30/01/11

Non cambiamo discorso! [Sommosse] Prostitute, amanti, protette

L’articolo di Giulia Garofalo - Prostitute, amanti, protette - insieme ad altri interventi apparsi nella lista "sommosse" in questi giorni, è la maniera assurda e fuorviante con cui affrontare la questione 'Berlusconi'. Che c’entra parlare della prostituzione e dei diritti e attacchi alle prostitute? Si sposta il problema su un altro terreno, invece di lottare contro Berlusconi, il suo governo e tutti coloro, a partire dall'opposizione parlamentare, che lo lasciano ancora campare. Diremmo che Berlusconi ringrazia!

Il problema è il regime da moderno fascismo di Berlusconi, che è pregno di maschilismo, sessismo, razzismo, di arroganza e disprezzo verso le donne. Berlusconi ne è oggi la sintesi più schifosa e kitch, ma l'humus maschilista verso le donne non è affatto suo esclusivo appannaggio - va dalla Lega a Marchionne, dai poliziotti stupratori alla cosiddetta "sinistra" bigotta e silente, al Vaticano, ecc. ecc. - (lo andiamo dicendo da tempo: gli attacchi verso le donne, le violenze sessuali, l'aumento dell'oppressione, il maschilismo subculturale dei mass media, sono pienamente dentro, frutto di questo humus sistemico). Questo è il problema. E questo riguarda tutte le donne, soprattutto quelle più sfruttate e oppresse, non solo le prostitute; ma su questo non c'è ancora una adeguata risposta anche nel campo delle donne di sinistra, nel campo del femminismo.

Ma ora una parte della discussione che si sta sviluppando nel campo femminista sembra sia dentro un film la cui regia la fa chi ha il potere mass mediatico, che parte da Berlusconi ma per parlare delle varie Ruby, escort, ecc.
Le compagne, le femministe, le organizzazioni delle prostitute, le lesbiche, non dovrebbero cadere in questo trabocchetto ma piuttosto dire: "Non cambiamo discorso! La questione è Berlusconi, la sua cacciata, la questione è questo sistema che va verso un regime".

E non confondiamo i discorsi neanche quando parliamo di prostituzione. Anche qui, e ci dispiace per chi storce il naso a sentire questa parola, ma anche qui, come si dice: la classe non è acqua!
Le escort dell'harem del porco Berlusconi, dei Mora, sono della loro classe o ci vogliono fortemente entrare e sono disposte a tutto, soprattutto, anche loro a calpestare la dignità di tutte le donne, o se grazie ai loro "servizi" entrano in parlamento, nelle istituzioni, a fare leggi, provvedimenti contro le masse popolari e quindi la maggioranza delle donne. Noi non abbiamo nulla da capire, difendere, non abbiamo niente da spartire con queste escort!
E non lo hanno da spartire prima di tutto le donne prostitute che vengono perseguitate, sfruttate, incarcerate, stuprate dai bravi poliziotti di questo Stato, offese, soprattutto se sono immigrate; che consumano la loro vita in strada e non hanno decine di migliaia di euro, o gioielli.
Queste donne sono già attaccate, questa prostituzione, che è fino in fondo parte della condizione di vita di sfruttamento e oppressione delle masse popolari, è già perseguitata! Non c'è bisogno della questione Berlusconi.

"Non confondere i piani di analisi" vuol dire, quindi, prima di tutto non cambiare discorso!
Perchè questo, sì, non serve alle donnne, come alla battaglia delle donne prostitute!
Oggi il problema è la cacciata e l'arresto di Berlusconi e della sua corte.
Oggi per noi donne, il problema è scatenare la nostra ribellione contro tutte le facce di questo sistema sociale capitalista e maschilista.

MFPR Taranto

Sullo sciopero del 28 gennaio

lo sciopero generale dei metalmeccanici ha svuotato molte fabbriche e riempito molte piazze e questo è positivo perchè è una risposta generale al piano Marchionne e una risposta nazionale da parte degli operai all'esito del referendum Mirafiori.
Importante è la presenza ai cortei di parte del movimento degli studenti e dei sindacati di base.
Ma le note positive finiscono qui
Lo sciopero si è svolto con manifestazioni in generale di tipo tradizionale, pochi scarti dovuti in generale alla presenza studentesca.
Il rituale dei dirigenti FIOM di chiedere lo sciopero generale alla cgil, che rifiuta di farlo si è ripetuto uguale a oltre due mesi dal 16 ottobre mentre con il proseguimento della marcia del fascismo padronale e con la crescita del discredito del governo berlusconi e della falsa opposizione parlamentare si impone la necessità urgente di esso.
L'illusione che questa lotta in queste forme possa fermare i padroni, seminata dalla stessa fiom e dalle diverse componenti sindacali e politiche .. è appunto una illusione.
Noi pensiamo e ribadiamo che serve un vero sciopero generale prolungato che blocchi con il necessario esercizio della forza le fabbriche e le strade e prenda esempio dal 14 dicembre del movimento degli studenti.
Ora occorre che in ogni fabbrica e in ogni assemblea, in ogni luogo di lavoro, nelle scuole ed università ci sia un pronunciamento e una organizzazione in questa direzione -- non è questo lo scopo attuale della FIOM nè di aggruppamenti quali 'uniti contro la crisi'
La strada quindi è ancora lunga, ma da percorrere con coraggio e deteminazione

proletari comunisti
28 maggio 2011

Ma bisogna cacciare Berlusconi o solo parlarne?

