28/03/12

Attacco all'art.18: donne in piazza a Palermo




GIU' LE MANI DALL'ART. 18

Manifestazione a Piazza Massimo ore 16,00 Palermo





I ricatti, le ritorsioni e i massicci licenziamenti previsti per i prossimi mesi ed anni grazie alla scellerata riforma del governo tecnicodittatoriale Monti/Fornero, colpiranno in generale, ma in particolare noi donne, operaie, lavoratrici, precarie, le prime ancor di più ad essere fatte fuori , ad essere ricacciate a casa, a tornare ancora più indietro, ma non solo! Le donne lavoratrici, operaie... che già di per sè vengono considerate dai padroni come più “costose” (vedi nei casi della maternità o dei congedi parentali per fare un esempio) saranno ancor meno “appetibili” nel mercato del lavoro , uno degli ultimi se guardiamo alle classifiche europee come percentuale di donne che lavorano nel nostro paese, perché il licenziamento, discriminatorio se legato a questioni di genere e maternità, con la nuova riforma del governo manterrà il reintegro che i padroni invece potranno non applicare più sia nei licenziamenti di tipo economico che in quelli di tipo disciplinare, come dire per le donne oltre il danno la beffa, e cioè non solo licenziabili ma anche non assumibili!

Noi non ci stiamo! a vedere continuamente negati anche i più elementari diritti, a vedere peggiorare sempre più la nostra vita, grazie ad un sistema e ad una società moderno fascista e maschilista, che considera le donne “l’ultimo chiodo della carrozza”.

E’ l’ora che i “chiodi” non si lascino arrugginire, ma che si affilino e si mettano tutti insieme per formare un immenso tappeto… dove far “saltare a piedi nudi”, governo, padroni, politici ruffiani, affaristi e corrotti, e sindacati collaborazionisti.

L'attacco all'art.18 è un altro pesante e grave tassello che si aggiunge all' attacco complessivo che governo, padroni, stato scagliano contro tutti, ma doppiamente contro noi donne, contro il quale è necessario e urgente mobilitarsi per mettere in campo una risposta di lotta complessiva che alla
questione di classe intrecci la questione di genere

All'incontro nazionale delle donne del 10 marzo scorso a Palermo abbiamo parlato con altre lavoratrici, precarie, disoccupate anche di altre città sulla necessità di collegarci, unirci, organizzarci, lottare in un percorso che porti alla costruzione di uno sciopero delle donne!

La lotta contro l'attacco all'art.18 fa parte di questo percorso.


Lavoratrici/precarie/disoccupate Slai Cobas per il sindacato di classe
Compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario

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contro il diritto di aborto la manovalanza fascista legittimata dalla giunta comunale Renzi

il movimento femminista proletario rivoluzionario fa appello a tutte le compagne a rispondere a questa grave provocazione

mfpr@libero.it


Blitz di Casaggì e Giovane Italia contro i consultori
Secondo le due organizzazioni di destra una settantina di loro militanti stanotte hanno "chiuso" alcune strutture con strisce di nylon simili a quelle che si usano sulle scene di omicidio

Consultori fiorentini "chiusi" con nastri di nylon e striscioni: questo il blitz che, si spiega in una nota, è stato compiuto la notte scorsa a Firenze da militanti di Casaggì e Giovane Italia, favorevoli all'introduzione del diritto alla sepoltura dei feti, previsto nel nuovo regolamento di polizia mortuaria approvato dalla giunta comunale, e contrari all'aborto.

"Questa notte - si spiega in un comunicato - una settantina di militanti di Casaggì e della Giovane Italia hanno realizzato un'azione simbolica nei confronti dei consultori fiorentini, apponendo di fronte agli ingressi un nastro in nylon come quello utilizzato dalle forze dell'ordine per
circoscrivere le scene dei crimini, dei cartelloni contro l'aborto e degli striscioni con slogan in difesa della vita"

25/03/12

Invece che lavoro repressione... disoccupate/i in lotta a Napoli

INVECE CHE LAVORO SGOMBERATO IL PRESIDIO PERMANENTE DELLE DISOCCUPATE/I BROS DI NAPOLI

Niente lavoro, niente incontri, nessuna risposta, da una amministrazione, quella di De Magistris, che aveva fatto la sua campagna elettorale mettendo tra gli obiettivi principali il lavoro di 3000 disoccupati nella raccolta differenziata.
Ora sono rimaste solo le violenze delle istituzioni, della polizia.
Come ieri. Quando la polizia Polizia e i carabinieri hanno strappato con la forza i gazebo dei disoccupati, sgomberandoo il presidio che da due settimane i disoccupati Bros di Napoli, dopo varie lotte, manifestazioni, scontri, denunce, avevano organizzato sotto il municipio.
La stessa cosa che circa un anno e mezzo fa accadde ai Disoccupati Organizzati slai cobas di Taranto, con un bliz dei vigili, mandati, anche qui, dal "sinistro" sindaco.
"Teppismo" viene chiamata la lotta per il diritto al lavoro e ad un salario; "teppisti" vengono chiamati non quelli che da tanti anni calpestando il diritto al lavoro, si sono fatti soldi, hanno preso tangenti, ecc., ma donne, uomini che da anni non sanno più come tirare avanti, che vedono ogni giorno distruggere la loro vita e quella futura dei loro figli;
"associazione per delinquere, violenza e minacce" viene chiamata la dignità di disoccupati che invece di andare ad elemosinare ai politici, al sindaco, un posto clientelare, invece di buttarsi nella malavita, si organizzano e lottano per un diritto collettivo; "cattivi maestri" vengono chiamati chi si mette in prima fila, mettendo la sua intelligenza, il suo cuore nella lotta
e ricevendo, come il 15 marzo, per l'ennesima volta perquisizioni e denunce.

