31/07/16

FORMAZIONE RIVOLUZIONARIA DELLE DONNE - CHIANG CHING "LA RIVOLUZIONE NELLA RIVOLUZIONE" (conclusione)

Pubblichiamo, in conclusione del lungo testo/opuscolo su Chiang Ching - di cui abbiamo nei due mesi precedenti riportato ampi stralci - altri passi importanti, che riguardano in particolare il ruolo decisivo avuto da Chiang Ching per e durante la Rivoluzione Culturale Proletaria - che portò l'"altra metà del cielo" dal profondo abisso in cui stava prima della rivoluzione al "cielo" appunto.
Nella GRCP Chiang Ching si rivelò ancora di più la compagna determinata, amata dalle masse, soprattutto dai giovani, dalle donne, e odiata dai vecchi e nuovi borghesi, che alla fine la incarcerarono e uccisero.
Chiang Ching è un esempio luminoso della forza dirompente e rivoluzionaria delle donne. Per questo la sua vita va conosciuta e divulgata.
Noi abbiamo cercato di farlo con la Formazione Rivoluzionaria. Ma invitiamo tutte le compagne, le donne che vogliono ribellarsi alla loro doppia, tripla oppressione ed essere in prima fila nella battaglia rivoluzionaria ad approfondire questa importante conoscenza.
L'opuscolo integrale su Chiang Ching si può richiedere a MFPR scrivendo a: mfpr.naz@gmail.com

Riprenderemo a fine settembre la Formazione Rivoluzionaria.
 

"...Per più di un decennio di potere proletario si erano fatti giganteschi passi avanti verso la trasformazione della Cina arretrata, semifeudale e semicoloniale le proprietà privata aveva subito una profonda trasformazione mediante la collettivizzazione e la nazionalizzazione dell'industria... la perversa spirale di miseria e indebitamento era stata interrotta e la fame e l'analfabetismo erano stati in gran parte eliminati. Le donne cominciavano in gran numero ad entrare nelle scuole e a prendere parte attivamente alla vita produttiva ed politica.
Allo stesso tempo, importanti progressi in molte sfere furono bloccati, in parte o del tutto, dalla linea revisionista e dall'oppressivo peso del passato... In alcune fabbriche l'amministrazione, nelle mani dei revisionisti, invitava gli operai a limitare le discussioni politiche a 30 minuti al giorno, perchè non si interrompesse la produzione...
Questa contraddizione tra il socialismo e le vestigia del semifeudalesimo, assieme al nascente capitalismo, emerse con chiarezza nella lotta, intensa e difficile, per la liberazione della donna cinese,
che iniziava sì ad integrarsi nell'industria, nell'educazione e nei livelli inferiori del Partito e del governo, ma che ancora aveva di fronte le enormi barriere delle idee feudali e dei ruoli tradizionali di oppressione domestica. Solo scatenando la lotta cosciente nel campo della sovrastruttura si poteva cominciare a rompere questi anelli ideologici e, allo stesso tempo, favorire una maggiore trasformazione socialista della base economica.
La lotta divampata nel campo dell'arte era un riflesso di tutto questo processo...