La questione di Berlusconi sta diventando sempre più paradossale e grottesca.
Da un lato siamo di fronte sempre più ogni giorno all'espandersi e imporsi del moderno fascismo berlusconiano, in maniera sempre più cafona, bestiale, fuori da ogni minimo senso della decenza e di regole ancora esistenti - potremmo dire che "piazza Venezia" oggi viene sostituita, da Berlusconi e dai suoi servi, con il più moderno schermo televisivo, che ci impone il volto di cartapesta di Berlusconi a pranzo, cena, e la sua voce (che fa concorrenza alle più pacchiane imitazioni) che incombe all'improvviso in trasmissioni televisive. Ora questo fascismo mediatico sta facendo anche scuola, e Berlusconi viene imitato anche dai suoi servi, come il Direttore Masi giovedì sera con la telefonata a Santoro ad 'Anno zero'; certo, in maniera pavida, senza l'arroganza del potere di Berlusconi, in maniera appunto da servi, che quando vengono sfidati si ritraggono balbettando, come appunto ha fatto Masi.

Dall'altro, però, a volume di pagine e pagine di giornali, a serate piene di trasmissioni televisive a soggetto unico sulle sex storie di Berlusconi, corrisponde il nulla pratico!
Si sta determinando il fatto che parlarne nella maniera in cui lo stanno facendo i mass media, i giornali, le TV, come i partiti, i politici parlamentari di opposizione, sta servendo non ad accelerare l'unica cosa seria che dovrebbe avvenire: la cacciata di Berlusconi e il suo arresto, ma, all'opposto, a congelare la vicenda, a farne oggetto di scandagliamento di tutti i particolari, perpetuandola, facendone tema di dibattiti da salotti televisivi, sia pur a volte accesi e con qualche "colpo di scena" fuori programma, o tema di contese parlamentari, in cui tutto si dice salvo fare un minimo atto che porti a porre fine a Berlusconi.
Un esempio in questo senso è stata anche la brutta trasmissione di giovedì scorso di 'Anno zero'.
Essa ha avuto il suo momento utile di scontro con il regime solo nella giusta liquidazione fatta del fascistello Masi, che si è dovuto ritrarre. Ma poi più nulla. Ha solo rinnovato il torbido, che chiaramente ce n'è a iosa e sempre peggio; in cui però via via il torbido rischia di autoalimentarsi, di produrre sempre più parole ma alcun fatto, di rendere le masse spettatrici; o rischia di spostarsi da Berlusconi, dalla questione di fondo del "ciarpame politico", dell'uso del potere non solo per fini privati ma per imporre come normale un moderno fascismo con tutte le aberrazioni che lo accompagnano, alle vicende delle ragazze di Arcore, "oggetto di curiosità", verso cui spesso le concezioni espresse non sono molto diverse dall'humus sessista del porco Berlusconi.
Facendo di fatto allontanare la questione di fondo: Berlusconi deve essere cacciato e deve essere arrestato!

Con gli esponenti del PD, dei partiti dell'opposizione e non, siamo poi alla tragedia che diventa farsa, più si fanno indignate dichiarazioni su Berlusconi e meno si fa ciò che normali parlamentari possono e dovrebbero fare: dichiarare fuori dalla Costituzione, dalle minime regole istituzionali Berlusconi e adottare i provvedimenti consequenziali.
Come ieri hanno permesso non facendo alcuna opposizione che si ingigantisse lo strapotere di Berlusconi, oggi miseramente chiedono, al massimo, a Berlusconi stesso che decida di dimettersi, che - "per favore" - se ne vada a casa. E questi sono i più "estremisti"..., perchè gli altri, quelli dell'"opposizione responsabile" chiedono che Berlusconi "pensi al paese".
L'ultima "responsabile" l'abbiamo sentita dal palco durante lo sciopero dei metalmeccanici a Bologna il 27 gennaio, dove Susanna Camusso, parlando di Berlusconi (per non parlare dello sciopero generale) ha detto: «Se la smettesse di occuparsi di cose che lo stanno rendendo lo zimbello del mondo, ci aspetteremmo che facesse il suo mestiere, cioè che chiamasse una grande impresa e chiedesse chiarimenti sugli investimenti».
Tutto questo sta stufando. La gente non può essere costretta a stare in un talk show.
E' questo infame "partito della conciliazione" che tiene in piedi Berlusconi! La forza del moderno fascismo sta in questo partito che più ne parla e più lo alimenta.
Questo "partito", il suo sistema, che comprende anche il sistema mediatico, vuole gran parte della politica economica, delle politiche sociali del governo, solo senza Berlusconi (dalla riforma della scuola, alla riforma del Contratto di lavoro e dello Statuto dei lavoratori; dai provvedimenti antimmigrati alle politiche anticrisi scaricate sui lavoratori e le masse popolari, ecc.); come gli esponenti di questo "partito" sul fronte ideologico, di concezione di vita, di tipo di vita, compresi concezioni e rapporti sessuali, le loro concezioni verso le donne, la questione femminile, sono spesso della stessa pasta dell'utilizzatore finale, solo più "educate e democratiche".

Non è possibile cacciare Berlusconi, con questi e senza liberarsi di questi!

Margherita MFPR Taranto

Il 28 gennaio tra le operaie

Ieri tra le operaie della Fiat Sata di Melfi, le operaie della Fiat di Mirafiori, alla manifestazione alla Fiat di Termini Imerese e nella grande manifestazione di Milano, è stato diffuso dalle compagne del MFPR il volantino/appello alle operaie, delegate Fiom, lavoratrici, disoccupate, studentesse: "Costruiamo uno sciopero delle donne per l'8 marzo" e affisse in ogni manifestazione centianaia di locandine "We Want sex...".