LA LOTTA PER IL LAVORO, PER IL SALARIO GARANTITO NON SI PUO' FERMARE!
ALLA REPRESSIONE, OCCORRE RISPONDERE ALLARGANDO IL FRONTE DI LOTTA, UNENDO LE DISOCCUPATE E I DISOCCUPATI IN UNA UNICA LOTTA, DA PALERMO A TARANTO, A NAPOLI, ECC.

30 maggio milano incontro mondiale delle famiglie...la nostra denuncia e lotta

Dal 30 maggio al 3 giugno di quest'anno si terrà a milano l'incontro mondiale delle famiglie in cui si discuterà del ruolo della famiglia che, secondo le associazioni cattoliche – riportiamo-:”La famiglia resta, infatti, per comune percezione nel paese, la fondamentale istituzione della società e richiede, specialmente in questo momento di pronunciata crisi economica e sociale, la pianificazione di interventi adeguati e meditati, che ne sostengano la funzione e ne promuovano il ruolo.”


Solo da questa premessa è facile comprendere come la “centralità” della famiglia e il ruolo, in essa, delle donne saranno al centro di questo incontro.

La premessa, inoltre, allude al fatto che la famiglia svolge e ancor più dovrà svolgere un ruolo di ammortizzatore sociale su cui scaricare il peso dei servizi sempre meno disponibili perchè tagliati, come tutte le tensioni sociali.

Sappiamo bene, poi, come questi incontri abbiano risvolti ideologici e pratici a partire dalla “difesa della vita sin dal suo concepimento”.

Ma, sopratutto, sappiamo bene come la santificazione, la “centralità” di essa “nasconde” la realtà concreta fatta di violenze sino alle uccisioni sempre più frequenti ed efferate di donne in essa.


Riteniamo importante cominciare a confrontarci e mettere a fuoco eventuali iniziative.


L'invito è ad incontrarci mercoledì 28 marzo alle ore 17.00 c/o il coa Transiti in via transiti, 28 MM1 Pasteur


Le compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario di Milano


per contatti: mfpr.mi1@gmail.com

cell: 333/9415168

20/03/12

Uomini che odiano le donne... ancora una donna picchiata selvaggiamente e buttata da un viadotto dall'ex fidanzato

Ancora una vittima della violenza degli "uomini che odiano le donne", questa ragazza aveva soltanto lasciato il ragazzo il quale non ha accettato la scelta di Andrea, tanto da picchiarla e gettarla da un dirupo.

Contro quest'humus maschilista e contro la doppia oppressione delle donne, delle ragazze, delle mogli, trasformiamo la nostra rabbia in ribellione!

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Ancona, 19 marzo 2012 -

Sono stabili le condizioni di Andrea Toccaceli, la 18enne picchiata e gettata da un viadotto lungo la statale 73 bis dall'ex fidanzato, la notte tra sabato e domenica. La giovane è ancora in prognosi riservata nel reparto rianimazione dell'ospedale regionale di Torrette, ad Ancona. La giovane, che ha riportato politraumi e lesioni interne nella caduta, ma forse anche durante il pestaggio dell'ex, e' stata operata ieri al fegato.

E'ricoverato nello stesso ospedale, ma nel reparto di medicina internistica e sub intensiva l'ex fidanzato Saimo Luchetti, il muratore 23enne che non aveva accettato la fine della loro storia. Cadendo al suolo da un'altezza di 15 metri, si e' fratturato il bacino e gli arti inferiori. E' stato il terreno molle ad attutire l'impatto, altrimenti per la coppia non ci sarebbe stato scampo.

I due ragazzi, entrambi di Cagli, erano stati insieme per circa un anno, poi, nell'ottobre scorso, si erano lasciati. Una decisione di Andrea Toccaceli, pare, alla quale lui non si rassegnava. Saimo è stato arrestato e sara' sentito nei prossimi giorni dal magistrato al quale e' stata affidata l'inchiesta, il pm di Urbino Simonetta Catani. Sulla vicenda indagano i carabinieri, coordinati dal capitano di Fano Cosimo Giovanni Petese.

''Andrea Toccaceli, trasportata in eliambulanza nella mattinata di ieri presso il Pronto soccorso degli Ospedali Riuniti, e' stata sottoposta ad intervento chirurgico in regime di urgenza. Attualmente - recita il bollettino dell'Azienda ospedaliera Ospedali Riuniti di Ancona - e' ricoverata presso la Clinica di Anestesia e Rianimazione. La prognosi e' riservata''.
Saimo Lucchetti ''e' ricoverato presso il reparto di Medicina internistica e Subintensiva per politrauma e fratture multiple. Le condizioni cliniche sono rimaste stabili dall'ingresso, e' cosciente e allo stato attuale non e' in pericolo di vita''.

Un nuovo bollettino medico sara' diramato domani mattina.

19/03/12

Stupro dell'Aquila violenza inaudita ... il ginecologo "Mai visto nulla del genere"

"quelli mi volevano uccidere": le poche parole che la ragazza è riuscita a dire dopo l' agghicciante violenza di cui è stata vittima, fuori da una discoteca nei dintorni dell' Aquila, fino a rischiare di morire. Nonostante l'evidenza dei fatti l'avvocato difensore del militare prova ad usare gli
argomenti misogini che spesso vengono usati in tribunale, nei mass media- in fondo se succede le donne se la sono cercata- fino a parlare di "rapporto amoroso" e che, in fondo, la "ragazza dovrebbe spiegare..." Schifosi!

Rigiriamo volentieri questo articolo da il manifesto per sostenere la ragazza devastata fisicamente, moralmente e perchè non possano permettersi di dire:" se l'è cercata, l'ha voluto pure lei", continuando la violenza in altro modo



Al fianco di tutte le donne che denunciano!


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Stupro di Pizzoli, il ginecologo: “mai visto nulla del genere”

In Italia i media e l’informazione non sono sempre corretti quando trattano di violenza di genere e di solito tendono a urlare la notizia, a cercare lo scoop, e a ricalcare modelli culturali sulla donna molto pericolosi e dannosi per le stesse vittime e per le donne in generale perché svilenti per chi subisce violenza (come l’insistere su particolari morbosi) e accomodanti per chi la pratica (era un bravo ragazzo, di brava famiglia, è stato un raptus, era troppo innamorato quindi l’ha
uccisa). Un linguaggio e un background culturale che nei tribunali viene usato per sostenere ipotesi in difesa di stupratori e autori di violenza che sottintendono stereotipi pesantemente
maschilisti e misogini (se l’è cercata, è lei che lo ha provocato, l’uomo è cacciatore, all’istinto non si comanda, era consenziente), per cui le vittime di violenza diventano spesso offender e sono costrette a dimostrare “la violenza” subita, sopportando pressioni psicologiche che si aggiungono a quello che già hanno vissuto.
Troppo spesso inoltre, lo stupro viene considerato un reato di serie B e le donne si sentono talmente poco tutelate da preferire il silenzio alla denuncia, perché sanno che durante il processo potrebbero non sopportare il peso di un’altra violenza, quella psicologica e verbale.
Su quello che è successo tra l’11 e il 12 febbraio nello stupro alla discoteca di Pizzoli, vicino L’Aquila, dove una ragazza di vent’anni è stata trovata sulla neve, seminuda, coperta di sangue per l’emorragia che le lesioni della violenza subita le avevano provocato, è stato scritto e detto molto. Anche troppo. Di questo reato è stato accusato un militare, F.T. di 21 anni, e per lui il giudice, a differenza di altri procedimenti in corso in questo periodo su reati di stupro, ha disposto la custodia in carcere. La famiglia del ragazzo ha chiesto scusa alla famiglia
della giovane stuprata, ma l’avvocato difensore, Alberico Villano, ha tranquillamente pronunciato il nome e il cognome della ragazza durante uno show televisivo con grave violazione della privacy ma soprattutto violando la riservatezza sulle norme di sicurezza cui la ragazza è sottoposta. Oltre al reato di stupro, a carico del militare c’è l’ipotesi di tentato omicidio, in quanto l’uomo è stato fermato mentre si stava allontanando dalla discoteca, sporco di sangue, lasciando la ragazza in fin di vita sulla neve: un mancato soccorso che sarebbe costata la vita della studentessa se non fosse interventuto il personale della discoteca che l’ha soccorsa. La ragazza, uscita dal’ospedale
ma ancora in convalescenza in un luogo segreto, non ricorda esattamente i fatti avvenuti perché lo shock è stato troppo forte, ma in una fase della sua ripresa in ospedale avrebbe detto: “Quelli mi volevano uccidere”, perché in realtà fuori dalla discoteca, oltre al militare inquisito, erano stati fermati anche altri due commilitoni del 33esimo Reggimento Artiglieria Acqui, insieme alla fidanzata di uno dei due. L’avvocato del militare ha sostenuto in maniera convinta che il
rapporto sessuale che ha subito la studentessa era un “rapporto amoroso consensuale”, sostenendo che l’uomo avrebbe provocato le ferite con “la mano”, malgrado i 48 punti di sutura che la ragazza ha dovuto subire per ricostruire le parti interne lese.
Alla domanda sulla gravità delle ferite della giovane, che fanno pensare senza dubbio alcuno (e senza possibilità di dimostrare il contrario) a una violenza inaudita, il legale ha risposto che “non sono state provocate da un atto sessuale non voluto”, e che “la ragazza non è stata costretta”. Secondo il legale: non ci sarebbe stato nessun corpo estraneo nell’atto sessuale; i due giovani commilitoni e la giovane non sono intervenuti in nessuna fase del fatto; e il giovane militare, “molto impaurito”, quando ha visto il sangue, è rientrato nella discoteca per chiedere aiuto. Non solo, perché la ragazza, secondo l’avvocato, “Dovrà spiegare il perché e il motivo per il quale è uscita fuori dal locale con il freddo e la neve insieme al suo giovane coetaneo”. In poche parole la ragazza dovrebbe rispondere al fatto che non solo era consenziente a farsi provocare quelle ferite ma anche che lei la violenza se l’è cercata.
Su questo caso si è parlato di “pratica estrema”, del diametro di una mano chiusa a pugno considerando possibile che quelle ferite potessero essere state prodotte da un rapporto, “consensuale”, con l’uso di una pratica sessuale che si chiama fisting e che viene esercitata con il pugno. Un quadro davvero deprimente, vergognoso, schifoso, che su una vittima di stupro
approfondisce quelle ferite che non guariranno mai. Ma la vita è generosa anche nella tragedia, perché dalle dichiarazioni fatte in una trasmissione su Canale 5 ieri dal dottor Gabriele Iagnemma, il ginecologo dell’ospedale che ha “ricucito” la ragazza stuprata, si capisce che non può essere stata né una mano né un rapporto consenziente. Dichiarazioni che dovrebbero spazzare via tutte le elucubrazioni di dubbio gusto rimettendo al centro la vittima che ha subito una violenza terribile e il suo diritto ad avere giustizia, e quindi il riconoscimento assoluto di quello che ha subito, e anche a individuare l’autore di una violenza efferata che forse è pericoloso anche per la società: “In trent’anni di attività non avevo mai visto nulla del genere – ha detto il dottor Iagnemma – quando è stata portata all’ospedale dal 118 e scortata dai carabinieri, è arrivata ricoperta di sangue in condizioni di incoscienza e in un grave stato di shock emorragico dovuto alle gravi lacerazioni che aveva.
Lacerazioni che interessavano oltre che l’apparato genitale anche altri organi. E’ stata portata immediatamente in sala operatoria, dove ho chiamato subito il collega chirurgo e insieme, l’abbiamo operata. Un intervento di oltre un’ora nel quale sono stati ricostruiti l’apparato digerente e l’apparato genitale”. La ragazza sarà sottoposta a ulteriori controlli ed esami “soprattutto per verificare la funzionalità di alcuni organi, perché dal punto di vista anatomico
è guarita, ma non sappiamo se lo sia dal punto di vista dell’apparato digerente
che è la parte più colpita”. Secondo gli inquirenti nello stupro è stato utilizzato uno strumento metallico e anche per i medici le ferite riportate non sono affatto compatibili con un rapporto senza violenza. L’amore, il sesso estremo, l’avventura di una notte, qui non c’entra: è solo
violenza.

