30/04/12

la nostra preferenza va alla rivoluzione!

In occasione delle amministrative del 6-7 maggio le donne di "Se non ora quando", vicine alla falsa sinistra, al PD, al governo, ai sindacati concertativi, sono impegnate nella campagna elettorale "responsabile", in cui l'unica questione posta è che si voti donna (della serie: visto il risultato positivo per le donne di avere una Fornero..., perchè non averne tante altre?) e sotto la parola d'ordine "la preferenza fa differenza", invitano ad eleggere una donna in consiglio , ponendo a tutte questa "responsabile" domanda: "tocca o non tocca alle donne salvare l'economia, salvare la democrazia e tutto ciò che va salvato?"

NO! non tocca alle donne salvare l'economia capitalista, anzi, noi vogliamo accentuare la sua crisi e fine;

NO! non tocca alle donne salvare la democrazia borghese, che oggi assume le vestidel moderno fascismo, anzi noi vogliamo rovesciare questo come tutti i governi, il parlamento di ricchi sepolcri imbiancati e lo Stato a difesa della classe dominante, oppressivo verso le donne e di polizia verso chi lotta;

NO! Per noi donne non va salvato proprio nulla di questo sistema sociale fatto di "uomini (e donne al potere) che odiano le donne".

La nostra preferenza va ALLA RIVOLUZIONE! Quanto più generale e radicale possibile!

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

PROCESSO PER CARMELA: IL PRESIDIO DEL MFPR A TARANTO DISTURBA GLI AVVOCATI DEGLI STUPRATORI

"La manifestazione di protesta del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario davanti al Tribunale (per Carmela, ultima quella del 27 aprile) ha indotto i legali degli imputati a chiedere la remissione del processo in altra sede per incompatibilità ambientale".
Dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 1° maggio.

La battaglia che da anni le compagne del Mfpr di Taranto stanno facendo perchè venga fatta verità e giustizia per Carmela - la ragazzina di 13 anni violentata dagli uomini e uccisa dallo Stato nell'aprile del 2007 quando si buttò da un balcone a Taranto - e perchè i suoi stupratori vengano
finalmente condannati, ora sta dando evidentemente molto disturbo. Questo è un bene.

Gli avvocati dei tre stupratori vogliono il comodo silenzio, vogliono continuare in pace a cercare mille scuse per non fare il processo e, in caso si debba per forza svolgere, per non arrivare ad una sentenza di condanna.
Come in un primo processo a tre violentatori minorenni di Carmela hanno ottenuto una vergognosa sentenza di "perdono", oggi vogliono continuare a violentare e uccidere per la seconda volta Carmela!
Ma la protesta, la denuncia forte, l'iniziativa continua ad ogni udienza del MFPR lo sta impedendo! E loro chiedono allora di spostare addirittura il processo in altra sede! Per "incompatibilità con la lotta delle donne"!

Questo non può che spingerci ad andare avanti.

PROCESSO CONTRO LO STUPRO A CARMELA DEVE RIMANERE A TARANTO!
GLI STUPRATORI DEVONO ESSERE CONDANNATI!
BASTA CON GIUDICI E ISTITUZIONI COMPLICI!
IL SILENZIO "UCCIDE" CARMELA, LA NOSTRA VOCE, LA VOCE DELLE DONNE, DELLE RAGAZZE CHE È ANCORA DEBOLE A TARANTO, LA DEVE FAR VIVERE

le compagne mfpr

27/04/12

la giustizia non è per donne - il processo per stupro a Carmela


Questa mattina ancora un rinvio, dopo ben 5 anni, del processo contro i tre stupratori maggiorenni di Carmela, la ragazzina di 13 anni di Taranto, suicidata/uccisa nel 2007. L’udienza, che doveva essere finalmente una importante in cui dovevano essere ascoltati dei testimoni, non si è tenuta per… assenza del giudice – motivo? Non pervenuto.
Carmela e noi donne, i genitori dovranno ancora aspettare per avere verità e giustizia. Il padre di Carmela ha detto: “mi ci vuole un po’ per riprendermi da quest’altra delusione”. Unica nota “positiva” è che ora è stata fatta una programmazione delle udienze, e la prossima verrà tenuta non troppo tardi, il 22 giugno.
Ma quanto accaduto questa mattina conferma la forte denuncia che le lavoratrici, disoccupate del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario hanno fatto con il presidio davanti al Tribunale, con grandi striscioni “Carmela: condanna degli stupratori, basta con istituzioni complici”, “basta con la violenza e le uccisioni contro le donne – ribelliamoci!”, “La violenza sessuale non fa che proseguire la discriminazione, il doppio sfruttamento e doppia oppressione che noi donne subiamo da questo sistema sociale”, ecc. ; con brevi comizi; con volantinaggi e banchetto con opuscoli su “Uccisioni delle donne, oggi” e il Libro “Io so Carmela”.
Carmela è stata violentata dagli uomini ma uccisa dallo Stato che continua ad “ucciderla” lasciando impuniti i suoi stupratori.
Ancora una volta, questa mattina, solo le compagne del MFPR erano a denunciare il pericoloso aumento delle violenze sessuali e delle uccisioni delle donne (ultima la donna di Catania, uccisa e buttata giù dal cavalcavia dal suo fidanzato) che vanno di pari passo all’attacco ai diritti delle donne, al peggioramento delle possibilità di lavoro per le donne, allo scaricamento sulle donne dei tagli ai servizi sociali, aumento del carovita, ecc. all’attacco alla dignità delle donne; attacchi che creano l’humus favorevole al maschilismo sempre più arrogante, violento e “sistemico”. Questa mattina non c’erano le donne della commissione pari opportunità, proprio oggi impegnate in “riunione della commissione”! Non c’erano le donne dei sindacati; non c’erano le donne dei partiti che in questi giorni nella campagna elettorale sprecano parole inutili anche sulla condizione delle donne.
Questo silenzio diventa oggettivamente complice! E sta alle donne, alle ragazze romperlo!
MOVIMENTO FEMMINISTA PROLETARIO RIVOLUZIONARIO mfpr@libero.it