ALLA SATA DI MELFI, dove già da tempo vi è un rapporto con operaie e delegate, il volantino è stato anche diffuso dalle stesse operaie alle loro compagne della Fiat, e vi è stata durante il presidio anche una breve riunione per vedere come fare un'iniziativa per l'8 marzo; l'idea emersa è comunque di fare un presidio davanti alla fabbrica. L'iniziativa dell'8 è stato detto da alcune operaie è necessaria sia per fare emergere la nostra condizione che viene doppiamente colpita dal piano Marchionne, e trovare nell'unità la forza di superare paure di repressione di parte aziendale; sia perchè anche nella stessa Fiom il ruolo delle donne è sottovalutato: non c'è nessuna delegata e anche tra le donne fiom si pensa che le questioni femminili non sono tanto sentite dalle stesse operaie, che tendono a delegare i loro problemi ai lavoratori maschi.
Noi pensiamo che non è così, che la realtà mostra invece che l'intreccio sfruttamento e oppressione, attacco di classe e di genere, è sentito, e viene fuori appena le operaie possono parlare della loro condizione - nel 2007 abbiamo fatto un questionario/inchiesta sugli effetti sulla condizione delle donne del TMC2 (che oggi viene riciclato in peggio nel sistema Ergo Uas), e tante operaie risposero ed erano interessate; la ricca, vasta e interessante inchiesta fatta tempo fa dalle Metalmeccaniche e l'autorganizzazione delle donne alla Fiat di Termoli, l'appello diffuso per il 28 dalle donne Fiom sono altre importanti dimostrazioni di quanto sia urgente porre all'OdG nello scontro di classe in atto la lotta, più complessiva, delle donne. Mentre è chiaro che la lotta delle operaie è da fare anche dentro la Fiom, non delegando, ma autorganizzandosi e lottando in prima persona.
Anche in questo lo sciopero delle donne è un "arma" importante.

Sulla proposta dello sciopero delle donne e l'iniziativa a Melfi erano d'accordo e entusiaste anche alcune altre lavoratrici, compagne di Matera - presenti ieri al presidio alla Sata; faremo prima dell'8 una riunione a Matera per programmare.

A TERMINI IMERESE, dove purtroppo nella Fiat non sono presenti tra gli operai donne, il volantino è stato discusso con altre lavoratrici, precarie delle cooperative sociali, e con le mogli degli operai Fiat che già in passato si sono mosse autorganizzate contro il piano di chiusura dello stabilimento che colpisce non solo gli operai ma anche le famiglie. Anche qui si è aperta una discussione e un forte interesse.

Lo stesso è accaduto A TORINO E MILANO. I volantini e le locandine sono stati accolti molto bene; ha colpito molto la locandina dello sciopero delle donne che è stata molto letta, fotografata da lavoratrici, studentesse.

INVITIAMO TUTTE LE LAVORATRICI, LE DELEGATE FIOM, LE COMPAGNE, LE STUDENTESSE A CONTINUARE A FAR CIRCOLARE IL VOLANTINO E LA LOCANDINA.

PREPARIAMO INSIEME UN APPELLO DA SOTTOSCRIVERE SUI POSTI DI LAVORO, NELLE SCUOLE, NEI TERRITORI, PER LO SCIOPERO DELLE DONNE PER L'8 MARZO.
CON UNA PIATTAFORMA CHE RACCOLGA E SINTETIZZI I PUNTI EMERSI DALLE LOTTE DELLE LAVORATRICI, DELLE STUDENTESSE, DALLE LOTTE DELLE IMMIGRATE, DELLE DONNE NEI TERRITORI, DELLE LOTTE CONTRO LE VIOLENZE SESSUALI, ecc.

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

29.1.2011

Bologna - iniziative sulla lotta contro i Cie - incontro con Silvia Baraldini

Dalle lotte di liberazione afroamericane alle lotte contro i Cie

Bologna, 10 e 11 febbraio 2011
buffet benefit, proiezione e discussione con Silvia Baraldini

Comunicato 2 febbraio

Il 2 febbraio si terrà una nuova udienza del processo che vede imputato l'ispettore di polizia Addesso , denunciato da Joy, un'immigrata nigeriana, per il tentativo di stupro subito durante la sua detenzione nel Cie di via Corelli a Milano.

Il 2 febbraio saremo ancora davanti al Tribunale di milano per continuare questa emblematica battaglia che ha già portato a risultati significativi e per nulla scontati.

In preparazione del presidio organizziamo un momento di dibattito GIOVEDI' 27 GENNAIO a partire dalle 17.30 c/o il coa Transiti in via Transiti, 28 (MM1 Pasteur).

Ma vogliamo andare oltre, lottare complessivamente contro gli attacchi e il peggioramento delle condizioni delle donne per questo riteniamo che occorra insieme organizzare uno sciopero delle donne "...contro il lavoro sfruttato e oppressivo, contro il lavoro doppiamente negato alle donne e contro il doppio lavoro, uno sciopero di tutte le donne contro l'insieme degli attacchi che padroni, governo, Stato, Chiesa portano avanti, uno SCIOPERO DI CLASSE E DI GENERE" (dal foglio dell' mfpr di ottobre)

A seguire aperitivo, musica, video

Milano, 19 gennaio
le compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario
mail: mfprmi@gmail.com

Fermate lo "stupro correttivo"!

SOSTENIAMO  CON TUTTE LE NOSTRE FORZE E I NOSTRI MEZZI QUESTA BATTAGLIA.

Cari amici,

Lo "stupro correttivo", l'orrenda pratica di *stupro delle lesbiche nel
tentativo di curare la loro omosessualità, sta diventando una vera e
propria emergenza in Sud Africa.* Ma alcuni attivisti coraggiosi stanno
agendo e chiedendo al mondo intero di rivolgersi al Presidente Jacob
Zuma e al Ministro della giustizia, che potrebbero condannare e
penalizzare questi atroci crimini. *Sosteniamoli!*

Sign the petition!




