11/07/15

L'11 luglio di 17 anni fà, moriva "Sole"

Assassinata dallo stato borghese l'11 luglio del 1998, Maria Soledad Rosas (Sole), ha scavato con la sua breve vita di amore e di rabbia, un solco incolmabile sulla via della rivolta. E' stata una delle prime martiri della lotta NO TAV e in questo giorno vogliamo ricordare le sue parole, incise come nella pietra dalla sua morte nella memoria del movimento no tav, di coloro che lottano per rovesciare questo sistema di morte, ingiustizia, sfruttamento

LIBERTA' PER TUTTI I COMPAGNI PRIGIONIERI NELLE CARCERI IMPERIALISTE!
IL PROLETARIATO NON HA NAZIONE
INTERNAZIONALISMO, RIVOLUZIONE!

Da una lettera di "Sole", dopo l'assassinio di "Baleno":

Compagni,
la rabbia mi domina in questo momento. Io ho sempre pensato che ognuno è responsabile di quello che fa, però questa volta ci sono dei colpevoli e voglio dire a voce molto alta chi sono stati quelli che hanno ucciso Edo: lo Stato, i giudici, i magistrati, il giornalismo, il T.A.V., la Polizia, il carcere, tutte le leggi, le regole e tutta quella società serva che accetta questo sistema.
Noi abbiamo lottato sempre contro queste imposizioni e' per questo che siamo finiti in galera.
La galera e' un posto di tortura fisica e psichica, qua non si dispone di assolutamente niente, non si può decidere a che ora alzarsi, che cosa mangiare, con chi parlare, chi incontrare, a che ora vedere il sole. Per tutto bisogna fare una "domandina", anche per leggere un libro. Rumore di chiavi, di cancelli che si aprono e si chiudono, voci che non dicono niente, voci che fanno eco in questi corridoi freddi, scarpe di gomma per non fare rumore ed essere spiati nei momenti meno pensati, la luce di una pila che alla sera controlla il tuo sonno, posta controllata, parole vietate.
Tutto un caos, tutto un inferno, tutto la morte.
Così ti ammazzano tutti i giorni, piano piano per farti sentire più dolore, invece Edo ha voluto finire subito con questo male infernale. Almeno lui si e' permesso di avere un ultimo gesto di minima libertà, di decidere lui quando finirla con questa tortura.
Intanto mi castigano e mi mettono in isolamento, questo non solo vuol dire non vedere nessuno, questo vuol dire non essere informata di niente, non avere nulla neanche una coperta, hanno paura che io mi uccida, secondo loro il mio e' un isolamento cautelare, lo fanno per "salvaguardarmi" e così deresponsabilizzarsi se anche io decido di finire con questa tortura. Non mi lasciano piangere in pace, non mi lasciano avere un ultimo incontro con il mio Baleno.
Ho per 24 ore al giorno, un'agente di custodia a non più di 5 metri di distanza.
Dopo quello che e' successo sono venuti i politici dei Verdi a farmi le condoglianze e per tranquillizzarmi non hanno avuto idea migliore che dirmi: "adesso sicuramente tutto si risolverà più in fretta, dopo l'accaduto tutti staranno dietro al processo con maggiore attenzione, magari ti daranno anche gli arresti domiciliari". Dopo questo discorso io ero senza parole, stupita, però ho potuto rispondere se c'è bisogno della morte di una persona per commuovere un pezzo di merda, in questo caso il giudice.
Insisto, in carcere hanno ammazzato altre persone e oggi hanno ucciso Edo, questi terroristi che hanno la licenza di ammazzare.
Io cercherò la forza da qualche parte, non lo sò, sinceramente non ho più voglia, però devo continuare, lo farò per la mia dignità e in nome di Edo.
L'unica cosa che mi tranquillizza sapere è che Edo non soffre più. Protesto, protesto con tanta rabbia e dolore.
***
L'11 luglio 1998 Maria Soledad Rosas (Sole) muore suicida, impiccandosi nei locali della comunità Sottoiponti di Benevagienna, dove si trovava agli arresti domiciliari.
Sole era nata a Buenos Aires il 23 maggio 1974 ed era giunta in Italia nel 1997.
Il 5 marzo 1998 era stata arrestata insieme al suo compagno Edoardo Massari (Baleno) e ad un altro militante rivoluzionario, Silvano Pellissero. La polizia aveva fatto irruzione nell'ex obitorio del manicomio di Collegno, occupato dal 1996, dove i tre arrestati vivevano.
Tra il 1996 e il 1998 in Val di Susa si erano verificati numerosi atti di sabotaggio, diretti contro centraline elettriche, trivelle, impianti della Sitaf, della Telecom, della Omnitel e contro un ripetitore Mediaset, tutti rivendicati dai fantomatici "Lupi Grigi". Questi "attentati" non avevano mai procurato grandi danni, fatta eccezione per il furto di alcune attrezzature dal municipio di Caprie, cui era seguito un incendio. Gran parte delle azioni erano state fatte quando Soledad non era ancora arrivata in Italia.
Il 7 marzo il gip confermò l'arresto: le accuse erano di banda armata e associazione eversiva (art.270 bis). Il processo continuò sul piano giudiziario, guidato dai pm Laudi e Tatangelo, ma anche sul piano mediatico, dove con titoli altisonanti si enfatizzava il ritrovamento di prove inesistenti che mai verranno presentate al processo.
Il 26 marzo il tribunale respinse l'istanza di scarcerazione.
All'alba del 28 marzo Edoardo Massari venne trovato impiccato alla sua branda nel carcere delle Vallette.
La morbosità mass-mediatica si scatenò: alcuni giornalisti decisero di non rispettare la volontà della famiglia di Edoardo Massari, la quale aveva chiesto che al funerale non fossero presenti giornalisti, scatenando la rabbia degli amici di Edoardo; a farne le spese furono il cronista Daniele Genco e l'auto dell'allora inviato de "Il Manifesto" Paolo Griseri.
Il processo di primo grado si è chiuso il 31 gennaio 2000 con una condanna a 6 anni e 10 mesi per Pellissero: furto e devastazione al municipio di Caprie, associazione sovversiva, attentato alla cabina elettrica di Giaglione, detenzione di esplosivi eccetera.
Il 4 marzo 2002, alla scadenza dei quattro anni di detenzione, la magistratura ha emesso l'istanza di scarcerazione per decorrenza dei termini; Silvano è stato però effettivamente liberato solo il 12 marzo, in quanto i carabinieri lasciarono passare un'intera settimana prima di comunicare la notizia all'interessato.
Nel 2002 la Corte di Cassazione di Roma ha ridimensionato le tesi dei pm torinesi Laudi e Tatangelo: l'associazione eversiva è diventata associazione a delinquere. Venendo a cadere l'accusa più grave (le finalità eversive e terroristiche dei reati contestati) la Corte d'Appello di Torino ha ridotto la pena per Silvano Pellissero a 3 anni e 10 mesi.
Una scintilla di rivolta e sarà Sole in un Baleno

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