03/05/11

Pillola del giorno dopo: la necessaria lotta contro l'obiezione di coscienza

rigiriamo volentieri i dati presentati nei giorni scorsi sulla pillola del giorno dopo, come parte della necessaria lotta contro gli attacchi all'autodeterminazione delle donne, contro gli attacchi oscurantisti fino alle mistificazioni-i pro life sostengono che anche la pillola del giorno dopo è un farmaco abortivo- che hanno portato il comitato di bioetica, anche se solo una parte ha espresso parere favorevole, al riconoscimento, anche per i farmacisti, dell'obiezione di coscienza. Come parte della battaglia che vuole la maternità obbligata per le donne, che rende loro la vita più difficile rendendo , in alcune zone e sempre più diffusamente per l'elevata obiezione di coscienza, per la chiusura dei consultori, ma anche per i pregiudizi e la stigmatizzazione per chi, più o meno implicitamente, viene ritenuta "troppo libera", impossibile non solo la possibilità di abortire in condizioni decenti, ma anche il ricorso alla pillola del giorno dopo e quindi prevenire gravidanze indesiderate.

mfpr milano

SALUTE: Presentato Primo rapporto su ”Sos pillola del giorno dopo” (2008/2010)

15 aprile 2011

(Roma) La contraccezione d’emergenza, nota anche come “pillola del giorno dopo”, non è “abortigena” o “occisiva”. E’ un metodo occasionale da utilizzare nelle ore successive al rapporto a rischio, non è diffuso come un metodo contraccettivo abituale. In Italia la percentuale di donne tra i 15 e i 49 anni che ne fa uso è tra le più basse in Europa. Le donne italiane che la richiedono conoscono la contraccezione e se ne preoccupano ma troppo spesso si trovano di fronte un medico che si rifiuta di prescrivere loro la ricetta, soprattutto nei piccoli centri. “E’ necessario zittire gli incompetenti”. Questo il messaggio lanciato nel corso della presentazione del primo Rapporto del servizio SOS Pillola del giorno dopo, presentato a Roma a Palazzo Valentini dall’Associazione Vita di Donna onlus.

“Non solo le donne, il 75%, ma anche gli uomini, il 25%, chiamano per richiedere la pillola del giorno dopo. Il 41,1,% delle donne ha un’età compresa tra i 26 e i 35 anni, il 48% lavora, mentre a studiare è il 43% delle donne e l’84% si dichiara di religione cattolica”.

Dati raccolti da Vita di Donna negli ultimi tre anni grazie al servizio telefonico SOS Pillola del giorno dopo attivo dal 2008. Un servizio operativo dalle 9.00 alle 19.00 in tutti i giorni feriali e fino alle 23.00 nel fine settimana, con una rete operativa di circa 100 medici in tutta Italia: Roma, Torino, Milano, Brescia, Verbania, Udine, Firenze, Pisa, Perugia, Melfi, Matera, Bari, Lecce e Sassari. Un esperimento per risponde all’esigenza di prevenire concretamente in Italia il rischio di una gravidanza indesiderata per non lasciare sole le donne, soprattutto le più giovani, in una situazione di emergenza. “In tre anni 7.935 donne e uomini hanno chiesto aiuto all’Associazione Vita di Donna- spiega Gabriella Pacini, ostetrica- per sapere come, dove e quando poter consultare un dottore per la ricetta della pillola del giorno dopo”.

Più del 50% ha chiamato dopo aver ricevuto un rifiuto alla richiesta della prescrizione medica, con la motivazione della clausola di coscienza, a cui è ricorso l’85% dei dottori. Tra i medici che hanno negato la ricetta il 34% lavora nel pronto soccorso, il 30% in guardia medica, il 25% nei consultori, l’11% sono medici di famiglia. “In base alla clausola di coscienza prevista dall’articolo 22 del codice deontologico il medico può rifiutarsi di prescrivere la contraccezione d’emergenza- chiarisce Elisabetta Canitano, medico e Presidente Vita di Donna- ma è tenuto a fornire alla paziente tutte le informazioni possibili, in modo esaustivo. Spetta al medico spiegare alla donna che quanto prima assume il farmaco tanto maggiore è la sua efficacia. Il medico deve fornire tutte le indicazioni su dove sia possibile ottenere la prescrizione in tempi brevi”. Un aspetto fondamentale la rapidità perché la pillola del giorno dopo deve essere assunta entro 72 ore dal rapporto non protetto, l’efficacia è del 98,5% entro le prime 12 ore.

Dal Rapporto risulta che nel Pronto Soccorso degli ospedali è più difficile ottenere la prescrizione del contraccettivo d’emergenza in quanto gli operatori sono mal disposti o riluttanti a fornire la prescrizione per motivi non sempre ben argomentati. “La difficoltà dei servizi a farsi carico di questa domanda ha anche dei motivi di natura socio-culturale- continua Canitano- prevale un giudizio morale negativo verso chi ha compiuto un atto sessuale, spesso definito irresponsabile, più che l’esigenza di un supporto medico o di accoglienza per prevenire un problema, ovvero il rischio di una gravidanza indesiderata”.

Una scarsa informazione sia tra le donne che talvolta tra i medici è uno dei problemi emersi nel corso dell’incontro. “Per molte pazienti si tratta ancora di una bomba ormonale- conferma Vincenzo Spinelli, Direttore sanitario consultori Aied- una convinzione che non ha riscontro nelle attuali formulazioni, infatti gli effetti collaterali della contraccezione di emergenza sono minimi”. L’OMS considera la pillola del giorno dopo un farmaco essenziale in grado di prevenire il 95% delle gravidanze indesiderate e la colloca per la contraccezione in classe 1, vale a dire che non vi sono restrizioni di uso del metodo, che in molti Paesi europei è acquistabile senza ricetta medica. “Bisogna accrescere il livello di conoscenza della classe medica- continua Spinelli- far capire che è un farmaco sicuro, in questo modo saremmo anche in grado di assicurare un’informazione corretta alle donne”.

La diffusione di una corretta informazione riguarda in particolare i più giovani. “I consultori di Roma- spiega Pina Adorno, Presidente Consulta dei consultori del Lazio- raggiungono circa 20.000 adolescenti nelle scuole con gli incontri di educazione sessuale rivolti al gruppo classe”. Ai consultori si rivolgono non solo le ragazze ma anche i ragazzi che hanno adottato un metodo contraccettivo più o meno sicuro che in quella circostanza non ha funzionato e che soprattutto durante il fine settimana non trovano ascolto nelle Guardie Mediche e nei Pronto Soccorso degli Ospedali. “Sarebbe utile- continua Adorno- che i consultori avessero una fornitura di pillola post coitale come possibilità strategica di agganciare la popolazione giovanile e promuovere una contraccezione sicura”. Da non dimenticare che le donne ricorrono alla contraccezione d’emergenza anche dopo una violenza sessuale.

(Delt@ Anno IX, n. 81 – 82 del 15 – 16 aprile 2011) Anna Lonia

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