Chiang Ching fece molta ricerca, intervistando molte compagnie di teatro, parlando con interpreti, vedendo film e assistendo ad opere teatrali e musicali in tutto il paese. Vi trovò non innovazioni socialiste, che esaltassero le imprese e l'eroismo delle masse, bensì o un asfissiante miscuglio di nuovo revisionismo e vecchie opere tediose e oppressive, che difendevano privilegi e differenze di classe, mettendo in scena ridondanti e superstiziosi personaggi tradizionali, o la totale imitazione di opere straniere di scrittori borghesi... Nell'arco di pochi anni furono creati 37 opere e drammi, nuovi e rivisitati... Chiang Ching adottò nelle arti il metodo della combinazione di “tre in uno”, coinvolgendo quadri di Partito, soggettisti (che erano stati inviati a vivere tra i contadini, soldati e operai per comprendere meglio l'esperienza che dovevano rappresentare) e masse rivoluzionarie, che assistevano e criticavano per migliorare in corsa le produzioni. Per esempio nel 1963 Chiang Ching assistette alla rappresentazione di un'opera di Pechino. Sulle banchine... Fu inizialmente elaborata con la collaborazione entusiasta degli operai dei moli di Shanghai: “Ai vecchi tempi eravamo solo coolies (servi), non avevamo diritto di far parte del pubblico, tanto meno salire in scena”. Ma il teatro dell'opera di Pechino di Shanghai era una roccaforte revisionista e i suoi scrittori cominciarono immediatamente a modificare il copione, per affievolirne l'internazionalismo ed elevare “personaggi medi” ai ruoli principali. I lavoratori portuali erano furiosi: “Ognuna delle nostre famiglie ha una storia di amara sofferenza... Quando aderiamo alla causa rivoluzionaria del Partito, noi operai e veterani siamo viviu, pronti e decisi. La vostra opera ci presenta stupidi e fiacchi... Non approveremo mai un'opera così”...
Queste lotte fra le due linee nelle arti annunciavano le tormente ancora maggiori a venire, quando la cultura e la sovrastruttura in generale si trasformeranno in un'importante arena della lotta di classe, nella travolgente decennale battaglia della Rivoluzione Culturale...
...Con l'apparizione del manifesto a grandi caratteri (tatsebao) nell'Università di Pechino nel maggio del 1966, pienamente appoggiato da Mao, tutte le chiuse del flusso della Rivoluzione Culturale furono aperte. Chiang Ching è sul campo fin dai primi assalti. Nel luglio 1966 circola all'Università di Pechino e in altre scuole per parlare agli studenti e seguire il dibattito che si sviluppava. Denunciò subito il ruolo controrivoluzionario svolto dai “gruppi di lavoro” che cercavano di soffocare la ribellione degli studenti...
Una delle cose di Chiang Ching, come dello stesso Mao, che sempre si ricorderanno e illoro forte legame con i giovani... sostenendo con energia e audacia la ribellione della gioventù...
Le Guardie Rosse fecero il loro trionfale ingresso a Pechino tra l'agosto e il settembre del 1966, preparando l'ormai imminente partecipazione di operai e contadini al movimento... Chiang Ching la si riconosceva subito con il suo berretto...
L'esempio di Chiang Ching fu di sprono perchè altri osassero essere come lei, osassero dare tutto di sé per il potere politico del proletariato, evitando ogni esitazione di fronte ad astuti e calcolatori controrivoluzionari... Essa dimostrò una straordinaria capacità di combinare fiducia rivoluzionaria nelle masse e disprezzo per il nemico, in una direzione pratica che guidò la trattazione delle complesse e molteplici contraddizioni che irrompevano da ogni parte mentre il popolo scatenava la sua lotta per strappare il potere ai seguaci della via capitalista...

(Alcuni effetti della Rivoluzione Culturale)... Una miriade di cose nuove... operai, contadini e soldati che andavano a studiare nelle università; giovani acculturati che andavano nelle campagne; quadri di Partito che partecipavano al lavoro produttivo; operai che partecipavano all'amministrazione e alla riforma di vecchie regole e regolamenti... cambiamenti comprese innovazioni tecnologiche nelle fabbriche e nelle zone rurali, e scoperte scientifiche in generale; parole d'ordini quali “rosso ed esperto” o “la politica al comando sui professionisti” unirono chi era in possesso di una corretta linea politica e chi aveva conoscenze specialistiche; le donne raggiunsero posti di comando nel Partito... si mise al servizio delle campagne una rete di cliniche gratuite, del tutto o in parte, grazie ai “medici scalzi” formatisi tra i contadini....

Onore e gloria alla compagna Sandra - fondatrice del Movimento Feminino Popular del Brasil

Nella notte del 27 luglio, una delle menti più inquiete e brillanti con la quale abbiamo avuto l'opportunità di socializzare e condividere esperienze ha smesso di pensare. È morta, dopo aver affrontato con fermezza e serenità un intervento chirurgico per rimuovere un tumore al cervello, all'età di 61 anni, la compagna Sandra Lima.Fondatrice e dirigente del Movimento Feminino Popular e militante rivoluzionaria, convinta marxista-leninista-maoista, la compagna Sandra ha reso un contributo inestimabile di pensiero e di azione alla lotta delle masse popolari della città e della campagna, nel nostro paese e nel mondo.
La compagna Sandra Lima ha dedicato la sua vita alla Rivoluzione Brasiliana.Sono stati più di 40 anni di militanza, organizzando le masse nei quartieri proletari e nelle fabbriche, nella lotta per la casa, nella lotta per la terra, con il movimento operaio e sindacale di classe. Si è dedicata come pochi al compito della formazione politica delle nuove generazioni. Ha tenuto lezioni e conferenze in tutto il paese per la gioventù rivoluzionaria. Paziente e inquieta, ascoltava e istruiva i giovani, orientandoli nella condotta proletaria nei confronti delle masse e nell'impegno per la rivoluzione nel nostro paese.
Si è dedicata alla costruzione del Movimento Feminino Popular in diverse regioni del paese, in particolare nelle campagne. Sempre nei suoi discorsi ha richiamato l'attenzione sulla necessità per le donne del nostro popolo di lanciarsi nella lotta fianco a fianco con i suoi compagni per formarsi come quadri rivoluzionari che padroneggiano l'ideologia del proletariato per assolvere i compiti della Rivoluzione di Nuova Democrazia nel nostro paese.
Con abnegazione, mai si è fermata a causa dei problemi di salute. Si dedicò senza riserve alla mobilitazione, politicizzazione e organizzazione delle masse.
Ha lavorato in prima linea nella lotta contro il regime militare fascista, nelle battaglie per la creazione di un cammino per la lotta rivoluzionaria nel nostro paese; ha avuto un ruolo importante nelle battaglie delle masse proletarie per la casa nella regione metropolitana di Belo Horizonte; ha partecipato agli scioperi combattivi; ha combattuto in maniera implacabile il revisionismo e ogni tipo di opportunismo. Ha condotto una intensa agitazione contro la farsa elettorale chiamando le masse a boicottare attivamente le elezioni reazionarie, ad organizzarsi e combattere. Si è impegnata senza lesinare sforzi, alla lotta per la punizione dei mandanti ed esecutori di torture, uccisioni e sparizioni forzate di militanti rivoluzionari durante il regime militare-fascista. Ha seguito da vicino e con entusiasmo i giorni della gioventù combattente nel giugno/luglio 2013.Il giornale A Nova Democracia aveva nella compagna Sandra Lima una instancabile sostenitrice e una grande collaboratrice.
La sua morte significa una grande perdita per tutti i rivoluzionari e democratici del nostro paese.
Guardiamo e ci appoggiamo al fulgido esempio di vivacità, combattività e ottimismo sempre debordante della compagna Sandra Lima in modo da trasformare, come sempre ci ha insegnato, il nostro dolore e la nostra indignazione in una più forte decisione di lottare per la completa emancipazione del nostro popolo.

