06/12/12

MA CHE “FAMILY & FRIENDS”? Qui le famiglie si buttano sul lastrico


La Triumph multinazionale leader del mercato dell’intimo, in questi giorni fa appello ai suoi dipendenti perchè invitino amici e parenti a farsi spillare qualche soldo comprando fondi di magazzino nel suo outlet di Trescore.
Questi ipocriti richiami alla famiglia e all’amicizia, lasciano l’amaro in bocca a chi conosce la condotta senza scrupoli di questa azienda che proprio a Trescore, solo 2 mesi fa, ha chiuso la propria sede storica dopo ben 50 anni, spostandola a 65km da quella originaria (Segrate - MI), con l’intento di liberarsi del personale autoctono, considerato obsoleto perchè troppo vecchio e garantito.
Difatti per ben 20 delle sue dipendenti (quasi tutte donne e mamme) vista l’impossibilità di coniugare impegni familiari e una sede di lavoro a 2ore da casa, la scelta delle dimissioni è stata obbligata. Quindi, 20 impiegate della zona (e rispettiva FAMILIY!) si ritrovano senza uno stipendio e con la prospettiva di una, quasi certa, lunga disoccupazione.
Mentre per il resto dei dipendenti bergamaschi, che invece l’hanno seguita nel trasferimento, da parte di Triumph non c’è stato alcun aiuto a copertura di costi e tempi improvvisamente amplificati dalla lontananza della nuova sede, se non per una specie di obolo, magnanimamente “elargito” PER SOLI 3 MESI, che peraltro non copre nemmeno il costo dell’abbonamento mensile integrato.
Tutto ciò per fare a Segrate la stessa identica attività che si faceva da anni a Trescore.
Una decisione avallata di fatto dal silenzio/assenso delle istituzioni locali, (Comune di Trescore e Provincia di Bergamo) che interpellate dal sindacato, si son guardate bene dall’attivarsi in difesa dei propri concittadini avviati verso la disoccupazione da un’azienda che dichiara fatturati in crescita nonostante la crisi attuale (fonte “Sole 24ore”).
Infatti quello che Triumph chiama trasferimento, è una ristrutturazione, anche se l’azienda l’ha sempre negato, lo conferma il fatto che anche ai nuovi impiegati precari (giovani interinali o stagisti) non vengono rinnovati i contratti, mentre le loro mansioni vengono progressivamente dirottate alle sedi portoghese e spagnola della multinazionale svizzera.
Questo processo, che va velocemente verso la definitiva delocalizzazione dell’attività di Triumph fuori dal nostro paese è iniziato con la chiusura della produzione nel 2004 (fuori circa 130 operaie) e seguito nel 2010 con la chiusura del magazzino (fuori 56 addetti).
Ricordiamo che questa condotta non è certo una novità per la multinazionale Triumph, da anni infatti è nota la sua propensione allo sfruttamento di manodopera a basso costo, in particolare in estremo oriente (Birmania, Thailandia, Cina), cui fa seguire licenziamenti di massa quando i lavoratori cominciano a pretendere trattamenti equi.
Tanto da spingere diverse associazioni per la difesa dei diritti umani ad intraprendere contro di essa delle campagne di boicottaggio.
E’ questo il rispetto che Triumph ha per i suoi dipendenti e di conseguenza per le loro famiglie.
E’ questa l’azienda alla quale state dando i vostri soldi.

Lavoratrici Triumph Slai Cobas per il s.c.

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