30/01/14

Giù le mani dal diritto di aborto, contro il moderno medievo!

IL DIRITTO D’ABORTO NON SI TOCCA!
Contro Moderno Medioevo, Chiesa, Stato, Capitale
Giù le mani dal corpo delle donne!

Il governo di centrodestra di Mariano Rajoy, segretario del partido Popular, il 20 dicembre 2013, su proposta del ministro di giustizia Gallardòn, ha approvato un disegno di legge che limita fortemente il diritto delle donne di abortire entro 14 settimane.
Con questo disegno di legge si cancella la legge Zapatero del 2010 sulla interruzione volontaria di gravidanza che aveva depenalizzato l’aborto; in Spagna, infatti, la legge del 1985 prevedeva la possibilità di ricorrere all’aborto solo nei casi di: pericolo per la salute psico-fisica della donna, violenza sessuale, gravi malformazioni del feto. La proposta Gallardòn prevede un forte peso del ruolo di medici, giudici, genitori e servizi sociali, facendo tornare le donne spagnole in una condizione di eterna minorità. Nello specifico, l’aborto è consentito solo nel caso di violenza sessuale (fino alla 12ma settimana) e di grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna, con rischio permanente o duraturo nel tempo, certificato da due medici (fino alla 22ma settimana). I casi di anomalia del feto incompatibile con la vita o di malformazioni del feto rientrano nella fattispecie della salute psichica della donna e debbono essere certificati; nel caso di rischio per la salute psichica la donna dovrà produrre ben quattro certificati: due di due medici psichiatri, uno d’informazione clinica sui rischi relativi all’aborto e uno dei servizi sociali, soprattutto in merito alle alternative all’aborto: qui siamo al sadismo puro!

Per le giovani tra i 16 e 18 anni si dovrà avere la ratifica dei genitori; per le ragazze al di sotto dei 16 anni ci dovrà essere il consenso dei genitori, se questo non c’è la ragazza potrà rivolgersi a un giudice.
L’obiezione di coscienza è estesa fin dalla fase informativa e non, come attualmente, al personale che interviene direttamente nell’intervento  abortivo.

La gravità dell’attacco al diritto d’aborto, sferrato in maniera frontale, in Spagna non è isolato, dimostra ancora una volta che, in questa società, i diritti conquistati bisogna difenderli con la lotta.

L’abbiamo visto e lo vediamo  anche in Italia, dove l’attacco al diritto d’aborto non avviene , oggi, in maniera frontale, ma a macchia di leopardo, su singoli aspetti, con attacchi ideologici e pratici: il seppellimento dei feti (ultimo in ordine di tempo il Comune di Girenze di Renzi) la crescente obiezione di coscienza che rende, ormai impossibile in diverse regioni il ricorso all’ IVG, la difficoltà di poter ricorrere alla pillola del giorno dopo e alla RU486, il riconoscimento giuridico dell’embrione nella L. 40, per non parlare delle campagne della Chiesa , Bergoglio ha definito orrore l’aborto, ma anche l’assegnazione dell’ambrogino d’oro alla presidente del CAV,” per essersi distinta per la piena applicazione della 194”. 
Si costringe, nei fatti, le donne al pendolarismo per poter interrompere una gravidanza indesiderata e\o ritorno al “prezzemolo e cucchiaio”, come regolarmente avverrà anche in Spagna.

L’attacco al diritto d’aborto rappresenta un attacco a ciò che esso simbolicamente rappresenta: la libertà di scelta delle donne in ogni ambito della propria vita, doppiamente per le giovani, le proletarie, le immigrate che subiranno una discriminazione di classe, ritorno alle “mammane" e alla criminalizzazione.
Siamo al fianco delle donne in lotta contro il ritorno alla barbarie a un nuovo medioevo, ma anche contro la barbarie e al nuovo medioevo a cui vogliono farci tornare anche in questo paese.

In continuità con lo sciopero delle donne del 25 novembre, contro  violenze e femminicidi che rappresentano il frutto più marcio di questa società, ma contro le tante forme di violenza e oppressione sessuale che subiamo in casa, sui posti di lavoro.

Dopo lo sciopero delle donne abbiamo detto “indietro non torniamo” anche nella lotta contro l’insieme degli attacchi pratici ed ideologici al diritto d’aborto, alla libertà di scelta delle donne, in primis contro l’obiezione di coscienza

Movimento femminista proletario rivoluzionario Milano

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