Compagna Sandra: Presente nella lotta!
"Risvegliare la furia rivoluzionaria delle donne!"

* Il 28 luglio, compagne e compagni, familiari e amici hanno reso omaggio a Sandra Lima al suo funerale. Nel prossimo numero del giornale, e, presto, anche nel blog della redazione, daremo conto degli onori resi alla grande rivoluzionaria Sandra Lima.
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I compagni di proletari comunisti/Partito Comunista maoista Italia, le compagne del Movimento femminista proletario rivoluzionario, con dolore e amore alzano forte il pugno nel dare l'ultimo saluto alla compagna Sandra Lima, fondatrice e dirigente del Movimento Feminino Popular del Brasile e militante rivoluzionaria marxista-leninista-maoista.
Il MFPR Italia ha avuto la gioia e l'onore di conoscere la compagna Sandra, la sua forza, il suo indomito e sereno spirito rivoluzionario.
Porteremo sempre con noi il suo ricordo, diffonderemo le sue parole, e sarà per noi un riferimento nella difficile ma entusiasmante lotta rivoluzionaria delle donne, in cui ancora una volta le compagne come Sandra danno un esempio di determinazione combattente, di coraggio fino all'ultimo momento della loro vita, per scatenare la furia rivoluzionaria delle donne.
Ci uniamo al grido delle compagne e compagni del Brasile:
"Companheira Sandra: Presente na luta!"

Proletari Comunisti/PCm – Italy
MFPR – Italy
luglio 2016

29/07/16

INDIA: la repressione nei confronti delle donne maoiste non ferma la loro straordinaria partecipazione alla guerra popolare

Sospette maoiste avevano una vita sotto copertura per reclutare militanti

Le tre presunte donne maoiste hanno scelto sedi remote per evitare di essere intercettate dalla polizia.
Anche se analfabeta, la principale leader Kala è addestrata nell’uso delle armi, ben versata nell'ideologia degli estremisti.
 

CHENNAI / Karur: Le tre presunte donne maoiste arrestate dal settore Q della polizia giovedì conducevano una vita nell’ombra lavorando in diverse parti del paese per anni, secondo fonti della polizia.
Tra le tre, Kala alias Janaki (52 anni) si dice sia il leader più in vista del movimento maoista nel Tamil Nadu e si crede essere ben addestrata nell’uso delle armi. "Veniva chiamata 'Amma' dagli altri quadri. È analfabeta, ma ha una profonda conoscenza dell'ideologia maoista ed è anche addestrata nell’uso delle armi", ha detto una fonte della polizia a Karur.
Aveva lavorato come operaia giornaliera a Karur. Ma spesso cambiava il luogo dove viveva. La maggior parte delle aree in cui è stata erano villaggi remoti per evitare il controllo della polizia.
Secondo le fonti, è stata una delle persone che hanno formato nuovi quadri maoisti ai confini tra Tamil Nadu, Kerala e Karnataka, che si ritiene essere la zona di incontro più comune per gli estremisti di sinistra. Il marito di Kala, Manikavasagam, anche lui un attivista maoista, era ancora
latitante, secondo i dati della polizia. La polizia sospetta che Kala è anche coinvolta nel reclutamento di militanti che potessero unirsi al movimento. Circa 29 denunce sono pendenti contro di lei, ha sostenuto la polizia.

Un’altra sospettata, Renna Joyce Mary (32 anni), dicono si sia trasferita a Padapai nel distretto di Kancheepuram appena un mese fa e si andando a lavorare come sarta in una azienda tessile privata. "Ci sarà lavoro solo per pochi giorni a settimana in azienda. Gli altri giorni li passerà a convincere le persone ad aderire al movimento", ha detto una fonte della polizia di Kancheepuram. Il marito di Reena, Kannan, anche lui un sospetto militante maoista, è in carcere dal 2002. È stato arrestato in un'operazione della polizia di Stato a Uthangarai.