*Millicent Gaika è stata legata, strangolata, torturata e stuprata
ripetutamente* per cinque ore di seguito da un uomo che sosteneva di
"curarla" dalla sua omosessualità.

E' sopravvissuta per miracolo, ma non è l'unica: *questo crimine immondo
è comune in tutto il Sud Africa*, dove le lesbiche vivono nel terrore di
essere attaccate. Ma nessuno è mai stato condannato per "stupro
correttivo".

Incredibilmente, da un piccolo rifugio a Città del Capo, *una manica di
coraggiosi attivisti rischiano la loro vita* per far sì che il caso di
Millicent sia la miccia per il cambiamento. Il loro appello al Ministro
della giustizia è esploso fino a raggiungere le 130.000 firme,
costringendolo a difendersi in tv. Ma *il Ministro non ha ancora
risposto alla loro richiesta di azione*.

Accendiamo una luce su questo orrore da tutti gli angoli del mondo: se
saremo in tanti ad *amplificare questa campagna, potremo non solo
raggiungere il Ministro della giustizia, ma anche il Presidente Zuma*,
che ha la responsabilità di difendere i diritti costituzionali.
Chiediamo a Zuma e al Ministro della giustizia di condannare
pubblicamente lo "stupro correttivo", penalizzare i crimini d'odio e
garantirne l'esecuzione immediata, l'educazione pubblica e la protezione
delle vittime. *Firma la petizione ora e condividila con tutti* - la
consegneremo al governo del Sud Africa insieme ai nostri alleati a Città
del Capo:

https://secure.avaaz.org/it/stop_corrective_rape/?vl


Il Sud Africa, chiamato spesso la nazione dell'arcobaleno, è rispettato
in tutto il mondo per il suo impegno nel periodo successivo
all'apartheid contro le discriminazioni. E' stato il *primo paese ad
aver dichiarato fuorilegge nella sua Costituzione la discriminazione su
base sessuale.* Ma solo a Città del Capo l'organizzazione locale Luleki
Sizwe ha registrato più di uno "stupro correttivo" al giorno, e
l'impunità regna sovrana.

Lo "stupro correttivo" si basa su un'opinione falsa e oltraggiosa per
cui una donna lesbica se stuprata può diventare eterosessuale; tuttavia
questo crimine efferato non è neppure classificato come crimine d'odio
in Sud Africa. Le vittime sono spesso di colore, povere, lesbiche ed
emarginate. Ma neppure lo stupro di gruppo più l'omicidio di Eudy
Simelane, l'eroina nazionale e campionessa della squadra di calcio
femminile del Sud Africa, ha potuto ribaltare la situazione. E proprio
la scorsa settimana il Ministro Radebe ha insistito che il motivo è
irrilevante in crimini come lo "stupro correttivo".

*Il Sud Africa è la capitale dello stupro nel mondo. Una ragazza che
nasce in Sud Africa oggi ha più possibilità di essere stuprata che
d'imparare a leggere.* E' stupefacente: un quarto delle ragazze in Sud
Africa è stuprato ancor prima di compiere 16 anni. Molti fattori possono
spiegare questo abominio: il maschilismo (il 62% dei maschi sopra gli 11
anni ritiene che costringere qualcuno a fare sesso non sia un atto di
violenza), la povertà, abitazioni stipate, uomini disoccupati e privati
del diritto di voto, l'accettazione da parte della comunità; inoltre,
per i pochi casi che vengono denunciati con coraggio alle forze
dell'ordine, una riposta penosa della polizia e sentenze lascive.

Questa è una catastrofe umana colossale. Ma Luleki Sizwe e gli alleati
di Change.org hanno aperto una piccola finestra di speranza in questa
battaglia. *Se tutto il mondo decidesse d'intervenire ora, potremmo
ottenere giustizia per Millicent e un'azione nazionale per mettere fine
allo "stupro correttivo":*

https://secure.avaaz.org/it/stop_corrective_rape/?vl


Questa è una battaglia contro la povertà, il patriarcato e l'omofobia.
Per mettere fine a questa ondata di stupri occorreranno azioni decise e
concertate per un processo di cambiamento d'avanguardia in Sud Africa e
in tutto il continente. ll Presidente Zuma è un tradizionalista Zulu, e
lui stesso è stato processato per stupro. Ma lo scorso anno ha
condannato l'arresto di una coppia gay in Malawi e dopo una pressione a
livello nazionale e internazionale enorme, il Sud Africa ha finalmente
approvato la risoluzione ONU contro l'omicidio extra-giudiziale delle
persone in base al loro orientamento sessuale.

Se saremo in tanti a partecipare a questa chiamata globale all'azione,
potremo costringere Zuma a pronunciarsi, guidando così un programma
governativo e *cominciare una conversione nazionale che potrebbe
spostare i comportamenti pubblici nei confronti dello stupro e
dell'omofobia in Sud Africa.* Firma ora e fai il passaparola:

https://secure.avaaz.org/it/stop_corrective_rape/?vl


Un caso come quello di Millicent tende a far perdere la speranza. Ma
quando i cittadini si uniscono sotto un'unica voce, possono vincere nel
cambiare pratiche e norme profondamente radicate e sbagliate. Lo scorso
anno in Uganda siamo riusciti a costruire un'ondata enorme di pressione
pubblica, tanto che il governo è stato costretto ad accantonare una
legge che avrebbe condannato a morte i gay ugandesi. Ed è stata la
pressione globale in favore di alcuni attivisti audaci che ha costretto
i leader del Sud Africa a rispondere alla crisi dell'AIDS che stava
divorando il paese. *Uniamoci e mettiamoci dalla parte di un mondo dove
ogni essere umano può vivere senza la paura di abusi. *