di Luisa Betti pubblicato il 16 marzo 2012

15/03/12

FIAT/OPERAIE ."Niente premi di produzione solo perché siamo donne"

Il fascismo padronale targato Fiat per le operaie unisce agli attacchi generali, forme odiose di attacco ai diritti, di peggioramento delle condizioni di lavoro come donne, discriminazione oggettiva oltre che soggettiva, maggiore oppressione generale.E' necessario non solo chiedere un intervento ad un governo e a una Ministra Fornero che ben sappiamo essere sostenitori del
piano Marchionne, ma costruire una lotta che veda protagoniste le operaie che subiscono questo doppio attacco.
Alla Fiat molte operaie sono state in prima fila a dire no al piano Marchionne - scontrandosi con azienda e capi, ma anche spesso respingendo pressioni di mariti e famiglia affinché non si
esponessero - perché anche questa, come hanno detto alcune operaie, è una lotta per la dignità!
Questa lotta, che si può concretizzare in uno sciopero delle donne lavoratrici, parte dalla Fiat ma interessa tutte le lavoratrici che subiscono l'intreccio dell'azione dei padroni e dell'azione del governo (vedi pensioni, estensione della precarizzazione, ecc.), che oggi rischiano di essere le prime ad essere mandate a casa se passa l'eliminazione dell'art.18 e della cigs
(premessa tratta dal foglio a cura delle compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario Marzo 2012)