La terza persona arrestata, Chandra (42 anni), stava con Kala a Karur e stava lavorando come giornaliera. Le tre persone arrestate sembra avessero messo a punto un metodo di comunicazione segreto con altri quadri, che la polizia ha rifiutato di spiegare.

Il sovrintendente della polizia del settore Q S Maheswaran, ha interrogato gli imputati che sono stati successivamente portati dinanzi ai magistrati. Dal momento che le due donne - Kala e Chandra - hanno detto di non aver mangiato, da quando la polizia le ha arrestate, il magistrato ha ordinato alla polizia di comprare loro del cibo. Il magistrato le ha mandate presso la prigione centrale Tiruchy per 15 giorni di custodia giudiziaria e rinviato alla discussione del caso al 5 agosto. Reena è stata rimandata presso la prigione di Vellore.

dalla stampa borghese indiana online 

28/07/16

Nelle carceri turche pestaggi, torture e stupri


L'organizzazione dei diritti umani denuncia gravi violazioni dei diritti umani in seguito alla repressione partita dopo il fallito colpo di Stato:  “Servono osservatori internazionali”

Bruxelles - Nelle carceri turche, che si riempiono ogni giorno degli oppositori di Recep Tayyip Erdoğan e di presunti autori e fiancheggiatori del golpe, avvengono pestaggi e torture, compresi stupri. Lo denuncia Amnesty International che afferma di aver raccolto “informazioni credibili” di queste accuse e per questo chiede che osservatori indipendenti abbiano immediato accesso a tutti i centri di detenzione, tra i quali stazioni di polizia, centri sportivi e palazzi di giustizia. "Le notizie di pestaggi e stupri sono estremamente allarmanti, considerando soprattutto l'alto numero di arresti dell'ultima settimana. I crudi dettagli di cui siamo in possesso sono solo un esempio di quello che potrebbe star accadendo nei luoghi di detenzione", ha dichiarato John Dalhuisen, direttore per l'Europa di Amnesty International. “È assolutamente fondamentale che le autorità turche fermino queste pratiche ripugnanti e consentano agli osservatori internazionali di incontrare tutti i detenuti", ha aggiunto Dalhuisen.
A seguito del fallito colpo di Stato, sono state arrestate oltre 10mila persone, e i detenuti sono trattenuti arbitrariamente anche in centri informali, non possono incontrare avvocati né familiari e non sanno esattamente di cosa siano accusati.
Amnesty International afferma di aver parlato con avvocati, medici e una persona in servizio all'interno di una struttura detentiva e da loro ha ricevuto numerose denunce che dipingono un quadro estremamente allarmante soprattutto nel centro sportivo della polizia di Ankara, nel palazzetto dello sport Başkent e nelle stalle di un centro ippico, sempre nella capitale. Secondo queste denunce, la polizia costringe i detenuti a rimanere in posizioni che causano dolore fisico, nega loro cibo acqua e cure mediche, li sottopone a insulti e minacce e infligge loro pestaggi e torture, compresi gli stupri e le aggressioni sessuali. Due avvocati di Ankara hanno riferito ad Amnesty International che i loro clienti hanno assistito allo stupro, con un manganello e con le dita, di un militare di alto grado ad opera di agenti di polizia.

DIAMO LA MASSIMA DIFFUSIONE ALLA DENUNCIA
MFPR

25/07/16

Turchia - emergenza internazionale. Manifesto

Scarica la locandina e diffondila

ORA BASTA! Comunicato degli imputat* per l'irruzione alla Turkish Airlines

Una resistenza oltremisura

Per l'ennesima volta, il 21 luglio 2016, siamo stati svegliati all'alba dalla polizia. Questa volta, su mandato del solito p.m. Rinaudo, vorrebbero obbligarci a presentarci in commissariato tutti i giorni, due volte al giorno, come misura cautelare per una iniziativa del settembre 2015, quando visitammo gli uffici della Turkish Airlines di Caselle (Torino), per denunciare la politica terrorista di Erdogan ed esprimere sostegno a chi, in Turchia e in Kurdistan, continua a resistere e a combattere.

Incredibile ma vero, proprio mentre in Turchia dilagano purghe e arresti di massa, mentre Erdogan dichiara la sostanziale destituzione del Parlamento e la sospensione della Convenzione dei diritti umani, in Italia – come in Europa – si finge di scandalizzarsi e intanto si cerca di zittire chi da tempo denuncia il terrorismo dello Stato turco, che non è certo una novità dell'ultim'ora, anzi.

Ebbene, stavolta abbiamo deciso che non ci presteremo a queste limitazioni della libertà.

