02/04/11

Strumenti e strategie per sabotare lo pseudo-welfare familista

dalla lista sommosse:

Perfettamente inconciliabili:
Strumenti e strategie per sabotare lo pseudo-welfare familista

Nel quadro complesso della crisi economica che attanaglia ogni giorno le nostre vite viene riproposto un sistema di governance che utilizza la famiglia come unico ammortizzatore sociale, ovvero come luogo di sostegno e riproduzione del sistema stesso.
In mancanza di un “vero” welfare il governo italiano, che interpreta le direttive europee come un invito a rincarare la dose, attraverso il Piano Carfagna Sacconi, definisce un modello di conciliazione lavoro-famiglia in cui le donne (mamme se possibile) sono le uniche a farsi carico delle necessità familiari e quindi sociali. Viene proposta la conciliazione tra tempi di lavoro salariato e lavoro di cura in famiglia, senza considerare la realtà delle/dei precari/e.
Infatti il problema di trasformare stipendi sempre più magri e insicuri in risorse per la vita di figli, genitori e nonni, che è un problema sociale, è riproposto come “affare di donne” ed in questo senso vengono rafforzati i già ben strutturati ruoli sociali che ipotecano i progetti di vita, di uomini e donne, deresponsabilizzando stato e imprese per tutto ciò che riguarda il tema del lavoro per la riproduzione sociale. Inoltre, il tema della conciliazione non mette minimamente in discussione l'idea per cui la vita di cui si parla non è solo la cura degli altri, ma è soprattutto il mio/nostro tempo.

Partendo dall'inconciliabilità tra le nostre vite e questo modello vogliamo porci alcune domande:

Come rallentare e sabotare questo processo che ingabbia soprattutto le donne e privilegia soprattutto le imprese ?

Come si passa dal riconoscimento, solo teorico, dell'enorme valore sociale del lavoro di cura svolto quasi esclusivamente dalle donne alla sua valorizzazione reale e alla piena condivisione del lavoro riproduttivo tra donne e uomini, dentro e fuori la famiglia?

Come si accede a diritti, e autonomia, senza passare per la subalternità alla famiglia e al lavoro produttivo?

Come riprenderci, donne e uomini, i nostri tempi e i nostri desideri?

Invitiamo tutte e tutti a discutere un nuovo Libro FUCKsia di desideri, aspirazioni e rivendicazioni che attacchi i privilegi e i profitti, e che si dia l'obiettivo di costruire strumenti effettivi per la liberazione di tempi e desideri di tutte e tutti, dentro e fuori il lavoro, dentro e fuori la famiglia.
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ciao a tutt*
mi chiamo sara e faccio parte del collettivo femminista LeRibellule. di seguito c'è la proposta di un tavolo per il prossimi stati generali della precarietà, che è l'elaborazione sia del collettivo sia di individualità.come leggerete il ragionamento parte dal piano carfagna sacconi, ma magari è solo una suggestione. so che altri collettivi ci stanno ragionando, quindi potremmo di fatto costruirlo insieme, partendo dal testo di sotto. il ragionamento non è esaustivo, ma può essere un punto di partenza.
ci teniamo a specificare che il tavolo è misto!!! :)
ariciao a tutt* za
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Ciao,

in merito alla proposta fatta da Sara e da LeRibellule, come donne del Coordinamento Migranti di Bologna, e sempre nell'ottica per cui la questione migrante attraversa tutti gli ambiti del presente ed è punto d'osservazione centrale della precarietà, abbiamo pensato anche noi di proporre un workshop nel quale discutere della precarietà delle donne, ponendo in modo particolare il problema delle divisione sessuale del lavoro riproduttivo e della centralità che rivestono le donne migranti nei processi di trasformazione del welfare e precarizzazione del lavoro, come pure la specificità della loro condizione a partire dalla Legge Bossi-Fini. Il 1 marzo abbiamo avviato un percorso, che vuole essere anche di discussione e di confronto, con il lancio dell'appello "Per l'accecante visibilità delle donne, con le donne migranti" (il link è http://coordinamentomigranti.splinder.com/post/24184789/per-laccecante-visibilita-delle-donne-con-le-donne-migranti) e anche da qui vorremmo partire, riprendere una riflessione e un dibattito su questioni centrali che dal lavoro, e dalla divisione sessuale del lavoro, al welfare, alla precarietà riguardano le donne migranti e italiane. Per cui ci sembrerebbe un'ottima cosa unire queste proposte e costruire un workshop insieme con LeRibellule e contribuire alla costruzione del ws stesso anche attraverso questi contenuti.
Ci piacerebbe quindi restare in contatto,
fate sapere.

A presto,
Roberta

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