28/05/11

LO STUPRO DEMOCRATICO

da editoriale La Comune 169

“Ophelia” è una giovane donna, nata in Guinea, immigrata a New York, impiegata come cameriera al Sofitel di Manhattan.
Il 14 maggio entra in una delle sontuose suites da rifare.
La sua vita cambierà; la stanza è abitata dal potentissimo Dominique Strauss-Kahn, al tempo responsabile del Fondo monetario internazionale.
L’uomo le si è avventato addosso presumibilmente certo dell’impunità che il suo rango gli avrebbe concesso e forte della consuetudine millenaria, ma anche tipicamente contemporanea, allo stupro.
Non è una novità che gli uomini di potere stuprino.
Da millenni le donne sono costrette a difendersi dalla violenza patriarcale, che è il primo fondamento di ogni potere negativo, religioso o politico che sia.
Questa semplice verità si estende sotto il sistema democratico, che pretende di essere superiore riguardo all’inviolabilità della persona umana mentre, specie nella sua irrefrenabile decadenza odierna, raggiunge insuperate e non più mascherabili vette di oscenità.
Un’oscenità che consiste nella reiterata e concreta offesa alla vita umana, misurabile anzitutto nella violenza contro il genere primo, che dà e maggiormente garantisce la vita stessa.
Crolla, in questo episodio emblematico come nelle mille violenze quotidiane, la pretesa di superiorità della democrazia in termini di civiltà, rispetto delle donne e della vita: è falso, nell’atto e nella logica che maggiormente esprime l’indispensabile natura patriarcale della democrazia sistemica abbiamo una prova del concreto principio di uccidibilità che ne anima i dominanti e si diffonde ai sudditi.
Sudditi disponibili a recepirlo perché il patriarcato è stato contrastato solo dalle donne nella lunga e particolare rivoluzione che conducono per una più piena affermazione del genere, dunque umana.
Per dominare bisogna dimostrare di essere anche disponibili e capaci di piegare, con la violenza agitata ed infine agita, la volontà altrui fino all’annientamento: lo stupro ne è la dimostrazione più pura e malefica.
La democratica diffusione dello stupro, un male non certo inventato in democrazia, inizia, come la politica anche nella sua variante democratica, nei campi di battaglia.
Essi si estendono e si generalizzano come non mai a partire dalla fondazione del sistema democratico con la Seconda guerra mondiale, di cui rimangono nella memoria di generazioni di donne ed uomini agghiaccianti tragedie come quella dello stupro di Nanchino; ed oggi la storia continua, come ben sanno le nostre sorelle del sud del mondo che vivono in zone colpite dalle crescenti ed interminabili guerre del sistema.
Ne consegue che si impara: i poliziotti molestano e violentano nelle caserme donne e talvolta anche ragazzi ed uomini, nelle città grandi e piccole può avvenire in pieno giorno, nelle famiglie e nelle coppie, nuclei di società democratica, è dimostrato come avvenga il maggior numero di violenze e stupri fino all’ uccisione delle vittime.
La pedomania dei chierici si estende a dismisura.
Ecco dove nasce e cosa dimostra il vile caso di Strauss-Khan.
Nonostante ciò, e nonostante la sua recidività – aveva già molestato innumerevoli altre donne e cercato di violentarne almeno una – la sua compagna di partito Aubry si dice stupefatta, e ciò dimostra almeno due cose: la prima è che esiste una complicità femminile degna di questi tempi di inarrestabile e definitiva decadenza della civiltà democratica; la seconda è che i campioni della democrazia al potere, i “socialisti” politici di Francia e non solo, che avrebbero presentato Strauss-Khan come l’alternativa a Sarkozy, non sono diversi né migliori dei loro competitor e compagni di oppressione fino allo stupro.
Tutti, nel quadro di potere democratico che condividevano, sapevano, e quasi tutti nascondevano, o ammiccavano a quello che si definisce un seduttore.
Tanto è vero che Bernard Henri-Lévy, l’intellettuale democratico per antonomasia, grida allo scandalo per il trattamento riservato al suo potentissimo amico, non certo alla vittima.
E viene reputata da molti un’ offesa all’“evoluta” nazione francese non ciò che Strauss-Kahn ha fatto, ma che finalmente sia stato arrestato nei “puritani” USA: questa è la democrazia, queste sono le istituzioni democratiche, questo è il suo personale politico, uomini ed anche donne, come chi ha festeggiato a Parigi per gli arresti domiciliari concessi allo stupratore.
Quest’uomo è stato arrestato negli USA, paese teatro di lotte radicali delle donne, dunque qualcosa è rimasto, e ci indica dell’altro: lo stupro democratico è una minaccia per tutte; combattere per la difesa e l’affermazione del genere primo, dunque per la vivibilità di tutti e tutte, significa vedere chiaro cos’è la democrazia dei padri e contrastarne l’uccidibilità.
Nel nome di Ophelia, che è anche il nostro.

22 maggio 2011 Barbara Spampinato


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