Con speranza e determinazione,

Alice, Ricken, Maria Paz, David e il resto del team di Avaaz

FONTI:

Il blog di Luleki Sizwe, l'organizzazione del Sud Africa che sta
chiedendo al governo di fermare lo "stupro correttivo" e di difendere le
vittime (in inglese)
http://lulekisizwe.wordpress.com

L'intervista al Ministro della giustizia Radebe alla tv di stato (South
African Broadcasting Corporation - in inglese)
http://www.youtube.com/watch?v=lkx-PYqHM0U

"Protesta contro lo stupro correttivo" (The Sowetan - in inglese)
http://www.sowetanlive.co.za/news/2011/01/06/protest-against-corrective-rape

La petizione lanciata da Change.org grazie agli attivisti di Luleki
Sizwe (in inglese)
http://humanrights.change.org/petitions/view/south_africa_declare_corrective_rape_a_hate-crime

"Sud Africa, stupri correttivi. Così si redimono le lesbiche" (La
Repubblica)
http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2010/10/15/news/stupri_correttivi_per_lesbiche-8086384/

"Esplorando i reati omofobici in Gauteng, Sud Africa: questioni, impatto
e risposte" (Centro per la psicologia applicata, Università del Sud
Africa - in inglese)
http://www.avaaz.org/out_ucap_gauteng_study

"Sud Africa, emergenza stupri" (Corriere della Sera)
http://www.corriere.it/esteri/08_marzo_14/bambine_sudafrica_6d198d06-f1d4-11dc-869a-0003ba99c667.shtml

"Sud Africa, terrore dopo lo stupro della giocatrice lesbica" (Sky sport)
http://sport.sky.it/sport/calcio_estero/2009/03/13/Sudafrica_stupro_giocatrice_lesbica.html

"Cercando di capire la salute degli uomini e la violenza: connessione
fra lo stupro e l'HIV in Sud Africa" (Consiglio di ricerca medica - in
inglese)
http://gender.care2share.wikispaces.net/file/view/MRC+SA+men+and+rape+ex+summary+june2009.pdf

"Prevenire lo stupro e la violenza in Sud Africa" (Consiglio di ricerca
medica - in inglese)
http://www.mrc.ac.za/gender/prev_rapedd041209.pdf

24/01/11

Mentre i media si trastullano con il bunga bunga ...

una lettera al tavolo4:

Mentre i media si trastullano con il bunga bunga e impazza il Berlusconi show, il leader libico Gheddafi, approfittando della distrazione generale, entra nel capitale di Finmeccanica (società delle difesa controllata dal nostro ministero dell'Economia) tramite la Lybian Investment Authority, acquistandone il 2,01% (per andare oltre ha bisogno di una autorizzazione del governo italiano, che senz'altro non mancherà) con una quota nell'Eni e diventando con il 7% il primo azionista di Unicredit, la principale banca italiana, e della Lia. Il colonnello ha messo le zampette anche in Ansaldo Sts e Agusta Westland, che si aggiungono al 7,5% della Juventus (secondo azionista) già acquisito, e alle compartecipazioni in Banca di Roma/Capitalia e banca Ubae. La Berlusconi-Gheddafi Spa (altrimenti detta Gheddasconi Spa), fondata due anni fa, ha ormai un giro d'affari di quasi 40 miliardi di euro. E non è finita. Nel mirino di Gheddafi ci sono Telecom, Terna, Impregilo e Generali, persino il business delle acque minerali cominciato con la proposta di acquisto della Fiuggi. Intanto Berlusconi, a rimorchio del socio, è riuscito a controllare completamente industria e finanza pubbliche, e si avvia a fagocitare anche gran parte di quelle private. Per non parlare del grande affare della nuova autostrada libica nel quale ha coinvolto anche gli amici Putin e Erdogan, degli inciuci comuni nel settore delle telecomunicazioni (Lafitrade, Quinta Comunication, Nessma Tv, etc), delle trattative private su gas e petrolio.

21/01/11

Cosa centra il lesbismo con il bunga bunga?

Riceviamo da Layla e volentieri pubblichiamo:

Ieri sera ad Anno zero due ragazze cionvolte nella inchiesta che vede berlusconi indagato per sfruttamento della prostituzione minorile e concussione hanno dichiarato di aver fatto pratiche lesbiche durante le cene – feste di Arcore che hanno visto lo stesso belusconi, insieme a fede e mora come spettatori.

Il desiderio e l’ eros lesbico non sono merci di scambio, non sono in vendita, così come non dovrebbero esserlo i corpi delle donne.

Come lesbiche abbiamo escluso totalmente i maschi dalle nostre vite, soprattutto dalla vita sessuale, perché il cazzo e il sistema intero della sessualità penetrativa – vaginale non ci piace, e anche perché riteniamo il genere maschile responsabile dell’ oppressione millenaria e della violenza quotidiana contro di noi; la sessualità che hanno imposto è violenta, e lo stupro un arma di guerra.

Non vogliamo che la nostra sessualità diventi merce, per poi essere venduta ad un utilizzatore finale, in questo caso a berlusconi e i suoi lacchè, ma a nessun maschio in generale.

Come lesbiche ci sentiamo umiliate, quasi stuprate, perché il nostro cammino è diverso e non prevede nessuna implicazione erotica con il maschile.Se l’ utilizzatore berlusconi e i suoi amici si eccitano con la sessualità lesbica è un problema loro!