22/04/12

Taranto: la lotta delle lavoratrici pulizie scuole in lotta contro i pesanti attacchi a lavoro e vita

700 lavoratrici e lavoratori delle pulizie scuole statali di Taranto, hanno avuto la conferma che la cigs in deroga, come noi dello Slai Cobas avevamo previsto,è stata ridotta del 50%, dunque un salario già misero viene ulteriormenteridotto.
Non solo, c'è il rischio concreto che l'INPS chieda alla Dussmann service Srl la restituzione del 100% della cigs fino ad ora anticipato  e di conseguenza la ditta si rivalga sulle buste paga dei lavoratori.
La maggioranza di chi lavora nelle scuole sono donne sole con figli a cui dar da mangiare, che già fanno i salti mortali per far quadrare il magro bilancio famigliare e sono già in serie difficoltà come tante lavoratrici e
lavoratori per gli iniqui aumenti di tasse, benzina, bollette, costo della vita in genere.
Ma cosa vuole il governo Monti farci morire di fame? O incrementare suicidi di massa?
Ma le lavoratrici e i lavoratori non ci stanno!
 Lo slai cobas per il sindacato di classe DALLA PROSSIMA SETTIMANA HA IN PROGRAMMA FORTI INIZIATIVE DI PROTESTA CONTRO L'INPS.
Noi siamo le operaie e gli operai che nel 2007 si sono ribellati alla riduzione dell'orario voluta dal precedente governo, tenendo  paralizzato un'intera città con la forza della nostra determinazione, non tollereremo questa ennesima ingiustizia che ci viene sbattuta in faccia, mentre fiumi di milioni di euro si scoprono nelle tasche dei partiti parlamentari e dei politici, mentre il governo butta soldi negli armamenti e in opere inutili e dannose come la Tav, mentre i grandi padroni e i banchieri scaricano la loro crisi su di noi e loro continuano a fare alti profitti, con manager che si danno redditi mensili che sono quanto noi riusciamo ad avere in tutta una vita di lavoro.

Fiorella Masci delegata  Slai cobas per il sindacato di classe -
Taranto cobasta@libero.it - 3339199075


migranti tunisini dispersi... una madre si dà fuoco

contro il razzismo e il moderno fascismo dei governi al servizio di questa società capitalista e imperialista RIBELLARSI E' GIUSTO!

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Migranti tunisini dispersi, ancora silenzio Madre si dà fuoco: "Vogliamo verità"

Una  delegazione di donne rappresentanti delle famiglie di migranti scomparsi è stata ricevuta dal consigliere del primo ministro Hamadi Jebali. Ma le ricerche sui clandestini che potrebbero essere sbarcati sul nostro territorio non vanno avanti. Si teme che molti di loro siano morti in mare

ROMA - Si chiama Jannet Rhimi, abita a Tunisi, nel quartiere popolare di Ennour. Alle 4 di giovedì pomeriggio si è data fuoco e ha ustioni gravissime sul torace e sulla gola. E' stata la cognata a salvarla da morte certa.

La mamma di Oussam, 19 anni, ha voluto così drammaticamente protestare contro le autorità tunisine e, indirettamente, contro le autorità italiane che dopo un anno non hanno dato né a lei né alle altre famiglie informazioni di alcun genere sulla sorte dei migranti dispersi.

Oussam voleva raggiungere il fratello in Europa.  E' partito la notte del 29 marzo  2011 per l'Italia assieme ad altri 35 ragazzi su un'imbarcazione di fortuna da una spiaggia vicino Sfax, a sud della Tunisia. Da allora, né lui né i suoi compagni di viaggio hanno più dato notizie  di sé.

Jannet è ora ricoverata nell'ospedale di Ben Arous, lo stesso in cui tentarono invano di salvare  il venditore ambulante Mohamed Bouazizi  avvolto nelle fiamme che accesero  la rivoluzione dei Gelsomini.

In seguito a questo avvenimento, ieri mattina, una  delegazione  di madri rappresentanti delle famiglie di migranti (molti dei quali protagonisti della rivoluzione) è stata ricevuta dal consigliere del primo ministro Hamadi Jebali. Si dicono deluse da questo incontro (“ancora promesse”), e deluse dalla vaghezza con cui Houcine Jaziri, sottosegretario agli Affari Sociali, sta gestendo le informazioni che in Tunisia sembrerebbero arrivate - solo parzialmente - dal nostro paese, generando però  confusione e maggiore angoscia, fino a  reazioni radicali come quelle di Jannet, che si può anche temere vengano emulate visto il livello di esasperazione dopo un anno di attese.