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da www.ilfattoquotidiano.it

Sono più di mille, lavorano alla Ferrari, alla Maserati e alla Cnh. Sono le operaie e le impiegate modenesi del gruppo Fiat, che da gennaio stanno portando avanti la lotta per il diritto alla maternità. Sì, perché con il contratto separato approvato a fine anno, per ognuna di loro avere un figlio significa anche rischiare di perdere il premio di produttività di 600 euro. “Un accordo che
discrimina” è la denuncia della Fiom Modena.Il contratto estende a tutti gli stabilimenti del gruppo torinese il “modello Pomigliano” e prevede che il “premio straordinario 2012”, pari a 600 euro, vada solo a chi, nei primi sei mesi dell’anno, ha lavorato almeno 870 ore. Non una semplice dicitura contrattuale, se si considera che dal conteggio vengono esclusi, tra le altre cose, malattia, pausa pranzo ma, soprattutto, tutti gli impegni legati alla maternità e alla paternità. Detto in altre parole, perdono il diritto a percepire il premio 2012 le lavoratrici, ma anche i lavoratori, che si assentano per il periodo di congedo obbligatorio e quello sotto ispettorato, per il riposo
dovuto all’allattamento, per i congedi parentali, per la malattia di un figlio, e per i permessi previsti dalla legge 104 per l’assistenza ai disabili. Una beffa per le madri, che si trovano in un posizione molto più svantaggiosa rispetto a quella dei loro colleghi uomini. “Ciò che è previsto nel contratto – afferma Giordano Fiorani, segretario provinciale della Fiom di Modena – utilizza
dei parametri discriminatori”.Per questo a febbraio, dopo una campagna di sensibilizzazione tra le lavoratrici Fiat, grazie alla quale sono state raccolte 205 firme a sostegno della causa, le iscritte alla Fiom si sono armate di carta e penna e hanno inviato una lettera al ministro del Lavoro Elsa Fornero. «Noi donne – si legge – abbiamo una ragione in più per voler cancellare quell’accordo, perché in esso sono contenute norme gravemente discriminatorie, lesive della legislazione vigente e dei principi di parità, sanciti dalla Costituzione Italiana e riaffermati dalle normative europee».Ad alzare la voce sono state anche le lavoratrici di Modena. Nella provincia emiliana il gruppo Fiat infatti vanta una folta rappresentanza: due stabilimenti di Cnh, uno della
Maserati e uno della Ferrari, per un totale di oltre 5000 dipendenti, di cui il 20% è donna. Tra le operaie metalmeccaniche (in misura minore) e le impiegate dello stabilimento di Cnh di San Matteo, le lavoratrici degli stabilimenti modenesi del gruppo che oggi si battono per avere uguali diritti sono circa un migliaio. “Non accettiamo questa discriminazione – commenta Paola Gherpelli, ex delegata Fiom alla Cnh San Matteo – perché una donna che vuole diventare madre
deve rinunciare a questi 600 euro?”Lo scorso 8 marzo, in occasione della tradizionale festa della donna, le impiegate della Cnh, che fa parte del gruppo Fiat Industrial, hanno deciso di accompagnare alla mimosa un volantino con le ragioni della loro protesta e il parere del ministro. «La risposta alla nostra lettera – va avanti Gherpelli – è stata breve ma è arrivata tempestivamente. Il ministro ha detto di comprende la nostra situazione e ci ha assicurato che
avrebbe parlato con chi di dovere della questione. Ora ci aspettiamo che mantenga la parola data”.Intanto, oltre a quello di alcune senatori, tra cui i bolognesi Rita Ghedini e Paolo Nerozzi, le lavoratrici della Fiat hanno incassato la solidarietà del consiglio provinciale di Bologna, che ha dato il via libera a un ordine del giorno che invita la giunta di palazzo Malvezzi ad
impegnarsi nella lotta per le pari opportunità.

08/03/12

8 marzo a Palermo lavoratrici, precarie e giovani in corteo... tafferugli con la polizia al palazzo della Regione











"La vostra repressione non ci fa paura, la lotta delle donne sarà sempre più dura" hanno gridato con forza lavoratrici, precarie e disoccupate organizzate nello Slai Cobas per il s.c., le compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario, le giovani del Collettivo Anillo de Fuego alla polizia in assetto antisommossa schierata davanti il palazzo della Regone dove sono >arrivate dopo avere attraversato in corteo le vie del centro storico.

Un corteo vivo e combattivo, diversi gli striscioni "Scateniamo la riBbellione delle donne", "Governo Monti/Fornero la doppia lotta delle donne contro il vostro futuro nero" le lavoratrici, "Contro precarietà, sessismo, sfruttamento ribelliamoci" le giovani

