23/04/13

Divieto di fecondazione eterologa, da Firenze ricorso alla Consulta

Legge 40, una legge odiosa sotto tutti gli aspetti. Una legge che va cancellata.
scrivevamo all' epoca  della sua approvazione e, poi, dei referendum, "....Siamo per l'abolizione della legge sulla "procreazione assistita" perchè essa vuole limitare, restringere, regolamentere in senso costrittivo e repressivo la scelta di maternità delle donne e la possibilità di avere figli delle coppie.
Dal primo all'ultimo articolo questa legge considerando già "persona" l'embrione, considera le donne "non persone" ma delle mere incubatrici che non hanno alcun diritto di decidere della propria vita, del proprio corpo, di quando e come avere figli; la legge limitando ad un massimo di 3 embrioni l'intervento di fecondazione mette a rischio la salute e perfino la vita delle donne, che in caso di insuccesso del primo impianto si devono sottoporre a nuovi rischiosi interventi; vietando poi l'analisi preimpianto dell'embrione, mette a rischio anche la salute e la vita del futuro bambino..." (stralci dall'opuscolo Contro la legge sulla fecondazione assistita "Un governo che considera la vita delle donne meno di un embrione non ha diritto di esistere"


Divieto di fecondazione eterologa: da Firenze ricorso alla Consulta
Il tribunale ha sollevato la questione di legittimità per contrasto con l'articolo 3 della Carta, quello che sancisce l'uguaglianza di tutti i cittadini
di MICHELE BOCCIIl tribunale di Firenze ha rimandato alla Corte Costituzionale la decisione sul divieto di eterologa imposto dalla legge 40. Il giudice ha sollevato la questione di legittimità costituzionale per contrasto edll'articolo 3 della carta, quello che sancisce l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge "senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".

Il tribunale toscano aveva già sollevato la questione di legittimità costituzionale ma la Corte aveva rinviato il caso a Firenze, alla luce di una sentenza della Corte Europea. Secondo il giudice Paparo il divieto di pma eterologa comporta “una evidente violazione del principio di ragionevolezza inteso come corollario del principio di uguaglianza”. 

"Ricordiamo che lo scorso 22 maggio i giudici della Corte Costituzionale hanno ordinato la restituzione degli atti relativi al medesimo procedimento al giudice affinché questi procedesse ad un rinnovato esame dei termini della questione, poichè all’ordinanza di rimessione del settembre 2011 era sopravvenuta una modificazione della norma della Decisione della Corte Edu invocata come parametro di giudizio alle norme costituzionali", spiegano gli avvocati Gianni Baldini e Filomena Gallo che assistono la coppia che chiede di poter fare l'eterologa: "Dunque un messaggio forte e chiaro il cui punto centrale  è il rilievo circa il contrasto tra il divieto di eterologa sancito dalla legge 40 e il fondamentale precetto costituzionale di cui all’art. 3 che in forza del principio di uguaglianza postula che un medesimo problema (sterilità) può essere oggetto di trattamento differenziato solo ove sussista oggettiva giustificazione.  A questo punto non ci resta che auspicare che la Corte Costituzionale prosegua nel già avviato processo di armonizzazione della legge 40/04 alla Costituzione (nazionale ed europea)".

Nelle scorse settimane un altro ricorso alla Corte Costituzionale sullo stesso articolo della legge 40, ma con motivazioni diverse, era stato fatto dal tribunale di Milano.

(23 aprile 2013)

Nessun commento: