25/05/13

Zitta o farai la fine di Melania Rea - Angelica non ce l'ha fatta

Donne uccise, umiliate, violentate, perseguitate, trattate come schiave sessuali e serve, come oggetti, calpestate
E' un crescendo per efferatezza, brutalità. Di seguito solo alcune delle notizie riportate dalle cronache dei giornali in questi giorni

Non si può tacere, non si può far finta di niente!

Lodi, uccide ex compagna a coltellate. La perseguitava da un anno: arrestato

Il delitto a Guardamiglio, nel Lodigiano. La vittima è una cittadina romena. L'uomo, un italiano, l'ha attesa fuori dalla casa in cui faceva le pulizie e l'ha trascinata in un giardino pubblico. E' stato bloccato dai passanti.

Non ha avuto scampo Angelica Timis, romena di 35 anni, che nel primo pomeriggio è stata massacrata a coltellate nei giardini pubblici in via Paolo VI a Guardamiglio, in provincia di Lodi. L'assassino è il suo ex convivente: si chiama Maurizio Ciceri, ha 49 anni, è incensurato e ha due figlie con un altra donna. Ciceri ha atteso che la donna arrivasse in auto davanti alla casa in cui sarebbe dovuta entrare per fare le pulizie.
La donna ha cercato di fuggire ma è stata rincorsa in strada dall'ex compagno, che le ha inferto almeno una decina di fendenti alla schiena e in altre parti del corpo. Alla fine è stato bloccato da due passanti che hanno udito le grida disperate di aiuto della donna. Ciceri è stato arrestato per omicidio volontario e rischia anche l'aggravante della premeditazione: il tutto è all'esame della Procura della Repubblica di Lodi, che coordina le indagini dei carabinieri della compagnia di Codogno.
L'aggressione è avvenuta intorno alle 14,30. Angelica Timis da un anno era andata via dall'abitazione in cui viveva con l'italiano: pare che lui la maltrattasse e di lei si erano presi cura i servizi sociali del Comun,   che le avevano trovato nel frattempo un alloggio popolare in cui potersi rifare una vita assieme al figlio di 13 anni. Nell'arco di quest'anno, però, dopo la loro separazione, il 49enne non si era rassegnato e sembra che perseguitasse di continuo la donna. Nel pomeriggio l'epilogo: Ciceri ha atteso che Angelica arrivasse a bordo della sua auto davanti all'abitazione in cui lavora come collaboratrice domestica. Si è trovata davanti l'uomo con un coltello e ha cominciato a scappare all'interno dei giardinetti pubblici. L'assassino l'ha però rincorsa e bloccata: poi ha iniziato a infierire su di lei con diverse coltellate.
In quel momento passava un adolescente che ha udito le grida di aiuto della vittima e ha cercato di bloccare il polso dell'aggressore. Subito è arrivato anche un altro passante che è riuscito a gettare a terra il 49enne e a immobilizzarlo in attesa dell'arrivo dei carabinieri che lo hanno portato in caserma. Per la donna, invece, non c'era più nulla da fare. Gli operatori del 118 hanno cercato di rianimarla, ma Angelica non ce l'ha fatta.
(24 maggio 2013)
 

Genova, "Lei voleva lasciarmi". Lui le spara e la scaraventa dall'auto

Una badante cubana di 41 anni colpita da tre colpi di una calibro 6.65, è grave al San Martino. Ha confessato lo sparatore, un italiano di 58 anni con cui aveva una relazione, bloccato a Corvetto. E' accusato di tentato omicidio, ed è stato rinchiuso nel carcere di Marassi.