Forte denuncia e lotta contro le politiche governative e padronali di attacco alla condizione di lavoro e di vita, contro ministre alla Fornero che si riempiono la bocca di "tutele" per le donne ma poi nei fatti il governo emana provvedimenti scellerati come quello sulle pensioni che colpisce doppiamente le donne, si prepara ad attaccare l'art.18 mentre taglia le risorse per i servizi
sociali pubblici:

le lavoratrici della scuola contro il peggioramento delle condizioni di lavoro, che prevedono secondo le ultime manovre dei governi, Berlusconi prima e in continuità Monti, perfino l’esubero, la mobilità coatta e la cassa integrazione

le lavoratrici del Policlinico contro le assurde condizioni in cui si lavora negli ospedali a fronte dei massicci tagli ai posti di lavoro e alle risorse nella sanità

le precarie delle Coop Sociali che ogni giorno lottano contro la possibile perdita del posto di lavoro e una condizione di precarietà e sfruttamento che spesso nei confronti delle donne è appesantita da maggiori ricatti fino a gravi casi di molestie sessuali

le disoccupate in lotta per un lavoro, sempre più un miraggio in una regione come la Sicilia in cui il tasso di disoccupazione è tra i più alti del paese e le donne quando trovano un lavoro, se lo trovano! sono costrette a subire nella maggior parte dei casi ipersfruttamento e iperprecarietà

le giovani contro la mancanza di futuro sempre più precario e privo di certezze lavorative

Agli attacchi sul lavoro si sono però intrecciati anche tutti gli aspetti di oppressione che riguardano la nostra condizione di genere, le discriminazioni e le molestie sul lavoro, le sempre più frequenti violenze dentro e fuori casa, l'attacco al diritto alla libertà di scelta in materia di maternità

Tanti gli slogan ripetuti a gran voce ripetutamente

" la furia delle donne vogliamo scatenare, questo governo se ne deve andare"

" il posto di lavoro non si tocca lo difenderemo con la lotta"

"disoccupazione, precarietà e lutto pagherete caro pagherete tutto"

"contro governo e padroni 10, 100, 1000 rivoluzioni!

"con le licenziate solidarietà, rifiutiamo la precarietà!"

"essere mamma non è reato, non può finire tutto con un bambino nato"

" violenza sul lavoro, violenza familiare, questa società dobbiamo cancellare"

"il nostro diritto di scelta non si tocca, lotta, lotta, lotta"…

Scese in strada e in lotta anche in piena solidarietà con tutte le avoratrici, operaie licenziate o in cassa integrazione,con le donne immigrate che vivono condizioni di vera schiavitù.

Un pensiero particolare alle donne della Val Susa che anche in questo 8 marzo combattono contro il TAV , tra le bandiere rosse anche la bandiera NO TAV

Arrivate alla Regione il palazzo è stato preso "d'assedio" dalle tante donne che sin da subito hanno fronteggiato la polizia che con scudi e manganelli era schierata davanti al portone chiuso al loro arrivo.

E' stato chiesto con grande rabbia un incontro denunciando il marciume di politici e burocrati che ingrassano ogni giorno le loro ricchezze a discapito delle proletarie contro cui scaricano solo miseria, precarietà, disoccupazione, che in tempi elettorali "promettono", e come sono bravi!
in questo periodo in cui si avvicinano le elezioni del sindaco e company, ma poi alle parole non seguono mai fatti reali e concreti

Dinanzi all'atteggiamento di chiusura da parte del palazzo di interloquire con le lavoratrici gli animi si sono riscaldati, le donne strette in cordone hanno cominciato ad avanzare verso il portone, alcuni tafferugli con la polizia ma perseveranza delle donne nel voler ottenere di essere incontrate che hanno continuato a fare muro contro i poliziotti impedendo il passaggio degli
>impiegati e funzionari dall'interno, ad un certo punto un uomo in borghese che si è poi presentato come un ispettore di polizia ha intimato ai poliziotti di arrestare due lavoratrici, ne è seguito un parapiglia, le lavoratrici e le giovani hanno strappato le due donne dalle mani dei poliziotti e tutte insieme facendo ancora muro contro gli scudi dei poliziotti hanno cominciato
a gridare "vergogna, vergogna" "ma quale libertà ma che democrazia questo è uno stato di polizia"

Nessun cedimento delle donne presenti che alla fine grazie a questa determinazione, forza e coraggio hanno ottenuto un incontro per la prossima settimana.

Lavoratrici e giovani hanno concluso il presidio intonando con forza contro i poliziotti " la vostra repressione non ci fa paura, la lotta delle donne sara' sempre piu' dura!!!

Buon 8 marzo di lotta a tutte!!!