Non ci sentiamo migliori delle donne che decidono di vendere delle prestazioni sessuali,anche noi vendiamo la nostra forza lavoro per vivere,quando riusciamo a rimanere dentro a questo mercato del lavoro! Non la poniamo come questione morale, cosa che stanno facendo tutti quelli che sperano di prendere dei voti , se questo governo finalmente cadrà.

Qui si tratta del nostro desiderio più profondo, che ripetiamo non è in vendita, e appunto questa compravendita ci ferisce e umilia.

Vedere che una giovane ragazza immigrata tiene in mano i fili che tengono in piedi berlusconi, in un qualche modo da forza a tutte le donne le lesbiche, le femministe ,le compagne che continuano a lottare contro il sistema sessista e patriarcale.

Per questo pensiamo che questa denuncia da parte di tutte le donne coinvolte non si deve fermare,anzi la sosteniamo in pieno, orgogliose di essere quello che siamo!

Lo sfruttamento della prostituzione minorile non deve eseere la nostra normalità impunita, è anzi un reato gravissimo contro tutte le donne in quanto donne, per questo la sua denuncia deve essere forte e sostenuta da un movimento che possiamo di nuovo costruire qui e ora.

Riprendiamoci insieme le nostre vite!

Si stanno moltiplicando i flash mob in varie città, in tutto il mondo le compagne femministe e lesbiche continuano a denunciare i femminicidi, e anche per questo veniamo uccise, il 28 ci sarà lo sciopero generale dei e delle metalmeccaniche al quale hanno già aderito tantissime realtà in movimento, il 2 febbraio a Milano ci sarà il processo allo sbirro stupratore Addesso, portato avanti con grandissimo coraggio da joy, che ha denunciato e si è ribellata alla tratta.

Siamo governate da un magnaccia, dobbiamo riuscire a fare qualcosa, i contenuti dell’ oppressione li conosciamo bene, ritroviamo la forza di tornare in piazza e ribellarci ancora!

Rivolta lesbica e femminista!!!

20/01/11

Al fianco delle operaie Fiat

Ieri siamo state a Melfi, sia al Tribunale dove era in corso l'udienza per i tre operai licenziati, sia alla fabbrica; abbiamo parlato con le operaie che ci hanno raccontato come stanno peggiorando i carichi di lavoro alla Fiat Sata. In una sola linea del 'Montaggio' le macchine sono passate da 276 a 291, ben 15 in più e neanche un operaio in più. Ai motori, per 25 macchine sta solo 1 operaio. E' aumentata la velocità della linea.
L'aumento del carico alla catena di montaggio, si riflette inevitabilmente su tutte le postazioni di lavoro collegate. Due operaie, Giovanna e Maria, che si occupano della preparazione del materiale utilizzato alla catena, hanno detto che ora devono essere più svelte e preparare più pezzi di prima: circa 30 pezzi in più per due linee.
Ma non c'è solo l'aumento dei carichi e la riduzione dei tempi di lavoro, l'azienda diminuisce anche i lavoratori nelle postazioni. Prima – hanno raccontato le operaie – vi erano 2 operai per tutto il turno, ora restano 2 solo fino alle 18 e poi per le altre 3 ore e mezza vi è una sola persona. Gli operai le operaie non ce la fanno già più! La fatica aumenta, le braccia, le gambe, il corpo sono indolenziti già dopo poche ore (e a Mirafiori la Fiat pretende di far lavorare anche 10 ore!!). Poi per le donne la situazione è anche peggiore.
“Loro – hanno detto le operaie – non sanno cosa significa catena di montaggio. Dicono: “che cosa sono 10 minuti di pausa in meno...”, ma quando, come alla Sata, i bagni stanno a inizio e fine del reparto, per chi sta in mezzo ci vogliono 10 minuti solo per arrivarci al bagno! E per le donne? Chi ha il ciclo mestruale come deve fare?”.
“Non ce la facciamo più – hanno detto – stiamo tutti male, il personale è ridotto sulle linee”. “Ma qui prima o poi scoppiamo!”

“A Melfi - diceva una lavoratrice della Fiom - sembra che non ci sia una questione femminile, non c'è nessuna donna nella RSU, anche tra le operaie sembra che il problema non è sentito, delegano agli uomini...”
Noi pensiamo che non è proprio così. Perchè basta che le operaie parlano, si mobilitano e viene fuori l'intreccio continuo tra condizione operaia e questione femminile – come a Melfi (dove qualche anno fa facemmo un inchiesta e dove le operaie raccontavano anche il peso del doppio lavoro: fabbrica/famiglia), come a Mirafiori durante il referendum, e che ora è necessario contro il piano Marchionne costruire una mobilitazione diretta delle lavoratrici.

Dalla Fiat di Termoli viene una buona notizia: sabato prossimo le operaie che hanno dato vita ad un Coordinamento donne Fiat fanno un'assemblea nella sala consiliare. Le operaie protestano contro i turni imposti dall'anno scorso che penalizzano le donne con figli piccoli. “faccio i turni – racconta Romina – di mattina e pomeriggio ma sono del tutto inconciliabili con l'orario spezzato di mio marito. Tutte le mie richieste di cambiare orario sono rimaste senza risposta ... mia madre è costretta a venire a casa mia all'alba... noi donne siamo in gran parte concentrate nelle aree di montaggio a fine ciclo produttivo e se ci dislocassero in altre aree sarebbe più facile soddisfare le esigenze di tutti”. Ora hanno deciso di organizzarsi.