Il primo ministro tunisino Hamadi Jebali, durante il suo viaggio in Italia, il 15 marzo scorso, ha incontrato la delegazione dei rappresentanti dei familiari dei dispersi che si trova a Roma da qualche mese. Jebali ha dato la massima disponibilità a collaborare con le nostre autorità per dare buon esito alle ricerche. Anche il presidente del Consiglio, Mario Monti si è impegnato a fare il possibile. Così come il ministro Riccardi e la ministra Cancellieri che si sono impegnati in questo senso durante il loro recenti viaggi a Tunisi. C'è perfino una commissione al Senato per i diritti umani che se ne sta occupando. Di sicuro ci sono dei tempi burocratici e delle procedure da rispettare, ma di fatto è da ormai un anno che le famiglie tunisine attendono di sapere qualcosa circa la sorte dei propri figli.

Solo prossimamente saranno resi noti i risultati complessivi dell'esame che sta effettuando il Servizio Immigrazione del ministero degli Interni. Si tratta dei raffronti tra le impronte digitali che in Italia si prendono all'arrivo dei migranti, o nei Cie, o nelle carceri, e quelle mandate dalla Tunisia, rilevate al momento del rilascio della carta di identità. Anche se i dispersi sarebbero molti di più, si parla di 250 impronte digitali disponibili. Solo dopo lunghe attese, le autorità tunisine hanno mandato in Italia le impronte dei connazionali sui supporti adatti per essere “lavorate”. E, dato di non poco conto, nel periodo di cui stiamo parlando, molto spesso in Italia  non sono state prese affatto le impronte digitali dei migranti. Il mese di Marzo  2011, quello dello “tsunami umano” come lo chiamò  Berlusconi,  la parola d'ordine era svuotare Lampedusa. Portati in massa dentro le navi, i migranti, furono allora trasferiti nelle strutture allestite ad hoc, tra cui quella di Manduria, da dove in molti sono fuggiti.

Di certo, le impronte confrontate restano la traccia più sicura (anche se non l'unica)  per sapere se le persone cercate sono arrivate vive sul suolo italiano, giacché la maggior parte dei migranti, se identificati, dà nomi falsi al momento dello sbarco. Per questo sono chiamati  “harraga”, dall'arabo “bruciare”, per indicare che, bruciando le loro identità,  bruciano, metaforicamente,  le barriere tra paesi. Per estensione, ciò significherebbe allora riaffermare la prerogativa di essere umano, a prescindere dalla provenienza. Una questione  profondissima che viene rilanciata di continuo sul tappeto della politica, tunisina e italiana, dalle madri dei dispersi: queste donne di origini umili e di condizioni economiche disperate,  vogliono sapere  quale sia stato il destino dei loro  figli, in quanto esseri umani. E  lo vogliono sapere anche se  vengono considerati  “clandestini” perché avrebbero agito illegalmente secondo le leggi di entrambi i paesi. Vogliono  saperlo anche se alcuni di loro erano dei pregiudicati evasi dalle carceri e vogliono sapere  cosa  hanno fatto i due stati con le loro politiche migratorie.

Va sottolineato che trovare un solo passeggero, di una sola imbarcazione significa  essere informati sul destino di tutti i compagni di viaggio. Pertanto le stime, per quanto riguarda la parte italiana, si  sarebbero potute fare più in fretta: basta  trovare un solo  membro di una sola imbarcazione per sapere della vita o della morte degli altri. Si tratta in particolare delle imbarcazioni  partite l'1, il 14 e  29 marzo 2011 (quella che portava anche il figlio di Jannet Rhimi).

La  delegazione di famiglie tunisine in Italia ha portato con sé una serie di “prove” che hanno tenuto in vita e continuano a tenere in vita le speranze. Si tratta di  telefonate dal mare nella notte;  cellulari che  hanno suonato a vuoto per lungo tempo; immagini catturate dai video dei tg; foto sgranate con volti familiari, chiamate ricevute una sola volta dopo gli sbarchi presunti, e non andate mai a buon fine, notizie di sbarchi che si accavallano con quelle dei naufragi. Sono i frammenti di un' illusione collettiva o indizi da seguire?  Di certo mostrano tutta la loro fragilità perché non trovano  né conforto né smentita da parte di chi avrebbe i mezzi e i poteri per verificare. 

E di nuovo allora  tutto torna alle madri e alle loro richieste, con i sit-in non autorizzati davanti alle sede diplomatiche di entrambi i paesi, sostenute da alcune donne italiane: il collettivo femminista “2511” e l’associazione Pontes, che hanno dato vita  alla campagna “Da una sponda all’altra: vite che contano”.