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riceviamo da www.infoaut.it

Ancora una volta, nella giornata in cui è forte il ricordo di un incubo che è divenuto simbolo di emancipazione di quello che chiamano sesso debole, a Palermo si è deciso di scendere in piazza con un corteo. Donne e lavoratrici hanno attraversato le vie del centro, decidendo di continuare a
caratterizzare una giornata con un messaggio, semplice e potente : l'unica emancipazione è la rivolta.
La mente va alle donne della Val di Susa, che continuano a supportare e portare avanti la lotta contro l'alta velocità, alle 239 lavoratrici della Omsa che erano state messe in cassa integrazione ma che poi, grazie alla mobilitazione generale di migliaia di donne in tutta Italia, sono riuscite a far fare un passo indietro alla azienda, il pensiero va anche alle casse-integrate della Fiat, a tutte le donne sottopagate e sfruttate, a tutte le donne che stanno facendo i conti con questa crisi.
Si parla, durante il corteo, anche di tutte quelle donne che continuano a subire violenze da una società che scivola sempre più verso un maschilismo sfrenato. Ma, soprattutto, si parla di quelle donne scese in corteo a fianco di altre donne che conoscono questo periodo buio, che cercano di emergere dal baratro della precarietà e che non temono la repressione, sanno cosa vogliono e non hanno paura di prenderselo.
Il corteo ha attraversato le vie del centro cittadino diregendosi verso il Palazzo della Regione, unica controparte istituzionale rimasta nella città, città abbandonata allo sfacelo totale e con la poltrona del sindaco ancora vuota vista la fuga del fu sindaco Cammarata.
Le lavoratrici vogliono delle risposte, sono stanche della precarietà alla quale sono relegate e pretendono che le loro richiesta non resti solo l'eco lontana di una lamentela, ma, cercando di forzare il cordone di forze dell'ordine vogliono entrare in quel palazzo, vogliono trovarsi faccia a faccia con chi, giorno dopo giorno, affossa sempre più quest'isola lasciandola alla mercè della crisi.
Le donne, le lavoratrici, le precarie e le disoccupate hanno le risposte e sanno che quel che chiedono si può ottenere solo con la lotta e senza la paura della repressione.

DONNE NO TAV: UN MAZZO DI LACRIMOGENI AL SINDACO DI SUSA




Puntuali nel rispondere all’appello lanciato dal movimento, oggi un centinaio di donne No Tav si sono date appuntamento in Piazza del Mercato a Susa per fare visita il primo cittadino, Gemma Amprino.

Trovando la sindaca per strada a pochi metri dal comune, le donne l’hanno informata che stavano andando a farle visita e quindi, insieme, si è entrati nella “casa” del primo cittadino e dell’amministrazione comunale.

Per circa un’ora si è quindi sostenuto un intenso dibattito rispetto alle ragioni dell’opera ma soprattutto si è chiesto al sindaco, in quanto donna, di esprimersi rispetto al futuro che vogliamo regalare alle future generazioni.

La Amprino ha tentato di giustificare il suo posizionamento favorevole nei confronti dell’opera e la partecipazione ai tavoli di confronto-truffa adducendo alla necessità di ridurre i danni che quest’opera avrà sul territorio. Una sorta di tutela quindi, a fronte dell’inevitabile disastro di cui il governo sarà responsabile se vorrà continuare con il progetto. Ha inoltre aggiunto come le amministrazioni locali non possano decidere altrimenti a fronte del dictat governativo di proseguire con i lavori.

Tra i tantissimi interventi fatti dalle donne della Valle, quello di una signora anziana di San Giulian0 la quale vedrà abbattere la propria casa e confermate dal sindaco anche le preoccupazione rispetto alla salute di chi, abitante del territorio, dovrà esporsi alle polveri di un cantiere che durerà almeno vent’anni.

Se, per stessa amissione del sindaco, il cantiere non è ancora stato aperto, perché allora non fermare tutto finchè si è in tempo?

Alla logica e alla ragione a questo punto viene riproposto il politichese e vengono ipotizzate false garanzie non ancora sulla carta e impalpabili, come le ragioni di chi vuole la costruzione dell’alta velocità.

Essendo l’8 marzo, come gesto simbolico ma significativo, le donne No Tav hanno regalato a Gemma Amprino un mazzo di lacrimogeni dipinti di giallo, poiché sono questi gli unici fiori che cresceranno in futuro in Val di Susa se mai si costruirà la grande opera della Tav.

Appello da Susa, verso il corteo del 10 marzo a Torino

Oggi abbiamo organizzato un’iniziativa come donne valsusine durante la quale abbiamo incontrato Gemma Amprino, sindaca di Susa . Da donne a donna abbiamo esposto le nostre ragioni e com’era facile aspettarsi non è stata in grado di produrre un discorso all’altezza di queste ragioni.
Vista la grande partecipazione rilanciamo la nostra presenza al corteo per l’8 marzo a Torino che si terrà sabato 10 marzo.

05/03/12

8 marzo 2012... e poi diteci se non dobbiamo scatenare la furia delle donne




POSSO GARANTIRE KE E' VERAMENTE DOLOROSO ! AVENDOCI LAVORATO !!
MINUTI ETERNI , E NON PASSANO MAI ! XMè è STATA UNA BRUTTA ESPERIENZA : FERMA X 6/7 ORE DAVANTI AD 1 RULLO !! MAI PIU' ! VIVO A ROMA E SONO
CON VOI CON IL ♥ ! FORZA COMPAGNE !!
Giuliana Rosati



in piazza anche quest'anno... il 7 dobbiamo preparare le mimose... buon 8 marzo anche a voi
operaia OMSA



Troppo lontana...ma sono con voi , scateniamo tutta la furia che
è in noi!