Le compagne del MFPR di Taranto

18/01/11

Complici di chi non si piega , lettera aperta agli operai della fiat

Pubblicata il 14.01.11 su Il Manifesto

Car* opera*, siamo parte degli studenti e studentesse che si stanno mobilitando da mesi, anzi da anni, contro la sistematica erosione di diritti e contro le politiche che cercano di smantellare il sistema di formazione pubblica nel nostro paese. Non viviamo la realtà del lavoro in fabbrica ma conosciamo il lavoro in nero e sottopagato dei ristoranti e dei callcenter; il ricatto dei contratti a tempo, a chiamata, a progetto, degli stage gratuiti, l'angoscia della disoccupazione. La nostra generazione non sa cosa vuol dire avere un lavoro stabile e una continuità di reddito, ma conosce l'orizzonte infinito della precarietà.

La condizione entro cui siamo costretti a vivere oggi parla di un presente totalmente precario, senza garanzie e tutele, e un futuro che ci appare tetro e privo di prospettive; tuttavia non vogliamo arrenderci a questo stato di cose e stiamo imparando che si può uscire da questo ricatto: lo vediamo nelle lotte e nei tumulti che percorrono e percuotono ormai tutta l'Europa e il Mediterraneo. Crediamo di vivere, nella diversità dei casi, la vostra medesima condizione di ricattati e sfruttati, siamo convinti perciò che dobbiamo condividere il desiderio di ribaltare il piano, la volontà di darsi una mano, lo sforzo di immaginare un'alternativa.

La riforma Gelmini e il diktat di Marchionne, calpestando la nostra dignità e comprimendo i diritti, hanno in fondo la stessa aspirazione: ridurre il lavoro, come il sapere, a merce senza qualità, i lavoratori e gli studenti a macchine senza soggettività, utili e spendibili a proprio piacimento. Vi scriviamo questa lettera per comunicarvi la nostra vicinanza e solidarietà, perchè sappiamo che per voi è un momento molto delicato, perchè tramite un ricatto vergognoso vi si impone una scelta tra lavoro e diritti, tra lavoro e salute, tra lavoro e dignità.

Quando un infame accordo, come quello che vi sottopongono, mette in gioco la dignità, i diritti, la democrazia, la mette in gioco per tutti quanti, ed è per questo che venerdì 28 gennaio saremo in piazza al fianco di chi non ci sta a sottomettersi a questo sporco gioco. Vi scriviamo questa lettera per darvi la nostra disponibilità a lottare insieme per un lavoro dignitoso, per dei diritti inalienabili, per progettare un paese più giusto e conquistare un futuro migliore

Quando le difficoltà, i problemi, i ricatti si accumulano è il momento di metterli in comune per poterli affrontare; è il momento di scegliere di lottare per poter vivere dignitosamente.
Vi scriviamo questa lettera per dichiararci complici di chi non abbasserà la testa.

Student* e precar* della Sapienza in mobilitazione

17/01/11

FLASHMOB CONTRO FEMMINICIDIO IN MESSICO

QUESTA MATTINA 16 GENNAIO, A ROMA UN FLASH MOB DI DONNE DASUD DAVANTI AL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI - DOVE SONO IN CORSO TRE MOSTRE SUL MESSICO - PER DENUNCIARE IL FEMMINICIDIO IN MESSICO

In vista della mobilitazione internazionale di domani contro i crimini di femminicidio che stanno avvenendo in Messico, oltre 10 donne hanno dato vita ad un flashmob stamane alle ore 11 davanti al Palazzo delle Esposizioni, indossando le magliette con le mani insanguinate e tenendo alte le croci rosa con i nomi delle donne che sono state recentemente ammazzate in Messico. Le Donne da Sud hanno inoltre srotolato uno striscione con la scritta NI UNA MAS.

E’ stato scelto un luogo simbolico in cui si svolgono in questo momento tre mostre sul Messico. I simboli utilizzati erano gli stessi della lotta del movimento di "Ni una mas" delle donne messicane per denunciare che il recente assassinio di Susana Chávez si iscrive nell’ambito dei femminicidi, ed è morta perché donna e perché donna che ha denunciato questi crimini.
doMANI LUNEDÌ 17 GENNAIO ALLE ORE 10
PRESIDIO CONTRO IL FEMMINICIDIO IN ATTO IN MESSICO
DAVANTI ALL'AMBASCIATA MESSICANA
IN VIA SPALLANZANI 16 A ROMA


Donne daSud accoglie l'invito delle donne messicane e partecipa domani lunedì 17 gennio alla mobilitazione delle ore 10, in Via Spallanzani 16 a Roma, davanti all'Ambasciata messicana, per manifestare il proprio sdegno davanti a un omicidio che la questura vuole far passare per un incidente. Un "incidente" che segue ai 446 omicidi di donne del 2010, 900 negli ultimi cinque anni, tutti avvenuti in questa città di confine. Susana Chavez è la tredicesima vittima tra le attiviste messicane.

Donne daSud denuncia il femminicidio in atto in Messico, a Ciudad Juarez, nella regione del Chihuahua “chiediamo alle istituzioni messicane in Italia giustizia per la morte di Susana Chavez, attivista dei diritti delle donne e poetessa, brutalmente assassinata per mano di tre uomini.”

Donne daSud invita tutte/i a partecipare a questo appuntamento, perché non vogliamo NI UNA MAS!
Donne daSud, Via Gentile da Mogliano, 170 - Roma cell. 389 51 78 481

NI UNA MAS

Esiste un luogo ai confini tra il Messico e gli Stati Uniti in cui è normale violentare e uccidere giovani donne. A Ciudad Juárez nello Stato di Chihuahua in Messico solo l’anno scorso sono state assassinate 446 donne secondo lo stesso rituale: rapimento, tortura, sevizie sessuali, mutilazioni, strangolamento.