di STEFANO ORIGONE
Tentato omicidio in via Biga, nel quartiere genovese di Marassi: alle 8.15 Jamila Gonzales, una giovane donna cubana di 41 anni, madre di due figli e che lavora come badante, è stata ferita con tre colpi di pistola calibro 6.65 al polmone, alla spalla e al fegato dopo essere stata buttata giù da un auto in mezzo alla strada: i primi due colpi sono stati sparati all'interno dell'auto; il terzo, alla schiena, dopo che era stata buttata fuori dall'auto.
Trasportata all'ospedale San Martino in codice rosso, è stata immediatamente operata per le gravi ferite. Ha già confessato Bruno Calamaro, 58 anni titolare di un'impresa di pulizie e residente a Prà, lo sparatore: era stato bloccato dai carabinieri in piazza Corvetto, in collaborazione con la polizia municipale, dopo essere fuggito a bordo della Fiat Multipla nera dove è avvenuta la sparatoria. Jamila Gonzales era già ferita al torace quando è stata gettata fuori della vettura e raggiunta da un ultimo colpo. Tre in tutto i proiettili con cui è stata colpita. L'uomo è accusato di tentato omicidio.
"Avevo il sospetto che Jamila si prendesse gioco di me, che mi volesse lasciare. Io le avevo anche prestato alcune migliaia di euro per aiutarla a vivere a Genova". Così Bruno Calamaro ha motivato il suo gesto durante l'interrogatorio tenuto dal sostituto procuratore Luca Scorza Azzarà nel comando provinciale dei carabinieri, ammettendo le proprie responsabilità.
Temendo che la donna potesse avere altre relazioni sentimentali e che potesse lasciarlo, Calamaro questa mattina ha cercato un chiarimento: "Sono andato a prenderla a casa - ha spiegato - per accompagnarla al lavoro. Poi in auto abbiamo litigato e non so cosa mi è successo. Non avevo intenzione di ucciderla".

L'uomo, incensurato, ha chiesto scusa per il suo gesto. E' stato sottoposto alla prova forense dello stub per avere la certezza che abbia sparato. Il pm gli ha contestato il reato di tentato omicidio e porto abusivo d'arma da fuoco. Resta, invece, ancora al vaglio della Procura l'aggravante della premeditazione. Calamaro è stato rinchiuso nel carcere di Marassi.
 

Filmini hard alla moglie davanti ai figli: «Zitta o fai la fine di Melania Rea»

FROSINONE - Maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e percosse, sono queste le accuse che hanno portato all'arresto di un operaio nel frusinate. L'uomo costringeva la moglie a fare film porno davanti ai figli poco più che maggiorenni ed era così ossessionato dal sesso che aveva contattato estranei per effettuare scambi di coppia e avvicinato extracomunitari alla stazione ferroviaria di Frosinone che dietro compenso avrebbero dovuto avere rapporti sessuali con la moglie mentre lui guardava. Il tutto sempre davanti ai ragazzi.

La denuncia alla polizia di Stato è stata presentata dalla Caritas diocesana di Frosinone alla quale la donna disperata si è rivolta insieme alla figlia più grande dopo una lite nel corso della quale l’uomo, all’ennesimo rifiuto della moglie di avere rapporti sessuali con estranei, ha dato fuoco ai mobili di casa e ha minacciato la donna di “farle fare la fine di Melania Rea”.
 

“Non hai pulito bene la casa”: Donna incinta picchiata da marito italiano

Firenze, 23 maggio 2013 - I carabinieri sono intervenuti dopo la chiamata di una donna di 39 anni, incinta di tre mesi, picchiata e maltrattata dal compagno, tutto ciò davanti agli occhi delle due figlie piccole, di uno e otto anni.

L'uomo, un fiorentino di 47 anni, è stato arrestato con l'accusa di maltrattamenti in famiglia. La lite è scoppiata poco prima che i due si recassero ad una visita ginecologica di controllo della gravidanza, giudicata a rischio.
L'uomo ha picchiato la compagna afferrandole la testa e sbattendola contro il muro del terrazzo di casa, poi l'ha presa a pugni e calci. La vittima è stata soccorsa dal 118 con una prognosi di dieci giorni per trauma cranico, contusioni ed ecchimosi in varie parti del corpo.
I carabinieri avrebbero saputo di altre vessazioni dal racconto della donna, come quando il convivente, andando fuori per lavoro, la chiudeva a chiave in casa per impedirle di uscire, pretendendo che lei gli buttasse il suo mazzo di chiavi dalla finestra. Le aveva tolto il telefono fisso, il cellulare e l'estate scorsa persino il ventilatore.
L'accusava di non tenere la casa pulita, e se le bambine piangevano, lui si innervosiva con lei e la picchiava. La donna ha raccontato ai militari della compagnia di Firenze che in passato lui l'ha ferita mordendola alle guance e al naso, e allontanando spingendo via la figlia di 8 anni che cercava di intervenire per spararli i genitori.
Nei confronti dell'uomo, che lavora in un centro per anziani, il cui arresto è stato convalidato questa mattina dal giudice, è stato disposto il divieto di frequentare la casa e tutti i luoghi frequentati dalla compagna.

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