Primo, perché – come è esplicitato nella stessa ordinanza restrittiva – questa è finalizzata a impedirci di reiterare le condotte in questione, cioè il sostegno alla resistenza del PKK e alla lotta rivoluzionaria in Kurdistan, un sostegno di cui oggi c'è più bisogno che mai e per il quale, semmai ci fosse qualcosa da rimproverarci, sarebbe di non esser riusciti a fare abbastanza.

Poi, perché è ora di reagire a questo stillicidio di misure repressive con cui si stanno tentando di soffocare i movimenti di lotta: soltanto tra la Valsusa e Torino, non si contano più le persone sottoposte a restrizioni. Adesso basta! È improrogabile una risposta collettiva, ognuno secondo le proprie possibilità. Perciò la gran parte di noi non collaborerà più a limitare la propria libertà, e non si presenterà in commissariato. Se vorrete dovrete assumervi la responsabilità di trascinarci in galera. Noi siamo qui. Al limite andremo a raggiungere quei compagni – Luca e Giuliano – che già stanno scontando in carcere il coraggioso rifiuto di sottostare agli arresti domiciliari, e a cui cogliamo l'occasione per mandare un forte abbraccio. Se pensavate di spaventarci, avete sbagliato bersaglio.



Gli imputati e le imputate per l'irruzione alla Turkish Airlines



Torino 22 luglio 2016

24/07/16

Secondo appello nazionale e internazionale di proletari comunisti/PCm Italia sull'emergenza Turchia

L'appello per l'emergenza internazionale lanciato dal nostro Partito è l'indispensabile riferimento che proletari, masse popolari, partiti e organizzazioni comuniste, forze rivoluzionarie, democratiche e antimperialiste devono assumere e costruire tutte le iniziative urgenti e necessarie che la situazione in Turchia determina.
Apprezziamo e facciamo conoscere tutte le analisi che vengono fatte sul tentato golpe, sulla risposta di Erdogan ad esso, sulla collocazione di questi eventi nelle contraddizioni interimperialiste e nella incandescente situazione nell'area.
Ma in tutta sincerità dobbiamo dire che non è essenzialmente il tempo delle analisi.
La questione è che vi è stato un solo golpe, innescato da quello fallito, che è quello del regime fascista islamico di Erdogan. E' importante in questo momento aggiungere la parola islamico o islamista, perchè evidentemente la trasformazione ulteriore della dittatura fascista di Erdogan fa leva sull'organizzazione e scatenamento del fattore religioso e sullo sviluppo dell'integralismo, come cemento del consenso alla sua dittatura.

E' evidente che tocca alle forze all'interno della Turchia costruire la mobilitazione necessaria per fronteggiare la situazione.
Il nostro massimo sostegno va al TKP/ML, a MKP, alle forze rivoluzionarie militanti del MLKPE e di Fronte popolare e all'intero movimento di liberazione Nord Kurdistan.
Noi pensiamo che queste forze debbano trovare una base di intesa per resistere al regime di Erdogan, per organizzare e armare il popolo contro di esso.
Queste forze debbono essere il nucleo di un fronte unito popolare che abbracci tutte le organizzazioni sindacali e le associazioni democratiche, il movimento degli studenti e nelle università e tutti coloro che sono oggetto della feroce repressione scatenata da Erdogan.

Ci sono dei fronti, però, che hanno un carattere assolutamente principale. Erdogan assume pubblicamente come bersaglio i “golpisti” e tutti coloro che li avrebbero sostenuti, ma sono realmente a rischio vita i prigionieri politici rivoluzionari turchi e curdi – compreso Ocalan – che il regime può massacrare.
Sono a rischio tutti i militanti comunisti rivoluzionari, i giovani e le organizzazioni delle donne, che hanno sempre combattuto Erdogan, il regime militare e tutte le forze reazionarie e pro imperialiste della Turchia.
Sono a rischio genocidio le masse popolari del Nord Kurdistan, verso cui il regime di Erdogan ha ampiamente dimostrato di sviluppare una politica genocida.

Su questi tre fronte, ogni paese, ogni territorio è “Turchia”. In particolare nei paesi dove esiste una grande massa di immigrati turchi e curdi, in particolare nelle città dove esistono ambasciate, consolati turchi e realtà economiche, industriali che fanno riferimento ai padroni turchi e a tutti coloro che fanno affari con la Turchia.
E' importante la mobilitazione dei sindacati di tutti i paesi per difendere gli attivisti sindacali, le organizzazioni sindacali, le lotte operaie; così come è importante la più ampia mobilitazione di scuole e università, sapendo che questo tipo di mobilitazione sarà soprattutto da settembre in poi che si potrà sviluppare.
Sin da subito va considerato il fronte particolare delle donne turche e curde, verso cui il regime scatena la repressione e l'imposizione violenta delle regole dell'integralismo islamico, facendo leva sulla base di massa reazionaria che sostiene il golpe.

Tutte le forme di lotta contro il regime di Erdogan sono necessarie, tutte vanno organizzate, tutte vanno sostenute.

