09/04/11

La repressione avanza se noi ci autoreprimiamo

Solidarietà dal campo immigrati di Manduria

le lavoratrici, disoccupate del MFPR Taranto

http://noinonsiamocomplici.noblogs.org/

Nella notte fra il 5 e il 6 aprile, mentre nel Mediterraneo avveniva
l’ennesima strage di donne, uomini e bambini affogati a causa delle
leggi razziali della Fortezza Europa, le solerti forze
dell’ordine&disciplina si presentavano, in diverse città, nelle case di
una sessantina di compagni/e con un mandato di perquisizione.

Un’operazione in grande stile mediatico che ha portato in carcere
alcuni compagni/e a Bologna e Ferrara, propinando ad altri/e misure
restrittive in base ad accuse che puzzano di montatura lontano un miglio
– e che come tali cadranno, ma non prima di aver fatto fare loro
gratuitamente alcune settimane, se non mesi, di galera, come sempre.

Quello che i giornali non dicono – e non diranno mai – è che le
compagne e i compagni inquisiti e arrestati da anni denunciano la
violenza di luoghi come i Cie – campi di concentramento per migranti – e
le violenze perpetrate al loro interno, dalle violenze sessuali nei
confronti delle donne migranti agli abusi e alle umiliazioni nei
confronti degli uomini.


Il loro impegno è teso a smascherare le connivenze tra imprese italiane
come l’Eni, Finmeccanica ecc., con regimi dittatoriali (come Libia e
Nigeria) e le loro responsabilità nella devastazione ambientale e nello
sfruttamento delle popolazioni colonizzate.

E’ chiaro che quello che dà fastidio al potere sono i contenuti su cui
si dibatte e si lotta: denunciare le violenze di questo sistema che non
lascia scampo a chi non gli è asservito/a né funzionale, invitare a
pensare in maniera critica e auspicare una possibile ribellione alla
guerra e alla violenza dello Stato in cui viviamo. Sono questi i veri
capi di imputazione, è questo ciò che fa paura ai veri violenti e
mafiosi che detengono il potere!

Noi ci sentiamo solidali con chi ha lottato insieme a noi, con chi con
noi ha denunciato le violenze dei e nei Cie e le politiche
colonizzatrici dello Stato italiano, del suo esercito e delle sue
imprese.

Vogliamo ricordare il sostegno concreto che proprio l’area anarchica ha
dato alla lotta femminista contro i Cie, senza alcun settarismo e nel
rispetto delle differenze.

E’ arrivato il momento di mettere da parte la paura della repressione
ed essere tutte/i solidali con compagne/i che non si sono fatte/i
intimorire o fermare da queste logiche repressive. La repressione avanza
se noi ci autoreprimiamo e veniamo meno nel riconoscimento reciproco e
nella solidarietà.

Terrorista, per noi, è chi sfrutta, imprigiona, stupra, tortura,
bombarda.

Per questo invitiamo tutte e tutti a partecipare alla settimana di
iniziative in solidarietà con le compagne e i compagni del Centro di
documentazione Fuoriluogo arrestati.

* Domenica 10 aprile: h. 15, presidio sotto al carcere della Dozza
(Bologna); h. 19, presidio sotto al carcere di Ferrara – in solidarietà
con le/gli arrestati e contro tutte le gabbie

* Martedì 12 aprile:
h. 13, pranzo sociale davanti alla mensa
universitaria – contro i lager di stato e tutti i loro complici

* Giovedì 14 aprile:
h. 18, in piazza dell’Unità a Bologna – assemblea
pubblica per il corteo di sabato 16/4

* Sabato 16 aprile h. 15, piazza XX Settembre (Bologna) corteo contro
la guerra d’occupazione in Libia e al fianco degli insorti in
Nordafrica; contro la guerra interna fatta di proibizioni e repressione;
contro i lager di Stato e al fianco di chi si ribella dentro e fuori;
contro tutte le gabbie e in solidarietà alle compagne e ai compagni
arrestati e a tutti i/le reclusi

Noinonsiamocomplici

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