05/03/14

8 marzo a Roma

Due appuntamenti a Roma l'8 marzo e diretta h24 del martedì femminista e lesbico autogestito:


8 marzo con chi è privata della libertà
della Coordinamenta
ore 11.00 sotto Rebibbia Femminile,
al pratone in fondo a via Bartolo Longo.


COMUNICATO


Siamo rinchiuse in una gabbia a cielo aperto, fatta di parole corrotte e segnali stravolti, fatta di quotidiane espropriazioni di pezzi della nostra vita e della nostra immaginazione , una gabbia che hanno costruito per noi e che hanno chiamato “normalità”.
La nostra “normalità” è così l’esecuzione automatica, inconscia, di gesti quotidiani che sono programmati da qualcun altro. Le nostre giornate sono piegate alle esigenze di un sistema produttivo che succhia costantemente le nostre risorse e non dà indietro nulla, ad eccezione delle macerie.
Siamo costrette/i in doveri e divieti sempre più capillari che aspirano a regolare ogni nostro comportamento, dal più privato al più pubblico.  Vorrebbero farci correre sulla ruota come i criceti, con l’illusione di arrivare da qualche parte e, se non ci adeguiamo a questo circo di sfruttamento ci pensa l'apparato repressivo a metterci in regola.
Questo presente fatto di galere con le sue quotidiane violenze, assordanti anche quando sono silenziose, viene spacciato come il migliore, oppure come il meno peggio, in ogni caso come unico esistente, costruendo in questo modo l'ultima delle gabbie: la rassegnazione.
 In questa operazione programmata svolgono un ruolo importante la socialdemocrazia e il riformismo, comprese le componenti femminili, che nelle reti della comunicazione quotidiana fanno la guerra alla memoria e all’identità del movimento femminista, manipolandone la storia, strumentalizzando l’oppressione di genere, di razza, i diritti umani….falsificando la lettura della società e tentando di farne dimenticare la struttura e la divisione in classi. Creano, così, una società che fa dell’antirazzismo-razzista, dell’antisessismo-sessista e della strumentalizzazione dei diritti umani il grimaldello per addomesticare le coscienze.
Vorrebbero addomesticare anche le nostre lotte, e se il tentativo fallisce arrestarle attraverso il braccio della legge. Vorrebbero poi farci fare processioni per chiedere qualche grazia che una volta elargita sarebbe comunque un atto di potere e come tale, con lo stesso atto, potrebbe essere tolta.
Contro questo misero presente lottiamo fino all'ultimo respiro,  opponiamo pratiche di conflitto su tutti i terreni dello scontro: riappropriandoci di ciò che ci spetta, ma anche di una visione del mondo diversa e incompatibile con quella attuale, ci riappropriamo anche delle parole e dell'immaginario.

#Yo decido e lotto marzo
delle Reti #IoDecido e #maipiùclandestine
ore 15,00 a piazza dei Condottieri – Pigneto – san Lorenzo – Policlinico
ARTICOLO

di Marina Zenobio
Con un sit-in a Roma, in Piazza del Popolo, le donne della rete nazionale "#maipiùclandestine" hanno ufficialmente lanciato la loro Campagna in difesa della legge 194 e contro la carenza nelle strutture sanitarie pubbliche di medici non obiettori. Una battaglie che si concentra, appunto, sulla richiesta della piena applicazione della legge sull'aborto conquistata nel 1978. "Il problema - dicono le "#maipiùclandestine" - non è la legge quanto la sua difficile applicazione, dato il numero elevatissimo di medici obiettori di coscienza - ben 7 su 10 - nel sistema sanitario pubblico". In Italia ormai sono pochissimi i medici che garantiscono l'applicazione della 194, i non obiettori sono così pochi che spesso non fanno altro che praticare aborti.

"Tra 10 anni, quando questa classe medica sarà in pensione, la 194 sarà completamente inapplicabile" sostengono le manifestanti. La carenza di medici non obiettori sta in pratica impedendo l'applicazione della 194, mettendo le donne in pericolo, costringendole ad una lunga e dolorosa ricerca di una struttura disponibile all'interruzione di gravidanza, o peggio, ricorrere all'aborto clandestino.

Mentre le "#maipiùclandestine" manifestavano in Piazza del Popolo un'altra rete, quella che raccoglie sotto lo slogan di "#IoDecido Verso l'#8Marzo" diverse realtà, strutture e associazioni non necessariamente solo di donne, organizzava nel quartiere del Pigneto dei flash-mob davanti ad alcune farmacie accusate di rendere difficoltoso l'ottenimento della pillola del giorno dopo.

Sotto attacco resta sempre l'autodeterminazione delle donne. Motivo più che valido perché, il prossimo 8 marzo alle ore 15, le due Reti si uniranno per una manifestazione a Roma. Una manifestazione con corteo non rituale perché avrà un percorso insolito: partirà in fatti da una zona decentrata, come Piazza dei Condottieri, adiacente a via Prenestina, per arrivare al Policlino Umberto I.

Scrivono le organizzatrici: "Partendo dalla parola d'ordine "io decido" vogliamo opporci all'obiezione di coscienza che mina internamente la legge 194, vogliamo che ospedali pubblici e consultori vengano sostanzialmente rifinanziati. Siamo pronte e pronti a manifestare per avere pieno accesso alla RU486 e alla pillola del giorno dopo, per affermare la libertà di scelta sul parto, sull'aborto, sulla nostra sessualità e sulle nostre vite".

Pur restando l'8 marzo la giornata che tradizionalmente ricorda e rivendica le battaglie e l'autodeterminazione delle donne, nelle intenzioni delle Reti #IoDecido e #maipiùclandestine, c'è la volontà di trasformare questa giornata anche in un momento di espressione e manifestazione di tutte e tutti donne, uomini, gay, lesbiche, trans, queer, intersex, migranti, chi lotta per la casa, il lavoro, il reddito, contro le grandi opere e i Cie. La manifestazione non sarà infatti separatista.

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