20/10/14

contro il "marcio"corteo degli integralisti



Il 25 ottobre, a un mese esatto dal 25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne vengono lasciati sfilare – per la seconda volta in sei mesi – a Milano e, in contemporanea a Caserta-sfileranno gli integralisti cattolici del Comitato No194, compreso Militia Christi, che si pone l’obiettivo di abrogare la 194 e la criminalizzazione delle donne e dei medici che praticano l’ aborto. E’lo stesso Comitato che promuove le oscene “preghiere di riparazione di aborto ed eutanasia” davanti agli ospedali pubblici di diverse città. Una presenza fortemente intimidatoria.
Questa marcia avviene in una regione , che già negli anni delle giunte Formigoni, si è particolarmente distinta per gli attacchi ideologici, pratici contro le donne: ricordiamo, qui: il seppellimento dei feti abortiti, il permesso di ingresso del CAV negli ospedali, le moderne ruote degli esposti, il tentativo di ridisegnare la legislazione nazionale in tema di IVG. Contribuendo a spandere a piene mani un humus maschilista, pregno di concezioni reazionarie verso le donne. Oggi la "tradizione" continua con la giunta Maroni, con un di più di razzista verso le donne immigrate nei “provvedimenti” legislativi; oltre ai tagli ai parti indolori  ai fondi Nasko, fondi per il “sostegno” alla maternità, puro strumento ideologico al servizio della centralità della famiglia, del ruolo in essa delle donne, potranno accedere le donne da anni residenti in Lombardia;  il “diritto alla vita” delle donne non conta, la condizione reale fatta di precarietà, non lavoro, peggioramento delle condizioni di lavoro, tagli di servizi scaricati sulle donne…Ma, soprattutto, la giunta Maroni si è adoperata per  la trasformazione dei Consultori in “Centri di supporto alle famiglie: un attacco ideologico e pratico contro le donne, che pone al centro la famiglia con il ruolo subordinato in essa delle donne e le priva di una delle poche strutture di riferimento per l’autodeterminazione in tema di maternità:  invece di aumentarne il numero – per legge dovrebbe esserci un consultorio ogni 20.000 abitanti, attualmente sono 1 ogni 60.000.
Queste marce  avvengono in un Paese in cui l’aumento crescente degli  obiettori di coscienza  limita sempre più il diritto d’aborto e quindi la libera scelta delle donne in tema di maternità, ma, soprattutto, mette a repentaglio la vita stessa delle donne costrette a pendolarismo nelle regioni in cui il tasso di obiettori è minore, al ricorso a pratiche abortive “fai da te”, all’aborto clandestino soprattutto tra le immigrate; in un Paese in cui periodicamente . In una fase di crisi, per prime le donne vengono ricacciate a casa, sia perché sono le prime ad essere licenziate, sia perché si scarica su di esse  il ruolo di “supplente” dei servizi di cura sempre più carenti e queste manifestazioni sono parte delle campagne che servono a giustificare e rendere “normale” una condizione delle donne difficile, di subalternità, sottomissione, queste marce contribuiscono a diffondere una concezione delle donne oscurantista e reazionaria. Noi riteniamo ci sia un nesso stretto tra l’ humus oscurantista  e reazionario che vuole riportare le donne a un Moderno Medioevo e l’aumento delle violenze contro le donne, sino alle uccisioni. L’abbiamo fortemente affermato nello storico sciopero delle donne del 25 novembre 2013 e nell’ 8 marzo Giornata internazionale di lotta delle donne. Per ciò riteniamo che questo corteo, le preghiere in “riparazione di aborto ed eutanasia” siano parte della guerra di bassa intensità contro le donne e i promotori l’anima “militante” della Chiesa, l’attuale Papa incontrando di recente gli esponenti del movimento per la vita ha dichiarato:” "L'aborto e l'infanticidio sono delitti abominevoli", concezione ribadita nel Sinodo in corso in questi giorni. E non certo di meri dibattiti religiosi si tratta, ma di indicazioni pratiche.
Per questo abbiamo contrastato il corteo del 12 aprile - il contropresidio, pur in poche, ha permesso alle tante donne che  si sono trovate inaspettatamente di fronte a una scena con macabre croci con fetini, volantini di negazione del diritto di scelta delle donne  e di  criminalizzazione delle donne che ricorrono all’ IVG,  di trovare   femministe  a contrastare sul campo i clerico-fascisti; in tante hanno ringraziato,  si sono sentite risollevate dal senso di profonda offesa,  preoccupazione, di rinnovata oppressione  e rabbia perché si fosse permesso questo odioso corteo  e hanno sostenuto le ragioni del contropresidio – e saremo ancora in piazzale Cadorna il 25 ottobre dalle 14.30 per contrastarlo e invitiamo le lavoratrici, le donne in lotta contro precarietà, contro gli attacchi ai diritti a partecipare con cartelli, slogan….perchè  occorre  contrastare a 360° gli attacchi ideologici, pratici, politici che in tema di autodeterminazione le donne di questo
 paese, a macchia di leopardo subiscono, a partire dalla cancellazione dell’obiezione di coscienza.

IL DIRITTO D’ABORTO NON SI TOCCA!
Contro Moderno Medioevo, Chiesa, Stato, Capitale
Giù le mani dal corpo delle donne!
Fascisti reazionari, passerete un guaio noi non torneremo a prezzemolo e cucchiaio!
Le lavoratrici, precarie, disoccupate aderenti all’  mfpr -Milano

 Per contatti: mfpr.mi1@gmail.com

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