29/01/13

Processo per stupro

Dalle compagne di AMAZORA (BO)
riceviamo e diffondiamo:

Il 31 gennaio si terrà all’Aquila l’ultima udienza del processo per stupro ai danni di una ragazza e che vede come imputato uno dei militari impiegati nell’operazione “Strade sicure”
Le atrocità commesse sul corpo di “Rosa”e il fatto che a commetterle fossero dei militari rende questa vicenda emblematica di come le donne vengono vissute dalla società in cui viviamo.
Lo stupro è sempre stato il Mezzo con cui annientare la volontà delle donne e appropriarsi dei loro corpi, ma è anche stato per la società maschile e maschilista uno strumento di controllo sia della sessualità femminile che della libertà di movimento delle donne. Tutti gli uomini acquistano vantaggio sociale nei confronti delle donne quando una di noi viene ammazzata o violentata. D’altro canto in noi cresce la paura e la debolezza.
Violentando una ne educano cento.
Purtroppo ne violentano molte Cosi ci controllano meglio.
Gli esecutori di questo controllo possono essere i mariti i padri ma anche tutti gli uomini con cui condividiamo spazi ambienti di lavoro e città.
Primeggiano nel controllo e normalizzazione dei nostri comportamenti i cosiddetti operatori della sicurezza pagati per mantenere l’ordine (patriarcale) e la sicurezza (del capitale); ovverosia militari poliziotti etc possono controllare e normare i nostri comportamenti senza subire alcuna conseguenza penale come può succedere ( anche questo è molto raro) invece a qualsiasi uomo “civile” . Non è un caso che la maggior parte degli uomini che uccidono le donne sono poliziotti e affini. Come non e una novità che troppo spesso nelle Questure gli operatori di giustizia usano abusare sessualmente delle indagate o delle prigioniere nei carceri o nei centri di espulsione. Gli uomini in divisa comunque non hanno l’esclusiva in fatto di violenza alle donne.
Lo si capisce da tutte le violenze botte e femminicidi che sentiamo ogni giorno e sono tante e orribili. E lo vediamo nelle relazioni deleterie fra i sessi sempre più a discapito delle donne.
 
 E’ ora di costruire una risposta efficace a questa guerra palese contro le donne che inizia nelle mura domestiche e arriva davanti a una discoteca dell’Aquila, andiamo in forze sotto il tribunale dell’Aquila a sostenere “Rosa” che ha avuto la fortuna di sopravvivere e il coraggio di denunciare ad alta voce i suoi stupratori.

 
 
NON CONTATE SUL NOSTRO SILENZIO MA SOLO SULLA NOSTRA RABBIA


Se volete venire con noi all'aquila da bologna, scriveteci al più presto, così ci organizziamo con le macchine :
la punta- at-inventati.org


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