18/09/14

Roma, guardia giurata uccide la sua ex con un colpo alla nuca. E' Stato un errore?

Articolo su adnkronos

Un vigilantes uccide la sua ex compagna (una ragazza di 27 anni) con un colpo di pistola alla nuca e si parla di "incidente", di "errore umano".
Di "errori umani", di "effetti collaterali" che hanno assassinato decine di migliaia di donne e bambini è piena la storia delle guerre imperialiste e nella guerra di bassa intensità contro le donne questi "errori" a volte assumono sembianze kafkiane, ai limiti dell'assurdo come in questo caso. Per i mass media e per la polizia, infatti, non si è trattato di femminicidio, ma solo di "incidente".
Se errore è stato, tuttavia, le cause di questo errore non vanno ricercate nelle modalità con cui la guardia si è tolta la fondina, ma sul fatto che il vigilantes fosse autorizzato a girare con una pistola caricata a morte, tanto da poter uccidere chiunque gli capitasse a tiro e guarda caso gli è capitata a tiro la sua ex.
E' stata un'"operazione chirurgica" o un "effetto collaterale"? E' stato un errore o è stato voluto? Di sicuro è Stato ...il frutto di quell'"Italia a mano armata” di cui parlava Repubblica in un articolo del 2010 e che abbiamo citato nell'opuscolo dello stesso anno, "Uccisioni delle donne oggi". Di sicuro è Stato ...il frutto di questo sistema, marcio dalle sue fondamenta, che di violenza sulle donne si alimenta e contro il quale, con la scintilla dello sciopero delle donne, abbiamo sollevato la voce e il pugno di decine di migliaia di donne, lavoratrici, precarie, studentesse ecc., perché tutta la vita deve cambiare!

Dal dossier "La scintilla dello sciopero delle donne": ""Lo sciopero delle donne" che ha dato vita a momenti di lotta, di gioia, di rabbia, di ribellione contro questa società che è la madre di tutte le violenze contro le donne, non è stato che "l'assaggio" e rappresenta una tappa di un percorso lungo, tortuoso, ma di lotta e forti azioni da parte delle donne per ciò che desideriamo e meritiamo... per spezzare le doppie catene che questa barbara società capitalista ci ha imposto! Lo sciopero delle donne ha posto un punto di non ritorno: le donne non vogliono più solo denunciare, lamentarsi, ma si ribellano e lottano. E quindi diciamo: “mai più come prima!”, agli uomini che odiano le donne, ai padroni, al governo, allo Stato che odia le donne; “tutta la vita deve cambiare!".

Con lo sciopero delle donne abbiamo tessuto una rete di donne e compagne che già ora ha ottenuto dei risultati: ci siamo riprese l'8 marzo con la mobilitazione; attraverso la denuncia pubblica e l'azione diretta abbiamo raggiunto piccoli obiettivi, limitati nello spazio e nella sfera di influenza, che tuttavia ci incoraggiano, perchè concreti e immediati (rimozione magliette sessiste da un'area di servizio e messaggio sessista da una macelleria), perchè con essi abbiamo sperimentato ancora una volta che con l'unione e l'azione si crea la forza.
Ma se vogliamo che tutta la nostra vita cambi, tutta la società deve essere rivoltata, i campi di battaglia sono tanti e le donne, che hanno doppie e triple catene da spezzare in questo sistema capitalista e imperialista devono essere in prima fila sempre.

Luigia da L'Aquila per l'mfpr

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