E chiedono alle autorità italiane e tunisine: "Perché non fate tutto quello che è in vostro potere fare? Quali risorse state stanziando realmente per verificare gli indizi che vi portiamo?"  E' una posizione radicale che le madri dei migranti tunisini  pongono  di continuo anche di fronte alla sola vera prova che oggi fa pensare il peggio, e che è poi quella più ovvia e evidente: da un anno a questa parte nessuno dei dispersi ha mai veramente parlato con i familiari. 
 
(21 aprile 2012)

 www.repubblica.it

Si suicida in commissariato per non essere rimpatriata

(ANSA) - TRIESTE, 16 APR - Una cittadina ucraina, Alina Diachuk, di 33 anni,  si e' tolta la vita impiccandosi con la cordicella della felpa all'interno di una stanza nel  Commissariato di Villa Opicina (Trieste), dove vengono temporaneamente trattenute le persone straniere in attesa di essere accompagnate alla frontiera. La donna era stata scarcerata sabato scorso, dopo essere stata arrestata dalla Polizia di Gorizia lo scorso 30 giugno per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e associazione a delinquere. (ANSA).


TRIESTE - L'impianto di telesorveglianza del commissariato di Villa Opicina  (Trieste), dove ieri, 16 aprile, si e' suicidata una trentaduenne ucraina, Alina Djachuk, e' stato sottoposto a sequestro dalla Procura di Trieste.
A breve, il sostituto procuratore Massimo De Bortoli dovrebbe disporre una perizia tecnica sulle immagini. ''Stiamo cercando di ricostruire i fatti - ha spiegato il Procuratore Capo Michele Dalla Costa - poi vedremo se sara' ipotizzabile la responsabilita' di qualcuno per la morte della donna che - ha sottolineato - era libera''.

15/04/12

5° anniversario dal suicidio/omicidio di Carmela... appello

CHIEDIAMO A TUTTE DI FAR GIRARE QUESTA E MAIL

Oggi è il 5° anniversario del suicidio/omicidio di Carmela, la ragazza di 13 anni di Taranto che nell'aprile 2007 si buttò da un balcone per gli stupri subiti e per l'indifferenza, o peggio, per colpa delle istituzioni.

Trasmettiamo in allegato una lunga lettera del padre di Carmela che denuncia proprio il ruolo connivente della Magistratura con gli stupratori, e il ruolo di copertura verso le istituzioni.
Una magistratura che invece di dare giustizia a Carmela, il 20 aprile processa il padre, "colpevole" di aver denunciato in un processo precedente contro 3 stupratori minori (poi "perdonati" dal giudice con una lieve 'messa in prova'), le parole sporche e squallide pronunciate da avvocati difensori degli stupratori che volevano far passare Carmela come una "prostituta"...

IL 27 APRILE VI SARA' L'UDIENZA DEL PROCESSO CONTRO TRE STUPRATORI
MAGGIORENNI (ancora in corso dopo 5 anni!).

NOI COMPAGNE DEL MOVIMENTO FEMMINISTA PROLETARIO RIVOLUZIONARIO DI TARANTO SAREMO LA' PER DIRE:
vogliamo la condanna degli stupratori, vogliamo il processo ai rappresentanti delle Istituzioni,
perchè Carmela è stata violentata dagli uomini e uccisa dallo Stato - (che ancora tenta di ucciderla non dandole giustizia).

Faremo un presidio al Tribunale, porteremo il Libro su Carmela - scritto dal padre e l'opuscolo del mfpr su "uccisioni delle donne, oggi".
Nella sua lettera il padre di Carmela ad un certo punto scrive: "... le uniche sempre presenti ad ogni udienza con striscioni e proteste sono state le donne del Movimento proletario, il resto della città ha dimenticato Carmela...".
Vorremmo questa volta, il 27 aprile, non essere le uniche al presidio al Tribunale. Vorremmno soprattutto che tante ragazze, come Carmela, venissero.

Per info: mfpr@libero.it - 3475301704 (Margherita) - 3451616390 (Concetta).