In Italia e nei paesi imperialisti bisogna denunciare con forza il sostanziale appoggio alla dittatura di Erdogan. Le parole “critiche” che si esprimono circa la difesa della democrazia e dei diritti umani in Turchia e circa l'ingresso ora della Turchia nella UE, non nascondono che la Turchia di Erdogan resta il puntello importante dell'imperialismo Usa, dei governi imperialisti europei, a partire dalla Germania, della Nato e dell'imperialismo italiano, tutti impegnati nella più generale aggressione imperialista ai popoli nel Medio Oriente e nel Mondo Arabo.
Ciò non toglie che si debba chiedere anche ai governi con tutti i mezzi necessari che il regime di Erdogan sia isolato, gli ambasciatori ritirati, i rapporti economici, politici, diplomatici e militari sospesi, fino alla revoca dello stato di emergenza e la fine della sospensione dei diritti umani, dell'azione di repressione generale che viola anche tutti i diritti umani previsti dall'Onu, dalla Ue, ecc.

IL FASCISMO NON PASSERA'!
ORA E SEMPRE RESISTENZA!
MORTE AD ERDOGAN E ALL'IMPERIALISMO!
LIBERTA' PER I PROLETARI E I POPOLI!
SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE E INTERNAZIONALISTA!

Proletari comunisti – PCm Italia

24 luglio 2016

TURCHIA EMERGENZA INTERNAZIONALE -APPELLO

TURCHIA - Emergenza Internazionale - Appello di Proletari Comunisti - PC m Italia

Quali che siano state le vicende concrete del golpe tentato-mancato-autogolpe… la realtà  ora è una sola:
Erdogan, il suo partito, i suoi militari edificano una feroce dittatura fascista islamica al servizio dei padroni e di tutte le classi dominanti parassitarie
Non solo tutti i diritti di ogni genere e tipo vengo cancellati e in particolare quelli di operai – donne – studenti e docenti – intellettuali, giornalisti ecc.
Ma sono a rischio vita centinaia di migliaia di oppositori – decine di migliaia di prigionieri politici e militanti delle organizzazioni rivoluzionarie di ogni tendenza
E sono a rischio genocidio le popolazioni del nord Kurdistan
Sono a rischio  espulsione e massacri decine di migliaia di migranti.
La Turchia è un paese chiave per gli imperialisti USA, per la NATO, per gli stati e governi imperialisti europei; è in una fase di legame e copertura da parte dello stato d’Israele e la Russia di Putin; è collocato al centro dell’aggressione imperialista nel Medioriente – golfo persico, mondo arabo e nel principale focolaio di tensione del mondo, verso la guerra mondiale.
Bisogna sviluppare il più ampio movimento di denuncia e isolamento del regime di Erdogan
Il più ampio movimento di solidarietà con le masse proletarie, giovanili, femminili, con le forze rivoluzionarie turche e tutte le forze di opposizione democratica in Turchia, con tutte le forze del movimento di autoderminazione nazionale kurdo.
Un movimento antifascista, anti integralismo-islamico, antimperialista
Ogni paese d’Europa deve essere terreno di questo movimento
I paesi NATO ed europei devono essere coinvolti e le ambasciate turche e le istituzioni di questi paesi assediati
Ogni iniziativa, di massa e di avanguardia, pacifica e non, sono necessarie per raggiungere lo scopo
 

Proletari Comunisti – pcm italia
20 luglio 2016 

Dal mondo Kurdo

INFO da UIKI ONLUS

DEL MONDO KURDO
LUGLIO 2016

Il colpo di Stato fallito in Turchia e il piano anti-curdo di Erdogan Il 15 Luglio 2016 in Turchia è avvenuto un tentativo di colpo di Stato senza riuscita . Anche solo in questa fase iniziale, il processo post-golpe avrà importanti conseguenze. È importante capire che questo processo è iniziato il 7 Giugno del 2015, quando Erdogan ha perso le elezioni e condotto un’operazione anti-democratica sui risultati.


PKK: Un blocco democratico deve essere costituito immediatamente in Turchia Il PKK ha dichiarato che un blocco democratico che riunisce le organizzazioni della società civile, gli intellettuali , gli scrittori e gli artisti che rappresentano segmenti diversi che rivendicano democrazia in Turchia deve essere costituito immediatamente.


Dichiarazione del KCK sul tentativo di colpo di stato on Turchia C'è stato un tentativo di colpo di stato messo in atto da persone la cui identità e le cui motivazioni non sono ancora chiare.


HDP: La via d’uscita da questa crisi non è la dichiarazione dello stato di emergenza, ma la democrazia Cinque giorni dopo il tentativo di colpo di stato del 15 luglio, il Consiglio di sicurezza nazionale e il Consiglio dei Ministri hanno dichiarato lo stato di emergenza nel paese.


Kurkcu: Il colpo di stato in Turchia era destinato a fallire Credo che nei prossimi giorni vedremo tanti attacchi non più solo contro i gulenisti ma anche contro i secolari, i liberali, i democratici“A parlare, i capelli grigi, il sorriso aperto, la camicia a righe troppo stretta sulla pancia rotonda.


