13/06/13

Con le donne condannate a tunisi

Tunisia, condannate a 4 mesi di carcere le tre attiviste europee Femen pro-Amina Due delle tre attiviste Femen condannate in Tunisia durante la manifestazione del 29 maggio (ansa)

Le tre attiviste di Femen che il 29 maggio scorso  davanti al palazzo di giustizia della capitale Le tre attiviste Femen  Pauline, Josephine et Marguerite, che il 29 maggio scorso si sono messe a seno nudo  davanti al Tribunale di Tunisi per esprimere solidarietà ad Amina Tyler, sono state condannate a 4 mesi di detenzione per “violazione della decenza”.

“Una sentenza severa e inaccettabile per la quale andremo subito in appello” commenta l’avvocato Souheib Bahri anche avvocato di Amina Tyler.
Nel frattempo Amina è ancora in prigione. “Non ci sono novità, il giudice istruttore non si è ancora pronunciato e non si sa nemmeno quando sarà la prossima data dell’udienza” dice Souheib Bahri.

Al processo del 30 Maggio, Amina è stata scagionata dall’accusa di detenzione di spray urticante e condannata solo a un'ammenda di 300 dinari ma il Procuratore della Repubblica il giorno stesso ha emesso un’altra ordinanza di custodia cautelare con le accuse di offesa alla orale, deturpazione di cimitero e organizzazione criminale. Il 5 giugno Amina si è presentata davanti al Giudice per le Indagini preliminari per un ulteriore interrogatorio insieme ai suoi avvocati ai quali è stata negata la richiesta di scarcerazione.

A prendere le difese della ragazza tunisina anche 28 scrittori  del maghreb che hanno firmato un appello per la sua liberazione e dichiarano in un comunicato di sostenerla senza condizioni: “grazie a suo atto coraggioso, Amina ha evidenziato come la causa femminile è messa in grande pericolo dall’egemonia islamista che vuole rinforzare un ordine patriarcale già esistente”

Amina nonostante tutto il sostegno anche internazionale continua a rimanere in carcere, vengono ripettamente negate agli avvocati difensori le richieste di scarcerazione, il Giudice continua a non pronunciarsi sulla data del processo.

Amina ha riacceso il dibattito sui diritti delle donne in Tunisia e sull’emancipazione femminile e ogni giorno che passa diventa sempre di più un simbolo della libertà di espressione.

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