*****
lettera del padre di Carmela

STATO, ISTITUZIONI, GIUSTIZIA, MINISTRI ....DOVE SIETE?
QUINTO ANNIVERSARIO, ENNESIMO SCHIAFFO DALLA GIUSTIZIA A CARMELA, QUANTI SECOLI VI
OCCORRONO PER CELEBRARE FINALMENTE QUESTI MALEDETTI PROCESSI?????????
VI FORNISCO UN BEL PO' DI DATI COSI' FORSE PERDERETE LA FACCIA E LA VOGLIA DI FAR CREDERE AGLI
ITALIANI DI POTER VIVERE FINALMENTE IN SICUREZZA CON LE VOSTRE RIDICOLE PROPAGANDE:
- 1826 SONO I GIORNI PASSATI DALLA MORTE DI CARMELA PIU' ALTRI 160 GIORNI DALLE NOSTRE PRIME
DENUNCE... SENZA CONTARE ALTRI CIRCA 500 GIORNI DAI FATTI CHE HANNO DATO POI DI FATTO IL LA A
TUTTO IL NOSTRO ORRIBILE CALVARIO. QUESTO E' QUANTO AVETE FATTO IN QUESTO INTERMINABILE
TEMPO:
NIENTE DI NIENTE!
ED IN PARTICOLARE:
- UN MARINAIO NAPOLETANO, ALL'EPOCA 28ENNE IN SERVIZIO A TARANTO, COLTO DA ME
PERSONALMENTE IN FRAGRANTE MENTRE MOLESTAVA PESANTEMENTE CARMELA PER STRADA, REO
CONFESSO IN PRESENZA DI TESTIMONI, LASCIATO LIBERO E ADDIRITTURA ARCHIVIATE LE DENUNCE NEI
SUOI CONFRONTI!
- INSISTENZA NEL NON VOLER RIAPRIRE DENUNCIA NONOSTANTE NUOVE PROVE E TESTIMONIANZE!
- STRANE "COINCIDENZE" (TUTTE ITALIANE), IN CUI LO STESSO MAGISTRATO CHE ARCHIVIA SI VEDE
INVESTITO DELL'INCARICO SUL NOSTRO ESPOSTO NEI CONFRONTI DI CHI NON HA CONFERMATO LA
CONFESSIONE DELL'ACCUSATO NEL PROCEDIMENTO ARCHIVIATO, CON ULTERIORE "COINCIDENZA" DI
PRESUNTO SMARRIMENTO DELLA DENUNCIA STESSA!
- 2 STUPRATORI MINORENNI REI CONFESSI A CUI E' STATA CONCESSA LA MESSA ALLA PROVA DI 15 MESI,
NEMMENO SCONTATA, TRA L'ALTRO, GRAZIE AL QUANTOMENO "STRANO" ATTEGGIAMENTO DELLA
CARITAS DI TARANTO CHE PRIMA CONCEDE LA DISPONIBILITA' E SUBITO DOPO (A MESSA ALLA PROVA
CONCESSA) LA REVOCA PER MANCANZA DI POSTI, CONCEDENDO DI FATTO AGLI IMPUTATI DI NON
SCONTARLA NEMMENO!
- IL TRIBUNALE PER I MINORENNI DI TARANTO CHE NONOSTANTE RISULTI EVIDENTE CHE GLI IMPUTATI
NON STIANO EFFETTIVAMENTE SCONTANDO LA MESSA ALLA PROVA, CONSENTE AGLI STESSI DI
PROSEGUIRE IL PERIODO DEI 15 MESI SENZA ALCUN ALTRO PROVVEDIMENTO ALTERNATIVO!
- SEMPRE IL TRIBUNALE PER I MINORENNI DI TARANTO CHE RESPINGE LA RICHIESTA DI ROTTURA DELLA
MESSA ALLA PROVA NEI CONFRONTI DI UNO DEGLI IMPUTATI REO DI AVER INVESTITO SENZA PATENTE
UNA GIOVANE MADRE COL FIGLIOLETTO DI POCHI MESI IN BRACCIO AD UN MESE DALLA SCADENZA DEI
FAMOSI 15 MESI!
- 3 "PRESUNTI" STUPRATORI MAGGIORENNI CONTRO I QUALI ANCORA DOPO LUNGHISSIMI 5 ANNI SI E'
GIUNTI SOLO ALLA QUARTA UDIENZA DEL PROCESSO DI PRIMO GRADO DEL PROSSIMO 27 APRILE!
- INDAGINI ANCORA IN CORSO SU NOSTRI ESPOSTI NEI CONFRONTI DELL'OPERATO DEI SERVIZI SOCIALI E
DEL TRIBUNALE DEI MINORI IN CUI E' TUTTO SCRITTO, QUINDI NON VEDO COSA CI SIA DA INDAGARE
TANTO!
- NESSUN PROVVEDIMENTO QUANTOMENO DI TIPO CAUTELARE NEI CONFRONTI DI OPERATORI DEI
SERVIZI SOCIALI!
- NESSUNA SPIEGAZIONE SU CHI SI E' ARROGATO IL DIRITTO DI IMBOTTIRE DI FARMACI NOSTRA FIGLIA A
NOSTRA INSAPUTA!
- NESSUN PROVVEDIMENTO NEI CONFRONTI DEL CENTRO LAGER IN CUI CIO' E' AVVENUTO, AL
CONTRARIO ARCHIVIAZIONE DELLA NOSTRA DENUNCIA E RELATIVO RIGETTO DELLA NOSTRA
OPPOSIZIONE!
- NESSUNA SPIEGAZIONE DEL COMPORTAMENTO DEL TRIBUNNALE DEI MINORI CHE HA PERMESSO CHE
TUTTO CIO' ACCADA!
POTREI CONTINUARE PER ORE AD ELENCARE IL VOSTRO NIENTE DI NIENTE! MA SINCERAMENTE NE HO
GIA' ABBASTANZA!!!!!
SIETE ANCORA COSI' ORGOGLIOSI NELL'ANDARE IN TV A SBANDIERARE AI QUATTRO VENTI I VOSTRI
