09/10/14

6 denunce a Perugia per la manifestazione contro le “Sentinelle in Piedi”


Domenica 5 ottobre le strade e le piazze delle città italiane sono state invase da un fiume di gente festante, che con
ironia e gioia ha travolto l’immobile oltranzismo cattolico omofobico e sessista delle “Sentinelle in piedi”, scese in piazza per sostenere una fantomatica libertà di espressione, di fatto per esprimersi contro l’agibilità sociale e politica e l’accesso ai diritti di donne, gay, lesbiche, trans etc..
L’esplosione di soggettività che li ha travolti ha messo in scena un protagonismo sociale differente, che non si limita alla difesa della libertà, ma è esso stesso esercizio e pratica della libertà. In tantissim* hanno riconquistato con una forza dirompente visibilità e agibilità politica in quegli spazi di vita quotidiana (la città stessa) che le politiche antisociali e liberticide dell’austerity sottraggono e rendono meno accessibili a tutt* ed ancora meno a chi rappresenta l’altro di una supposta neutralità del diritto (donne, gay, lesbiche, trans…).
In tutta Europa e non solo, le politiche neoliberiste negano reddito, smantellano i servizi e il welfare residuale, eliminando qualsiasi sicurezza sul futuro. Contemporaneamente a questa stretta micidiale sulla vita di ciascun@ di noi, avanza la destra sociale ed un nuovo fondamentalismo religioso arrogante, bigotto che individua nelle differenze (le donne, le lesbiche, i gay, ma anche l’altro, il migrante, il nero…) il nemico da combattere, da contenere, da ricondurre violentemente nella “norma” e da rendere invisibile in prestabiliti confini- anche spaziali- fuori dal diritto, come la casa o il centro di detenzione ed espulsione. Non occorre spostare in maniera voyeuristica lo sguardo verso le leggi antigay in Russia o verso i fanatici religiosi vestiti di nero dell’Isis, (che incivili gli altri!), perché l’avamposto della reazione è già in Europa. Chiaro esempio ne è la bocciatura della risoluzione Estrela, su “salute e diritti sessuali e riproduttivi”, da parte del Parlamento Europeo. Ma anche nei singoli paesi dell’Unione le cose non vanno diversamente: in Spagna, il tentativo di eliminare la legge sull’aborto ad opera di Gallardon (per fortuna attacco rientrato dopo ingenti mobilitazioni sostenute dal movimento femminista); in Francia le manifestazioni anti gay e lesbiche di Manif pour tous, che hanno portato alla vittoria delle destre. E in Italia? Il movimento delle “Sentinelle in Piedi” privatizza da quasi un anno le piazze, protetto dai tutori dell’ordine e offre loro il pretesto di reprimere ogni forma di (r)esistenza non mercificabile.
Anche Perugia il 29 marzo scorso aveva reagito in maniera spontanea, festosa e rumorosa alla violenza del silenzio imposto dalle sentinelle in Piazza della Repubblica. Ma a fronte dei tanti tamburelli che domenica 5 ottobre a Napoli hanno accompagnato la riconquista delle strade, nella città umbra un solo tamburello è bastato a dare avvio a procedimenti legali nei confronti di alcune persone, tanto pesanti per i capi di imputazione quanto ridicoli per le argomentazioni.
A distanza di sei mesi sono, infatti, stati denunciati alcun* attivist* dell’Omphalos Arcigay Arcilesbica Perugia e alcun* militant* del Collettivo Bella Queer Perugia che quel giorno di marzo si trovavano in piazza insieme a tante soggettività del mondo LGBT, femminista e queer della città. Denunce sulla cui emanazione potrebbe ragionevolmente aver pesato la nuova giunta di centrodestra. “Ombrelli colorati, accessori di abbigliamento multicolore e cori” e la percussione di un famigerato “tamburello di grosse dimensioni”, secondo quanto riportato nei documenti della Procura, sarebbero le “armi improprie” a disposizione degli/delle accusat* di disturbo della quiete pubblica, manifestazione non autorizzata e oltraggio a pubblico ufficiale.
Le denunce perugine, come quelle notificate anche in altre città italiane, rappresentano l’ennesimo tentativo di silenziare un’inarrestabile rivendicazione di eccedenza dalla norma eterosessuale e dai ruoli di genere, rigidamente codificati. Un tentativo di ricondurre alla domesticità una nuova soggettività eterogeneamente costitutiva, che, oltre la crisi e contro le politiche di austerity, sa opporre capacità critica, creatività e desiderio. Come ennesima beffa ed atto di autorità, sintomi del già citato clima reazionario che si respira in Europa, le denunce arrivano lo stesso giorno in cui il Ministro degli Interni Alfano attiva delle disposizioni che cancellano dai registri comunali i matrimoni tra persone dello stesso sesso officiati all’estero.
Tali strategie di potere sono votate al fallimento, perché non si può arrestare una realtà non eteronormata che già si è conquistata degli spazi da attraversare, mettendo in crisi tutte quelle retoriche costrittive e restrittive nei confronti dei corpi, e che nello scorso week end si è presa anche la ribalta mediatica. Ma non appena questa stessa visibilità verrà spogliata del suo contenuto politico, non bisogna abbassare la guardia sulle conseguenze che potrebbero avere i procedimenti penali avviati a Perugia, come in altre città italiane. Per questo non dimentichiamoci dei/delle compagn* e dei vari nazisti dell’Illinois che con i loro corpi, le loro performance hanno contrastato e risignificato le presunte egemonie reazionarie. E’necessario alzare il livello di critica organizzando assemblee pubbliche, aperte a tutta quella cittadinanza che già ha espresso spontaneamente il proprio dissenso.
Facciamo, in particolare, appello alla città di Perugia, alla sua ricchezza straordinaria di cooperazione, alle soggettività critiche che essa produce tutti i giorni: risvegliamo gli anticorpi in grado di debellare i continui attacchi ai diritti di tutt*, riprendiamoci agibilità politica in città, per praticare un esercizio comune e collettivo di libertà.
Per esprimere una prima condanna delle denunce e per decidere insieme cosa fare, ci vediamo tutte e tutti il 9 ottobre alle 18 al chiostro della Casa dell’Associazionismo, in via della Viola n° 1
STAY REBEL STAY QUEER
Collettivo Transfemministaqueer BellaQueer Perugia

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