12/09/13

UN REPORT SOMMARIO SULL'INCONTRO A BOLOGNA PER LO SCIOPERO DELLE DONNE DEL 25 NOVEMBRE


DA COMPAGNA DEL MFPR CHE HA PARTECIPATO

L’incontro del 3 settembre di Bologna presentava, oggettivamente, delle complessità: perché era un incontro locale, ma, contemporaneamente, il primo incontro pubblico sullo sciopero donne indetto per il 25 novembre sull’appello lanciato da 3 giornaliste freelances .
Una quindicina le partecipanti. Una compagna dell’Associazione Cristina da Pizzorno, promotrice dell’incontro, ha introdotto lo scopo della riunione (i suoi interventi risulteranno particolarmente sovradeterminanti, della serie era già tutto deciso): la costituzione di un Comitato paritetico cittadino per costruire lo sciopero delle donne; ha, quindi, sottolineato particolarmente, l’adesione della Camusso che, da un lato, garantisce la copertura sindacale, dall’altro come “valore in sé” per la storia della Camusso, del suo impegno, vedi “Usciamo dal silenzio”; come dirà anche una rappresentante dello sportello contro lo stalking, che ha comunicato l’adesione dell’Udi nazionale e locale, e la rappresentate Cgil. Tanto che a un certo punto abbiamo commentato: è diventato lo sciopero della Camusso.
Sempre l’introduzione ha sottolineato che lo sciopero rappresenta un gesto politico che finalmente le donne si danno. Coinvolgimento di tutte le associazioni anche cattoliche; la varietà delle associazioni rappresenta una ricchezza. La mobilitazione dovrebbe convincere governi ed Enti locali a strutturare interventi a favore delle donne. Poi ha parlato delle cose da fare: uso del web, volantinaggi, manifesti, cartelli. Poi hanno mandato un video prodotto da loro Stop femminicidi.
Parlando della modalità con cui vogliono realizzare lo “sciopero”: ogni donna si ferma lì dove sta per 15 minuti, si è cominciato a mettere le mani avanti: “Non vogliamo mettere in difficoltà le cassiere che si fermano”.

Una rappresentante della Cgil di Bologna ha ripreso l’articolo del venerdì di Repubblica, riportando, con uno spirito di fatto burocratico, le proposte in esso contenuto sulle modalità, parlando di un altro appuntamento da costruire, poi ruolo e storia della Camusso, aggiungendo che come Cgil bolognese non ne avevano ancora discusso e che “Vorremmo sentire come intende procedere la Camusso, sicuramente bisognerà coinvolgere Cisl- Uil, verificarne l’adesione perché lì ci sono tante donne, ma fare un volantino con le parole delle donne, non del sindacato.


Tiziana Dal Pra di Trame di Terre di Imola (una delle promotrici dell’appello) ha detto che l’obiettivo è prendere la parola politica. Si stanno costituendo comitati. Come si può raggiungere tutte? Abbiamo lanciato l’appello senza prima sentire le altre. Sciopero dentro una linea, il senso di una restituzione politica, si propone un manifesto nazionale, la costituzione di un conto nazionale, se di un sito scioperodonne che si proponga di raccogliere tutte le iniziative etc.

Per il 9 settembre la compagna dell’Udi ha proposto di andare in delegazione alla festa della Cgil di Imola per incontrare la Camusso…

Il commento di una compagna di Bologna del mfpr: se si digita “sciopero donne” compare il blog dell’mfpr, ha fatto da apertura al nostro intervento (avevamo portato e distribuito il foglio sulla mobilitazione nazionale del 6 luglio e il documento critico su Decreto sul femminicidio).
Noi abbiamo sottolineato che dal 2008 abbiamo lanciato, allora inascoltate pur se aveva creato dibattito, “lo sciopero delle donne” e fatte esperienze pilota, come l’ultima dell’8 marzo a Palermo; che eravamo state contente, durante la preparazione del 6 luglio, che Lella Costa prima e le tre giornaliste poi, abbiano assunto la necessità dello sciopero delle donne. Importanza della linea, lavorare per uno sciopero vero che non punti solo sulle testimonianza individuali, ma sulle realtà collettive di donne, a partire dalle lavoratrici, dai luoghi di lavoro; la diversa e nuova, mobilitazione del 6 luglio che ha toccato i Palazzi del governo è stata una scintilla necessaria per affermare la necessità della lotta diretta, autorganizzata delle donne contro padroni, governo, Stati, uomini che odiano le donne. E lì che abbiamo lanciato forte la parola d’ordine e il nuovo appuntamento dello “sciopero delle donne” contro femminicidi e stupri ma contro l’insieme delle condizioni delle donne. Su questo il ruolo delle direzione della Cgil in questi anni non è stato affatto di contrasto al peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle donne, anzi gli accordi fatti a livello nazionale aiutano questo peggioramento.
Quindi abbiamo detto che l’impostazione data all’assemblea molto organizzativa e poco politica, quasi un pro-forma, rischiava di impedire di entrare nel merito, col rischio concreto, che il 25 novembre rimanga una giornata in sé (tipo quelle di ‘Se non ora quando’) e non un primo passo verso un reale sciopero delle donne.

Questo problema è stato posto anche in altri interventi, per cui si va dalla speranza che da questo momento possa risorgere il movimento delle donne, all’obiettivo della trasversalità etc.

Le compagne di “Quelle che non ci stanno” hanno espresso la posizione di: autonomia nell’adesione.

La compagna del mfpr di Bologna ha sottolineato che i comitati che ottengono risultati sono quelli che si danno un punto di riferimento stabile e intervengono su tutti gli aspetti. Da parte dell’Associazione promotrice dell’incontro è stato, invece, esplicitato che si tratta di un comitato a termine, anche se poi ha affermato che si debba dare continuità cose concrete, vedi India con le donne col sari rosa.

La riunione si è chiusa con un nuovo appuntamento.

La compagna del Mfpr di Milano

L’MFPR, in continuità con il 6 luglio, farà, una propria campagna autonoma per lo sciopero delle donne del 25 novembre; all’interno di questa proponiamo per ottobre un’assemblea nazionale, a cui per prima facciamo appello a tutte le compagne, tutti i collettivi, organismi associazioni di donne che hanno aderito e venute il 6 luglio a Roma, di organizzarla insieme.

MFPR

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