25/05/11

Lavoratrici mfpr TA alla Fiat di Melfi

Alla Fiat Sata di Melfi gli operai e le operaie stanno cominciando a sperimentare in negativo cosa significa la diversa organizzazione delle pause del piano Marchionne; ora le pause sono due da 15 minuti e una da 10, nella prospettiva della loro riduzione a tre da 10 minuti l'una da gennaio 2012, come da accordo firmato dagli altri sindacati, e non, per fortuna, alla fine dalla Fiom, nonostante contrasti interni sia a livello nazionale sia tra i delegati Fiom a livello Sata (11 erano per firmare).
Sono soprattutto le operaie che dicono che già questa diversa organizzazione è penalizzante ("a volte non ce la fai neanche ad andare in bagno, dove trovi la fila").
Sul nuovo sistema Ergo Uas, invece, ancora non se possono vedere gli effetti, solo perchè la stessa azienda non è ancora pronta organizzativamente e tecnicamente a metterlo pienamente in opera.

Ma il metodo Ergo Uas, a differenza di come lo presentano tecnici e scribacchini al servizio della Fiat, consente di spingere al massimo la cadenza della linea e di ridurre le pause fino al massimo consentito dalla fisiologia umana.
Già oggi, da un' inchiesta della FIOM basata su interviste realizzate con 100.000 operai, risulta che il 68% degli intervistati lamenta movimenti ripetuti delle braccia e delle mani, mentre il 32% (ma la percentuale sale al 44% tra gli operai di 3° livello) lamenta posizioni disagiate che provocano dolore. Soprattutto, il 40% degli intervistati, 47% tra le donne, ritiene che la propria salute sia stata compromessa dalla condizione di lavoro.
Alla Sata già con i precedenti sistemi (TMC - TMC2) le operaie hanno subito pesanti conseguenze sull'apparato riproduttivo, disfunzioni, interruzioni del ciclo mestruale, problemi durante le gravidanze.
Teoricamente la metodologia ERGO-UAS dovrebbe consentire di valutare il rischio da sovraccarico biomeccanico di tutto il corpo, mediante un sistema molto sofisticato, in modo da definire il tempo esatto che una certa funzione richiede e il tempo di riposo necessario per evitare di pesare sulla salute degli operai.
In realtà tale metodo ha il solo obiettivo di far lavorare di più gli operai, riducendo i tempi morti o quelle operazioni "a non valore aggiunto", pesando alla fine moltissimo sulla salute.

L'Mfpr, insieme a operaie di Melfi della Fiom, sta preparando un NUOVO QUESTIONARIO/INCHIESTA perchè parlino le operaie su che significa realmente il piano Marchionne.
E un NUOVO INCONTRO (data da decidere) con operaie della Sata per proseguire la battaglia sulla necessità dello sciopero delle donne aperta con l'iniziativa alla fabbrica l'8 marzo scorso, anche alla luce dell'assemblea nazionale donne Fiom, a cui abbiamo partecipato, dove da tanti interventi di operaie di varie realtà lavorative, dalla stessa piattaforma proposta, emerge la necessità di una mobilitazione presa in mano dalle donne che unisca la lotta di classe alla lotta di genere.

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - TARANTO

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