Demirtaş: Öcalan aveva ragione sul colpo di stato in TurchiaIl co-presidente del Partito democratico dei popoli (HDP) Selahattin Demirtaş oggi ha tenuto una conferenza stampa a seguito del colpo di stato fallito in Turchia.


In Turchia viene dichiarato lo Stato d’emergenza (OHAL)Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan dopo il tentativo del colpo di stato, ha annunciato lo stato di emergenza per tre mesi in Turchia.


HDP: Lo Stato d’emergenza è la realizzazione degli obiettivi del golpe"In ogni caso se il golpe fosse stato portato a termine avrebbero dichiarato uno stato di emergenza. Il governo dell'AKP che dichiara di aver respinto il golpe e protetto la democrazia ora annuncia uno stato di emergenza


OHAL, Lo stato di Emergenza è vissuto in Kurdistan per 36 anniIl presidente Tayyip Erdoğan ha annunciato lo stato di emergenza (OHAL) per tre mesi in Turchia dopo la riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale (MGK) tenutasi ieri.


LIBERTA’ PER ABDULLAH OCALAN

I curdi preoccupati dello stato di salute di Öcalan a seguito del colpo di stato  Il co-presidente del Partito democratico dei popoli (HDP) per la mobilitazione ,Nadir Yıldırım , ha commentato la situazione dei detenuti a seguito del fallito colpo di stato in Turchia ed ha affermato che il fascismo di stato si è infiltrato in tutti i settori della società.
URGENTE AZIONE Lettera aperta a CPT Le preoccupazioni per lo stato di salute di Abdullah Ocalan stanno aumentando dopo il tentato golpe di venerdì e per l’atmosfera sempre più violenta e imprevedibile. La lettera d’urgenza è da inviare al Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura CPT- Consiglio d’Europa.

La delegazione di İmralı : La sicurezza di Abdullah Öcalan non può essere ignorata Gli esponenti della delegazione di Imrali di HDP Sırrı Süreyya Önder, İdris Baluken e Pervin Buldan hanno tenuto una conferenza stampa hanno “Le condizioni di sicurezza di Öcalan sono una materia che non può essere ignorata.La materia è importante quanto l’atrocità causata del colpo di stato ed è un passaggio imprescindibile del cammino della democratizzazione da sviluppare”

Conferenza sul leader kurdo Abdullah Öcalan nel Sud del Kurdistan Una conferenza della durata di 3 giorni dal titolo: "Pace e stabilità in Medio Oriente attraverso le idee di Abdullah Öcalan" si è tenuta a Sulaimani, città del Kurdistan meridionale.

Essa Moosa: L’isolamento di Öcalan è peggiore di quello di Mandela  Continua la conferenza dal titolo "La pace e la stabilità in Medio Oriente seguendo le idee di Abdullah Öcalan" nella città di Sulaymaniye nel Kurdistan del sud. Il convegno organizzato dall' Accademia politica del pensiero democratico nel Kurdistan del sud è frequentata da 150 delegati provenienti dalle quattro parti del Kurdistan e da altri paesi.

Reggio Emilia dà la cittadinanza onoraria ai curdi e Ocalan  L'onorificenza in "segno di riconoscimento e condivisione dei principi di democrazia, uguaglianza e libertà per il popolo" curdo. Reggio Emilia conferisce la cittadinanza onoraria al popolo curdo e al suo leader Abdullah Ocalan, «in segno di riconoscimento e condivisione dei principi di democrazia, uguaglianza e libertà per il popolo stesso

TUHAD-FED: L’solamento di Abdullah Öcalan e dei prigionieri dovrebbe essere revocato I parenti che sono preoccupati dalle condizioni dei detenuti politici e del leader del PKK Abdullah Öcalan dopo il colpo di stato in Turchia, hanno chiesto di vedere i detenuti e di revocare l’isolamento.

DIRITTI UMANI
HRW: LO STATO TURCO BLOCCA LE INDAGINI SUI MASSACRI VERSO I CURDI  Human Rights Watch, l'organizzazione non governativa internazionale sui diritti umani , ha rilasciato un report sui massacri e sulla distruzione delle forze dello Stato Turco nelle regioni curde al sudest della Turchia.

IHD:Che cosa è accaduto nel Kurdistan del Nord negli ultimi 6 mesi? L’associazione dei diritti umani (IHD) ha rilasciato il suo rapporto sulla violazione dei diritti umani commessi nel Kurdistan del Nod durante i primi 6 mesi del 2016

Il numero dei prigionieri in Turchia raddoppiato rispetto al periodo del colpo di stato del 12 settembre Il numero delle persone attualmente detenute in Turchia ha raggiunto un livello record ed è raddoppiato persino rispetto al periodo del 12 settembre quando le persone detenute erano 79 mila

ROJAVA
Una rivoluzione dell’umanità vissuta in Rojava Il Coordinamento Generale dei Cantoni del Rojava ha rilasciato una dichiarazione che segna il quarto anniversario della rivoluzione del Rojava nel Kurdistan occidentale.

