qualcosa da togliere”, così, oggi, le donne non possono smettere di lottare. 

Pertanto è stato brevemente presentato l’ Appello delle lavoratrici, precarie di Palermo a una manifestazione il 25 novembre a Roma, appello diffuso a tutte/i i partecipanti alla presentazione che si è chiusa con la lettura delle tante poco conosciute partigiane a cui tanto  dobbiamo, di tantissime, purtroppo, non si conosce il nome con il sottofondo di Bella ciao nella versione delle mondine.

Particolarmente apprezzato con una partecipazione commossa è stato questo doveroso tributo alle martiri nonché il lavoro sulle Donne nella Resistenza. “Bisogna farlo conoscere più ampiamente possibile” “ Un lavoro importante e significativo”

Anche per la manifestazione c’è stato interesse: ”Mi impegnerò a farla conoscere”

Le compagne del Mfpr Milano

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