19/12/15

ALLA MARCIA DEL MFPR - 1° TAPPA MELFI: TRA LE OPERAIE DELLA SATA (dal racconto della delegazione)

La nostra iniziativa alla Sata è iniziata con il bell'incontro davanti alla fabbrica con Pina, l'operaia/delegata Fiom (unica delegata donna in tutta la fabbrica) che con coraggio sta portando avanti la battaglia sulla tuta, e i suoi compagni operai, tra cui due dei 3 licenziati nel 2010, che erano venuti apposta per incontrarci, dato che i loro turni di lavoro erano in altri orari.
Pina ci ha detto di sentirsi emozionata e commossa, le sono venute le lacrime agli occhi, per la presenza di lavoratrici di diversi posti che arrivano dal sud al nord alla Sata per sostenere la battaglia delle operaie.

Abbiamo appeso vari striscioni e cartelli ai cancelli, sul pulmino, messo un tavolino. Dopo poco sono arrivati due vigilanti, i quali sia pur con atteggiamento cortese hanno però detto che fuori potevamo fare tutto, ma non potevamo mettere striscioni ai cancelli. Noi abbiamo mantenuto fermo, spostando solo uno striscione.
Mentre un gruppo di compagne andava all'altra portineria C - anche qui con striscioni e volantini -
alla portineria B, dove stavamo, all'arrivo in massa delle operaie e operai con i pulmann abbiamo cominciato a parlare al megafono e a diffondere il volantino, mentre parlavamo con le operaie che arrivavano, per fare inchiesta, anche in funzione di costruire con le operaie una piattaforma dello "sciopero delle donne", e per avere contatti diretti.

Via via il piazzale si è riempito di tantissimi operai - dato che qui di fatto si incrociano gli operai che entrano con gli operai che escono dalla fabbrica. Per questo ad un certo punto abbiamo usato anche un secondo megafono per parlare alle operaie e operai che si fermano a fine piazzale in attesa dei pullman.
Le operaie e gli operai sono stati molto interessati dalla nostra presenza davanti ai cancelli della fabbrica. Le operaie e gli operai ci venivano incontro chiedendoci il volantino o parlandoci direttamente dei disagi dei soprusi che vivono all'interno della fabbrica, dalle "tute bianche" che è stata la battaglia emblematica che ha scatenato la rabbia tra le operaie, alle pause ridottissime in cui non si sa se sedersi o andare in bagno, ai giorni di riposo che volano, ecc.
Il volantino distribuito alla Sata


Un'operaia ci ha raccontato di subire mobbing da parte della direzione, che l'ha dovuta mantenere al lavoro dopo un ricorso, fatto circa 10 anni fa, e vinto contro la Fiat, ma tenendola seduta a non lavorare per tutta la durata della giornata lavorativa; l'operaia molto abbattuta ci ha riferito che si sente in una sorta di inutilità tale da provocarle un esaurimento nervoso che si ripercuote sulla quotidianità della vita oltre la fabbrica, come il rapporto con  la famiglia con conseguenze principalmente sui figli.
Altre operaie ci hanno riferito che all'interno della fabbrica c'è un comportamento mafioso che  disarma gli operai; qualcun'altro ha commentato che i sindacati  hanno rovinato la fabbrica con i loro accordi compiacenti. Le operaie ci hanno raccontato che sono molti i problemi dentro la fabbrica, oltre le tute bianche, ci sono le pause, lo sfinimento provocato dal lavoro estenuante alla catena di montaggio, dove é impossibile distrarsi, e tanti altri problemi...
Il clima tra le operaie è di insopportabilità della situazione ma anche di paura.
La nostra denuncia sulla pesantezza del lavoro, le pause ridotte, l'attacco alla dignità delle operaie è stata raccolta con segni di assenso.
Anche gli operai erano interessati a leggere il volantino, ce lo venivano loro a chiedere pur sapendo che parlava delle operaie.

(CONTINUA DOMANI CON L'INCONTRO CON PINA E GLI ALTRI OPERAI)

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