Squadre di sminamento hanno rimosso 600 mine attorno ai silos Squadre di sminamento hanno rimosso le mine installate dai mercenari dell'Isis attorno ai silos della città di Manbij. Il numero stimato di mine piantate è circa di 600 e di diversi tipi; gli ordigni sono stati installati proprio attorno e dentro i silos.

DONNE
Le donne di Hasakah: giudizi e analisi sul matrimonio in età infantile Le donne di Hasakah hanno dichiarato che il matrimonio infantile causa gravi danni alle donne e hanno detto: "Le donne che sono forzate a sposarsi da bambine, son private della loro infanzia."

Le donne si riuniscono con il progetto “frutteto biologico” di Çaldiran Le donne si riuniscono di nuovo con il progetto "Frutteto Biologico" effettuato sotto la guida del comune di Caldiran per l'occupazione femminile.

Al mercato con le carriole viola e i prodotti dell’ agricoltura naturale Le donne hanno raccolto i primi prodotti del progetto "agricoltura naturale", che hanno venduto portandoli al mercato gestito dagli uomini, con carretti a mano viola come secondo passo.

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Il nuovo capo di stato maggiore israeliano: soldati autorizzati a stuprare in tempo di guerra

Fonti internazionali hanno riferito, mercoledì 13 luglio, che il nuovo capo di stato maggiore israeliano è il rabbino, finito poi al centro delle polemiche, che aveva suggerito fosse permesso ai soldati stuprare le donne in tempo di guerra.

Il rabbino Colonnello Eyal Karim è stato eletto capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, con grande costernazione dei politici israeliani di sinistra, come Zahava Galon, il leader del partito Meretz, che ha affermato che Karim “non è adatto a rappresentare l’etica ebraica in qualunque modo, forma o contenuto”.
Karim è stato al centro delle polemiche nel 2012, quando era stata riportata dai media la sua esternazione, risalente al 2003, su un sito web di matrice religiosa, secondo la quale ai soldati era permesso commettere violenze in tempo di guerra.
In riferimento ad una domanda sugli stupri commessi dai militari, Karim aveva risposto dicendo “uno dei valori cruciali e più importanti in guerra è mantenere un elevato grado di combattività dell’esercito (…) le necessità e le emozioni dei singoli sono messe da parte per favorire il successo della nazione in guerra”.
“Proprio come in guerra, la barriera del rischio viene sfondata per conto di altri, vi sono ostacoli di modestia e violazioni del kasherut … Sebbene fraternizzare con un non ebreo sia sbagliato, è ammissibile in tempo di guerra, considerando le difficoltà dei combattenti”, aveva proseguito Karim, come riferito dai media israeliani.
“Poiché il successo della collettività è ciò che più importa in guerra, la Torah consente all’individuo di soddisfare la propria lussuria nelle condizioni permesse per amore delle generazioni successive”, aveva concluso.
Dopo che la sua dichiarazione era ampiamente circolata nel 2012, Karim aveva insistito sul fatto che fosse stata de-contestualizzata, e che personalmente non condonava lo stupro.
Il rabbino aveva proseguito dicendo che alle donne non dovrebbe essere permesso servire nell’esercito.
Il lunedì seguente la nomina di Karim come capo di stato maggiore, il rabbino ha rilasciato una dichiarazione ribadendo la propria opposizione allo stupro ma supportando la presenza delle donne nell’esercito.
Nonostante le affermazioni contrastanti di Karim, e l’indignazione pubblica alla sua nomina, i media israeliani hanno riferito che il portavoce dell’esercito israeliano ha dichiarato che l’esercito non ha intenzione di annullare la nomina di Karim, e che egli è, nei fatti, rabbino capo dell’esercito israeliano.
( Fonte: Infopal.it )

22/07/16

Un'altra strage di donne migranti

Un'altra strage di donne. Ventuno corpi in fondo ad un gommone, tutte ragazze giovani, uccise dalle ustioni provocate dal carburante fuoriuscito dalla tanica dell'imbarcazione fatiscente mischiata ad acqua di mare. E' questo il terribile spettacolo che si sono trovati davanti i soccorritori a bordo della nave Acquarius di 'Medici senza frontiere', impegnata in operazioni di soccorso nel Mediterraneo,che ha recuperato 22 cadaveri dopo avere tratto in salvo 209 migranti al largo delle coste libiche. Un solo uomo, 21 donne. "Quando la nostra equipe si è avvicinata al primo gommone, ha visto dei cadaveri che giacevano sul fondo dell'imbarcazione in una pozza di carburante", ha detto Jens Pagotto, capomissione di Msf per le operazioni di ricerca e soccorso. "I sopravvissuti hanno passato diverse ore a bordo con i cadaveri. Molti di loro sono troppo traumatizzati per riuscire a raccontare quanto accaduto".

Info: Mfpr