16/10/14

Convegno donne kurde: un estratto dell'intervento di Havin Guneser



il PKK è nato poco dopo gli straordinari e rivoluzionari effetti del 1968…alla fine nel 1978
I fondatori del PKK venivano da diversi percorsi di vita, convinzioni, etnie e c’erano delle donne già nel nucleo iniziale del gruppo. Questa combinazione di giovani di origini rurali e urbane, la maggior parte dei quali erano studenti, davano a questo movimento uno straordinario dinamismo. Una simile combinazione non consentiva il dogmatismo.
Quindi feudalesimo, sciovinismo, nazionalismo e dominio maschile in generale furono rigettati fin dal principio, dando al movimento una buona base su cui svilupparsi. [...] Ma poi nel 1980 ci fu un golpe militare… Fu uno dei colpi di stato militari più duri di tutti i tempi. … La resistenza e la lotta dei componenti del PKK nel famigerato carcere di Diyarbakir; tra loro la resistenza delle donne e in particolare quella della fondatrice del PKK Sakine Cansiz, presto divennero una narrazione quasi mitologica.
Le aspirazioni di libertà del popolo curdo, ma specialmente quelle delle donne curde, la lotta implacabile di Sakine Cansiz e la sua resistenza di fronte alle orrende torture alle quali era sottoposta, aprirono la strada al fatto le donne avessero un ruolo enorme nei giorni a venire. [...]



Le donne si unirono alle forze della guerriglia fin dall’inizio per via del sessismo basato sulle strutture feudali tribali con il quale si confrontavano e per via della rabbia che provavano di fronte alla crescente oppressione colonialista e sfruttatrice dello stato turco nei confronti dei curdi. Arrivarono persone con percorsi di vita di ogni genere per combattere una lotta comune.
Già si incontrava il primo problema. Arrivare e unirsi a un movimento rivoluzionario, non bastava a superare le caratteristiche consolidate derivanti dalle strutture colonialiste e feudali. Iniziarono a emergere problemi, in particolare nell’approccio nei confronti delle donne c’era un tentativo di riprodurre ruoli tradizionali nelle forze di guerriglia e nelle strutture di partito. C’erano donne che accettavano la riproduzione di questi ruoli e c’erano anche donne che la rifiutavano.


Quindi presto l’organizzazione si accorse della gravità del problema che aveva davanti e costruì la YJWK (Unione Patriottica delle Donne del Kurdistan) nel 1987. La fondazione di questa unione fu la prima dichiarazione di intenti verso un’organizzazione delle donne unica e separata.
Negli anni ’90 c’è stato un enorme afflusso di donne nelle forze della guerriglia. Questo obbligava alla formazione di una nuova organizzazione con le forze della guerriglia.
Nel 1993 per la prima volta furono formate unità di sole donne. Questo significava che non sarebbero state sotto il controllo diretto di guerriglieri maschi e che avrebbero avuto modo grado di fare dei propri piani di decisioni e quindi di realizzare questi piani.


Il conseguente sviluppo delle donne nell’autodifesa diede loro sicurezza si sé. Questo portò a enormi trasformazioni ideologiche, politiche e sociali. Questa fu la seconda svolta dopo l’eroica resistenza delle donne nelle carceri turche. In effetti portò a cambiamenti rivoluzionari nel modo in cui le donne erano percepite all’interno della società curda e dai maschi. Così più tardi nel 1995 fu formata la YAJK (Unione delle Donne Libere del Kurdistan).

Da allora in poi il lavoro sociale e politico fu svolto non solo tra le donne, ma anche nella società. Allo stesso tempo iniziò anche il lavoro per la solidarietà internazionale. È durante questi anni che Öcalan iniziò a parlare di un nuovo concetto: uccidere il maschio dominante.  Da quel momento la lotta di liberazione delle donne diventò più radicale. Iniziarono a parlare di staccarsi dalla mentalità dominante della modernità, psicologicamente e culturalmente. Ma parlavano anche di un progetto in parallelo per trasformare i maschi. A questo scopo la formazione degli uomini era fatta dalle donne.