DECRETI SULLA GIUSTIZIA? AVETE LA FACCIA DI DIRE A NOI E A CARMELA CHE IL NOSTRO E' UN PAESE
CHE RISPETTA I DIRITTI, LA DIGNITA', E LA GIUSTIZIA?
LA NOSTRA RISPOSTA E' CHE QUANDO AFFERMATE CIO' L'UNICO SENTIMENTO CHE PROVOCATE IN NOI
E' ..... DISGUSTO!!!!!!!
IL PROSSIMO 15 APRILE RICORRE IL QUINTO VERGOGNOSO ANNIVERSARIO SENZA GIUSTIZIA PER
CARMELA, FIGLIA, SUO MALGRADO, DI QUESTO PAESE IPOCRITA E INCIVILE, CHE CON IL SUO SILENZIO E
LA SUA INDIFFERENZA SI RENDE COMPLICE DI QUESTE ATROCITA'.
OGNI MARTEDI' IN QUELLO STESSO TRIBUNALE DI TARANTO, CHE PER IL PROCESSO CONTRO GLI
STUPRATORI DI CARMELA DI UDIENZE "RIESCE" A FARNE SOLO UNA OGNI SEI MESI SI SVOLGONO LE
UDIENZE PER IL DELITTO, ALTRETTANTO VERGOGNOSO DELLA PICCOLA SARAH SCAZZI, OGNI MARTEDI'
SEMBRA DI ESSERE A HOLLYWOOD, TELECAMERE DAPPERTUTTO, IMPUTATI DIVENUTI VIP E CALCA DI
CURIOSI DISPOSTI A PERDERE GIORNATE DI LAVORO PUR DI APPARIRE DAVANTI ALLE TELECAMERE
DICHIARANDO DI ESSERE LI PERCHE' PRETENDONO GIUSTIZIA ... DOVE SONO QUANDO LA GIUSTIZIA LA SI
CHIEDE PER CARMELA E PER ALTRE VITTIME COME LEI? LE UNICHE SEMPRE PRESENTI AD OGNI UDIENZA
CON STRISCIONI E PROTESTE SONO STATE LE DONNE DEL MOVIMENTO PROLETARIO, IL RESTO DELLA
CITTA' HA DIMENTICATO CARMELA, L'HANNO DIMENTICATA SUBITO DOPO CHE QUELLE STESSE
TELECAMERE CHE AVEVANO INVASO TARANTO I GIORNI DELLA SUA TRAGEDIA AVEVANO LEVATO LE
TENDE PER DARE SPAZIO AD ALTRI SPETTACOLARI "VOLI MORTALI"!
IO DA QUEL GIORNO LOTTO PER AVERE GIUSTIZIA PER MIA FIGLIA E LO FACCIO SENZA DARLA IN PASTO A
NESSUNO, A TITOLO PERSONALE ED IN QUALITA' DI PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE "IoSòCarmela"
NATA IN SUO ONORE E MEMORIA ED IN QUALITA' DI RESPONSABILE NAZIONALE PER LA TUTELA DEI
DIRITTI DEI MINORI, DELLE FAMIGLIE E DELLE VITTIME DELLA GIUSTIZIA PER IL C.S.IN. ONLUS (CENTRO
SERVIZI INTERDISCIPLINARE) ESPRIMO TUTTO IL MIO DISDEGNO PER QUESTA SITUAZIONE ASSURDA CHE
ACCADE NEL MIO PAESE DEL QUALE, PROPRIO PER QUESTO, NON NE SONO AFFATTO ORGOGLIOSO,
RICHIAMANDO L'ATTENZIONE DI TUTTE LE ISTITUZIONI, DIPARTIMENTI E MINISTERI PREPOSTI ALLA
LEGISLAZIONE, CONTROLLO E GESTIONE DELLA GIUSTIZIA E DELLA TUTELA DEI DIRITTI A SVOLGERE IL
LORO MANDATO APPIENO, VISTO CHE FINO A QUESTO MOMENTO SONO RIMASTI SORDI CIECHI E MUTI
AD OGNI APPELLO, VERIFICANDO E SOPRATTUTTO PRENDENDO GLI OPPORTUNI PROVVEDIMENTI!
CINQUE LUNGHISSIMI ANNI CREDO SIANO FIN TROPPI PER CONTINUARE CON LE AFFERMAZIONI
DIPLOMATICHE DI FIDUCIA NELLA GIUSTIZIA, PERTANTO E' GIUNTO IL MOMENTO DI PRETENDERLA
COME DIRITTO ACQUISITO DI OGNI CITTADINO, BASTA CON L'ECCESSIVO GARANTISMO DI CHI STUPRA E
AMMAZZA (ANCHE E SOPRATTUTTO QUANDO AD UCCIDERE E' LO STESSO STATO) CALPESTANDO INVECE
SEMPRE E COMUNQUE I DIRITTI DELLE VITTIME!
GIUSTIZIA PER CARMELA! GIUSTIZIA PER I MINORI E LE DONNE VITTIME DI STUPRO! CONDANNE SEVERE
ED ESEMPLARI PER GLI STUPRATORI E PER QUELLE ISTITUZIONI CHE INVECE DI AIUTARE LE VITTIME LE
SPINGONO INVECE A MORIRE! PROCESSI IN TEMPI DECENTI E NON VERGOGNOSI! CERTEZZA DELLA
PENA!
QUESTA E' LA VERA GIUSTIZIA ... ESATTAMENTE IL CONTRARIO DI QUELLA CHE ANDATE BLATERANDO
DAPPERTUTTO!
ALFONSO FRASSANITO
PAPA' DI CARMELA DECEDUTA IL 15 APRILE DEL 2007
PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE "IoSòCarmela"
RESPONSABILE NAZIONALE PER LA TUTELA DEI DIRITTI DI MINORI E FAMIGLIE E PER LE VITTIME DELLA
GIUSTIZIA DEL CENTRO SERVIZI INTERDISCIPLINARE ONLUS ( C.S.IN. )