Lilith Romano


DENUNCIARE SEMPRE PER QUALUNQUE COSA, SIAMO DELLE PERSONE NON ESSERI PASSIVI!!!
Jelena

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"Provate voi a stare per anni in piedi a una catena di montaggio, o piegate nelle fabbriche tessili, o in agricoltura; provate voi a soffrire di dolori in tutto il corpo...
Provate voi a correre a casa e lì ricominciare, perchè i servizi domestici, l'assistenza a figli, a...nziani sono scaricati su di te...
Provate voi a lavorare 60 ore alla settimana per questo doppio lavoro...
Provate voi a fare solo lavori precari che non si coniugano mai con la parola "pensione"...
Provate voi ad essere disoccupate... Provate voi ad essere licenziate perché in maternità...
Provate voi a subire discriminazioni... Provate voi a subire ricatti sessuali sul lavoro...
Provate voi a vivere in una famiglia con un marito/padrone che ti violenta e uccide...
Provate voi a sentire che chi ti ha stuprato è perdonato da questo Stato...
Provate voi...

E poi diteci, se non dobbiamo scatenare la furia delle donne!

mfpr@libero.it

8 Marzo 2012... al fianco delle donne indiane... la rivoluzione nella rivoluzione

A livello internazionale dedichiamo l'8 marzo alle donne dell'India in prima fila nella guerra di popolo e protagoniste del recente grandioso sciopero del 28 febbraio

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le donne comuniste maoiste in India stanno indicando la strada a tutte le donne per trasformare il doppio sfruttamento e oppressione in Rivoluzione.

Milioni di donne indiane sono protagoniste e cuore della Guerra Popolare, combattendo su due fronti: dalla prospettiva di classe e dalla prospettiva di genere.
... La natura dell’oppressione di classe e sessuale delle donne è di lunga durata, ecco perchè la Guerra Popolare di lunga durata è il metodo usato dalla parte più oppressa della società per combattere contro le forze di stato più forti; mentre conducono questa lotta, le donne mettono in atto sul campo una trasformazione continua delle idee, della cultura, del sistema familiare, di ogni aspetto di questa società.
Le donne dell’India parlano anche alle donne del nostro paese, per dire che la strada contro il moderno medioevo, fatto di peggioramenti alle condizioni di vita e di lavoro, di uccisioni e violenze sessuali, di cultura maschilista, di attacchi alla dignità delle donne, è la ribellione, l’organizzazione, per la rivoluzione, perchè tutta la vita deve cambiare.

04/03/12

8 MARZO 2012 ... AL FIANCO DELLE DONNE NO TAV

http://www.lavallecheresiste.info/

http://www.lavallecheresiste.info/

8 Marzo No Tav!!!

In occasione dell’otto marzo le donne no tav della Valsusa si ritroveranno per
un’iniziativa simbolica per ribadire le ragioni dell’opposizione al tav. Questa
malaopera che vogliono imporre con la forza dei manganelli, dei gas nocivi e
degli idranti e con la militarizzazione di una parte della nostra terra, è
fortemente osteggiata dalle donne che, oltre alla preoccupazione del presente,
si mobilitano per il futuro delle nuove generazioni.

Chiediamo che i soldi per il tav vengano usati per risanare scuole, ospedali,
servizi socio-assistenziali e salvaguardia del territorio.

I servizi sono un diritto e non si possono barattare con le compensazioni per
la devastazione del territorio.

Chiediamo alle donne che si mobiliteranno per l’otto marzo di accogliere la
nostra bandiera come segno di solidarietà nei confronti del movimento no tav e
contro la dura repressione che sta subendo.

Protagoniste e determinate le donne no tav della Valsusa.

TROVIAMOCI A SUSA P.ZZA DEL MERCATO GIOVEDÌ 8 MARZO ORE 9.30!!

03/03/12

8 MARZO 2012 A...

PALERMO
MANIFESTAZIONE - CORTEO
dalle ore 16,00 da Piazza Verdi (Teatro Massimo)

le lavoratrici, precarie, disoccupate organizzate nelo Slai Cobas per il sindacato di classe, le compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario insieme alle giovani precarie e studentesse del Collettivo Anillo de Fuego

TARANTO
Sit in itinerante della lavoratrici e disoccupate Slai Cobas per il s.c. e Mfpr

TRIESTE
8 marzo in piazza x il lavoro e i diritti con il CDT , il Coordinamnto Donne CGIL, la casa internazionale ecc
microfono aperto , musica (ogni anima del movimento coi suoi contenuti banchetti:
Risposta delle donne NOTAV di Trieste alle donne NOTAV della Val susa.
Proposto lo slogan Tramontiamo la TAV

ROMA
Al 22 nessuna puzza di mimosa! Anche l’8 marzo saremo sotto attacco!
Proprio per giovedì prossimo è infatti stato fissato un nuovo tentativo
di accesso dell’ufficial@ giudiziari@ nella nostra sede in via dei
volsci 22.
Noi saremo lì ad aspettarl@ dalle 8:30 con cornetti per tutte, tanta
determinazione e voglia di lotta rinnovata!...

le compagne femministe e lesbiche del 22

TORINO
Manifestazione "Libere di scegliere" Piazza Castello
Sguardi Sui Generis, Medea Torino e Collettivo Altereva