Mentre si avvicinava il 1998, le donne definirono i principi dell’ideologia della liberazione delle donne e per metterla in pratica formarono il PJKK (Partito delle Lavoratrici del Kurdistan). Nel 2000 allargarono la loro prospettiva organizzativa e di lotta e fondarono il PJA – Partito delle Donne Libere. Una delle più importanti conquiste di questo periodo è il Contratto Sociale delle Donne. 

Si può definire il periodo tra il 1993 e il 2003 il periodo di transizione per costruire un’alternativa alla modernità capitalista. Il materiale teorico disponibile, esperienze passate di vari altri movimenti, il femminismo e l’esperienza dello stesso PKK portarono il movimento a concludere che la schiavitù delle donne costituiva la vera base di ogni successiva riduzione in schiavitù, così come di tutti i problemi sociali […]
Il soggiogamento sociale della donna è la più vile controrivoluzione che sia mai stata fatta. Öcalan evidenzia che .‘La spada della guerra brandita dallo stato e la mano dell’uomo all’interno della famiglia sono simboli di egemonia. L’intera società suddivisa in classi, dagli strati più alti ai più bassi è incastrata tra la spada e la mano’. Il capitalismo e lo stato-nazione sono analizzati per rappresentare il maschio dominante nella sua forma più istituzionalizzata.
La società capitalista è la continuazione e il culmine di tutte le vecchie società basate sullo sfruttamento […] la forma economica e sociale capitalista non è una necessità storica, è una costruzione forgiata attraverso un processo complesso. […]
Le nostre democrazie contemporanee si sono sviluppate secondo la democrazia romana che è rappresentativa anziché partecipativa. […] L’autonomia democratica invece è democrazia radicale soprattutto con la partecipazione organizzata e attività decisionali delle donne, ma anche di tutte le aree della società che si organizzano e prendono parte direttamente al processo decisionale per essere in grado di decidere su questioni che le riguardano direttamente e indirettamente.  Così il movimento delle donne ha attraversato diversi periodi di ristrutturazione.
C’era bisogno di un’organizzazione delle donne che trascendesse le strutture di partito e che fosse più flessibile e che fosse un’organizzazione completa confederale delle donne. Quindi nel 2005 è stato fondato il KJB (Alto Consiglio delle Donne). Come risultato c’è stata azione e ristrutturazione organizzativa per dare luogo alla formazione del nuovo paradigma basato sulla democrazia, l’ecologia e la libertà delle donne. Il KJB è stato costituito per diventare il punto di coordinamento tra le forze di autodifesa, organizzazioni sociali, il partito delle donne PAJK e l’organizzazione delle giovani donne.
Nel settembre del 2014 l’organizzazione delle donne ha attraversato un’altra trasformazione e contemporaneamente di conseguenza ha cambiato il suo nome in KJK. C’era bisogno di questa trasformazione per affrontare in ugual modo e complessivamente i bisogni della società e la formazione delle istituzioni necessarie per continuare con la trasformazione degli uomini, la democratizzazione della società, per creare etica ed estetica della vita libera.
Le donne quindi si organizzano a partire dal livello locale verso e in tutte le strutture decisionali. Prendono autonomamente tutte le decisioni che le riguardano e sono rappresentate a livello locale e a tutti i differenti livelli in cui vengono prese decisioni che riguardano l’intera società. […]
La schiavitù delle donne è stata perpetuata su tre livelli: la costruzione della schiavitù ideologica; poi l’uso della forza; infine l’esclusione dall’economia, allora anche queste tre aree vanno affrontate simultaneamente.   […]
Il capitalismo è in una crisi sistemica e sta cercando di modificare questo stato di cose cambiando e trasformando se stesso. Questo non deve necessariamente significare che questa trasformazione sia un progresso. Al contrario, le forze reazionarie in tutto il mondo stanno cercando in diverse forme di imporre alla popolazione mondiale, e in particolare alle donne, un sistema più di destra. Il caos si è concentrato sul Medio Oriente e al suo interno su Kobane, in Kurdistan.
La lotta in quel luogo ha un doppio significato; per i curdi e per la lotta generale per libertà in tutto il mondo e per le donne. Abbiamo bisogno di guardare oltre le nuvole. Questo costituisce anche un’opportunità per le forze democratiche di emergere da questo caos come grandi vincitrici. Qualsiasi cosa sia stata costruita dalla mano umana può essere distrutta dalla mano umana. La schiavitù delle donne non è né una legge della natura, né è destino.


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