Palermo: commessa licenziata tenta di suicidarsi... governo, padroni, Stato pagherete caro, pagherete tutto!

In questi ultimi mesi stanno aumentando nel nostro paese i casi di suicidi per la disperazione di avere perso il lavoro, di vivere una vita sempre più al limite della sopravvivenza, di non poter più fare fronte alle spese quotidiane, non ultimi i casi di una donna anziana di Gela che vedendosi
diminuire notevolmente la pensione dall'Inps dopo la morte del marito si è buttata dal balcone di casa e ora quello di una donna palermitana, commessa, da poco separata che alla notizia di perdere il lavoro ha cercato di farla finita.

Un elenco drammatico e pesante che si allunga ed è vergognoso vedere come alcuni giornali trattano queste notizie, brevissimi trafiletti come "normali" avvenimenti di cronaca nera.

Ma questi non sono suicidi, sono omicidi del governo, dei padroni, dello Stato!!! ogni giorno sempre più criminali nel volere affossare tutti i diritti e l'intera nostra vita.

Queste morti non possono restare impunite! Pagherete caro, pagherete tutto!!!

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Palermo: commessa licenziata tenta di suicidarsi

I poliziotti l'hanno salvata afferrandola per i capelli. Lei aveva deciso di morire perchè era stata licenziata dal negozio dove lavorava come commessa, a poche settimane dalla separazione del marito. Suicidio sventato a Monte Pellegrino, dove una volante della polizia è intervenuta, quando già la donna di 34 anni si stava lanciando nel vuoto.

La Repubblica 14/04/2012

Da Marisa... siamo tutte No Tav

Siamo tutte No Tav!

“In questi giorni sto ricevendo molti abbracci e ringraziamenti dal popolo NO TAV, dalla mia gente della valle e di tutta Italia. Ma io ritengo doveroso ringraziare tutti per essere stati vicino a noi proprietari NO TAV (una decina) e i tecnici e gli avvocati che hanno svolto egregiamente il loro lavoro. Un ringraziamento a tutti quelli che, a ogni chiamata, vanno alle reti; alle tre donne che, dopo il taglio delle reti, sono entrate nel fortino e sono state denunciate; alle altre donne che, al di là delle reti, mi sono state vicino e mi hanno tenuto la mano e, durante la carica della polizia, non si sono mosse, a costo di essere manganellate e a coloro che hanno resistito alla carica e non

sono indietreggiati. Un grazie a tutti gli arrestati che, per essere venuti in Valle Susa, pagano per noi un caro prezzo, in particolare a Giorgio, Luca e Guido, che hanno vissuto con noi per molti mesi l’esperienza della Repubblica della Maddalena, e a Luca per la paura che mi ha fatto prendere e per il culo che ha avuto, nonostante tutto quello che sta passando in questo periodo.

Voglio poi mettere in rilievo un episodio odioso di alcuni giornalisti che sono entrati nel fortino anche se, ai cancelli della Centrale, fosse vietato l’accesso ai giornalisti; si tratta di un giornalista di Repubblica, uno de La Stampa (Numa) e altri. Il giornalista di Repubblica si è avvicinato a dove ero

ammanettata per parlarmi. Alle mie rimostranze per il fatto di essere all’interno con la Digos, ha cercato delle giustificazioni che io non ho voluto neanche sentire. Durante lo scontro verbale mi ha detto: “E’ grazie a me che lei è qui ammanettata e può manifestare!”. A lui dico: “Vergogna perché nonostante i suoi capelli bianchi, come i miei, non ha capito niente, o forse troppo perché fa parte della casta, mentre ci sono giornalisti giovani e precari che in questi giorni ci hanno seguito al di là della reti e hanno fatto dei servizi che forse non verranno mai pubblicati.”

Marisa, via notav.info

10/04/12

altri 2 mesi senza lavoro e stipendio...non fermerete!!! la lotta di Mimma e delle lavoratrici Policlinico Palermo

La doppia lotta di Mimma e delle lavoratrici del Policlinico contro l'arroganza maschilista dei dirigenti che tentano di calpestarle anche nei minimi diritti e la schifosa collusione con questi dei sindacati confederali, è anche la nostra lotta... la repressione non spegne ma alimenta la nostra doppia ribellione

Siamo al fianco di Mimma e delle lavoratrici in lotta e nei prossimi giorni continueremo a mobilitarci tutte insieme nella denuncia e lotta

LAVORATRICI SCUOLA, PRECARIE COOP SOCIALI, DISOCCUPATE SLAI COBAS PER IL S.C. PALERMO

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Siamo infuriate!. Si tratta di una persecuzione schifosa e fuori ogni norma! E' chiaro che i dirigenti del Policlinico reagiscono in maniera isterica di fronte al fatto che hanno fallito il loro ignobile tentativo di mettere a tacere una combattiva lavoratrici, donna e ora delegata dello Slai cobas per

il sindacato di classe. Ma ancora una volta non ci riusciranno, e l'unità e la lotta delle lavoratrici, disoccupate, donne da Palermo e dalle altre città e posti di lavoro deve essere la nuova risposta.

Un forte abbraccio e una forte solidarietà a Mimma dalle lavoratrici, disoccupate, compagne di Taranto.

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Comunicato stampa

Palermo, 10 aprile 2012

DUE MESI senza lavoro e senza stipendio: un’altra sanzione “disciplinare” per la delegata del Policlinico… che per tutta risposta viene eletta RSU!

Un nuovo schifosissimo e vigliacco attacco alla rappresentante dello Slai cobas per il sindacato di classe del Policlinico di Palermo, Mimma Sciortino, da parte della direzione tramite l’ufficio per i procedimenti disciplinari.

Non contento della prima contestazione con sospensione di un mese dal servizio e senza stipendio, il dirigente del Policlinico La Rocca ha rincarato la dose passando ad un’altra contestazione di DUE MESI di sospensione dal servizio e dello stipendio.

Riportiamo le frasi salienti della sanzione “… si comunica che compiuta l’istruttoria questo Ufficio ha deciso di irrogare nei confronti della S.V. la sanzione disciplinare della sospensione dal servizio senza retribuzione per mesi due ai sensi del combinato disposto degli artt. 44 e 46 del vigente

CCNL,ritenendo che nella sua condotta sia ravvisabile una reiterata violazione degliobblighi del dipendente e per non avere ottemperato alla sanzione disciplinare della sospensione dal servizio e per avere assunto servizio presso la struttura alla quale è stata assegnata con la disposizione n.11 del 21/04/2011 solo in data 20/01/2012.”

Salta immediatamente agli occhi che la sanzione è fortemente sproporzionata rispetto agli addebiti contestati e poi la cosiddetta istruttoria non ha tenuto affatto conto né delle condizioni di salute della dipendente, che attualmente purtroppo non sono buone, tanto che il Medico Competente le ha prescritto degli esami specialistici, ancora in corso, né dell'implicito demansionamento causato dalla presa di posizione della Direzione Generale con il trasferimento ad altro ufficio e ad altre mansioni che non appartengono all’assistente amministrativo Cat. C4, bensì alla Cat.B.

Quindi, da parte dell’ufficio c'è l’aperta e grave violazione della legge sulla salute e sicurezza nei posti di lavoro (che tra l'altro prevede che (che tra l'altro prevede che quando un dipendente rende noto al proprio superiore gerarchico il pericolo per la salute che potrebbe celarsi in una determinata operazione, non è tenuto ad eseguire, posizione confermata da sentenza di Cassazione) e della successiva legge sullo stress lavoro-correlato.

L'accanimento persecutorio, come scrive lo studio legale attraverso cui si è anche impugnato il provvedimento, è dato tra l’altro dalla “mancanza di tempestività da parte della direzione generale dell’A.O.U.P., tra la diffida fatta in luglio 2011 e la disposizione di trasferimento disposta il 21

aprile 2011” e dal fatto che “il provvedimento disciplinare e la relativa sanzione sono inficiati da eccesso di potere e violazione di legge”.

Ma questo accanimento nei confronti della delegata, adesso ancor più sotto gli occhi di tutti, è dovuto essenzialmente e principalmente all'attività sindacale svolta con netta determinazione e senza compromessi a difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, e quanto questa attività sia stata riconosciuta lo si evince dalla recente elezione a membro della RSU del Policlinico nellequali il cobas ha raccolto un numero tre volte superiore al numero di iscritti.

Un risultato niente affatto scontato dato che da sempre il Policlinico è una vera “fossa dei leoni” dove i sindacati confederali e i cosiddetti sindacati autonomi fanno il bello e il cattivo tempo “concertando” alla grande con i massimi dirigenti alle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori.

Giù le mani dalle delegate combattive!

La lotta del cobas come tutta risposta procede ancora più forte!

07/04/12

RINVIATI A GIUDIZIO DUE CAPI REPARTO COOP/ GEOX PER MOBBING A SFONDO SESSUALE CONTRO UN'OPERAIA IMMIGRATA

COMUNICATO STAMPA - 3-4-2012

Una operaia immigrata africana della provincia di Treviso e ns.iscritta, operante nelle cooperative interne a Geox nel 2009 e attualmente in causa anche per appalto illecito ed impugnazione di licenziamento (fa parte di un gruppo di 4-5 vertenze di operai immigrati che hanno il processo iniziante il 11 maggio a Treviso), ha visto il rinvio a giudizio dei due capi da lei denunciati per mobbing sessuale. La lavoratrice ha denunciato che se non ci stavi, il prezzo da pagare era il licenziamento. Ci sono state denunce e verifiche e testimonianze, prima di giungere al processo, in cui la operaia è assistita dall'Avv.Elisabetta Giacomelli, che ha visto la costituzione delle parti e il rinvio per la discussione al prossimo mese di novembe.

Slai Cobas per il sindacato di classe Marghera