La situazione a Ciudad Juàrez, principale zona franca industriale messicana, in cui le donne occupano il 48,3% dei posti di lavoro disponibili, è veramente drammatica: basti pensare, infatti, che oltre agli omicidi seriali, le statistiche indicano che il 70% delle donne che vi si rivolgono per cercare aiuto sono state picchiate dai loro mariti, mentre il 30% lo sono state da qualcuno che conoscevano. In un anno sono state presentate 4540 denunce per stupro (12 al giorno) e ugualmente, le molestie sessuali e le minacce di licenziamento, da parte dei supervisori e dei proprietari delle maquiladoras, alle donne che rifiutano le avances, sono un fenomeno corrente.

Ni una más. Non una di più. L’autrice di questa frase è stata assassinata. Si chiamava Susana Chávez e, oltre ad essere attivista contro i femminicidi a Ciudad Juárez, era poeta. Aveva 36 anni. Hanno gettato il suo corpo seminudo per strada. La testa era avvolta in un sacchetto di plastica nero. Le mancava la mano sinistra.

Il 5 gennaio è stata assassinata, ma le autorità hanno consegnato il suo corpo cinque giorni dopo. La versione che la questura di Chihuahua vuole spacciare per vera è che si è trattato di un crimine comune che non aveva nulla a che vedere con il suo attivismo.

Donne daSud sono qui per urlare che l’assassinio di Susana Chávez si iscrive nell’ambito dei femminicidi, che Susana è morta perché donna e perché donna che ha denunciato questi crimini. E sono qui per rendere visibile lo sconcerto, l’offesa, la ferita, l’aggressione che proviamo ogni giorno davanti all’indifferenza che c’è nel mondo e in Italia al dramma delle violenze sulle donne.

non una in più - se non ora quando?

16/01/11

sono un'impiegata e mi vergogno per il sì degli impiegati di mirafiori

sono un'impiegata e mi vergogno per il sì degli impiegati di mirafiori

Stamattina risultati del referendum/ricatto alla fiat mirafiori,

per qualche centinaio di voti vincono i sì e come immaginavano tutti, la percentuale più alta di assensi si è riscontrata tra gli impiegati,

sono un'impiegata e mi vergogno per il sì degli impiegati di mirafiori.

Li capisco, non si può esprimere una libera scelta con una pistola puntata alla tempia,

tutti quanti temiamo, oggi più che mai, di poter rimanere senza di che sfamare noi e le nostre famiglie e una risposta di quel tipo era ed è legittima, ma credo anche che ci sia un limite alla svendita della propria dignità,
per questo ammiro incondizionatamente chi, di fronte allo stesso ricatto, ha avuto la forza di rispondere no.

Sono un impiegata di un'azienda tessile della provincia di bergamo, sede italiana della multinazionale triumph,

da noi non c'è marchionne, né un referendum da votare, né tantomeno un'azienda in crisi, ma le umiliazioni sono all'ordine del giorno,

il nostro management sa che può chiedere qualsiasi cosa a noi 70 impiegati "reduci" da diverse ristrutturazioni, che solo negli ultimi anni, sono costate il posto a più di 150 nostri colleghi, tutt'ora in cerca di lavoro.

Quindi aumentano i carichi di lavoro, tanto che, in accessi di senso responsabilità verso l'azienda, quanto mai mal riposti, ci sono colleghi si presentano in ufficio con la febbre o con l'ernia del disco,

le pause sono di fatto soppresse, nessuno osa fermarsi più del tempo minimo indispensabile per recarsi in bagno, le ferie, in certi periodi forzate e comunque sempre e solo a discrezione dell'azienda e poi, senza alcuna spiegazione, soppressione dei premi di produzione e fedeltà
sanciti dal contratto aziendale....

Insomma, ci stanno spremendo come dei limoni, ci tolgono parte di quello che ci spetta e noi a testa bassa a rispondere sempre sì, sperando in questo modo di salvarci il posto (il vecchio fantozzi a noi ci fa un baffo).

Ma tutto questo non basta, un mese fa l'azienda annuncia l'apertura della procedura di mobilità nei confronti di altri 19 dipendenti, "in esubero" dicono, mentre da parte nostra niente, c’è la paura anche solo di parlarne e si continua a testa bassa a lavorare.

Come scrivevo più sopra l'azienda non è assolutamente in crisi, tanto che al party di fine anno l'amministratore delegato, gongolando, ci ha comunicato che il fatturato del 2010 ha registrato un + 60% per l'autunno inverno e un + 40% per la primavera estate;

e allora, perchè questa multinazionale tedesca che, anche grazie al nostro lavoro, sta reggendo egregiamente nonostante la cosiddetta "crisi",

può permettersi di usare i soldi dei contribuenti italiani per pagare una mobilità a dei lavoratori di cui si vuole liberare per una sua libera scelta e non assolutamente per necessità?

Perché un datore di lavoro, o meglio un padrone, oggi come nell'ottocento, può decidere di buttarti sulla strada dopo che ti ha sfruttato a suo piacimento senza che nessuno osi impedirglielo?

Fino a quando ce la faremo a reggere alle umiliazioni? E perché dovremmo arrivare a scoprire quel limite?

La storia ci dimostra che i nostri diritti si fanno rispettare anche dicendo dei no,

per questo ringrazio e mando un forte abbraccio ai lavoratori di mirafiori che l’hanno fatto.

un'impiegata

Massiccio No operaio al piano Marchionne

Gli operai della fiat Mirafiori hanno detto NO in maniera massiccia e determinata, il SI vince tra gli operai per soli 9 voti, ma considerando il 5% di astenuti, più nulli e bianche che certo non sono voti per il SI, il no operaio ha prevalso.
Il risultato della vittoria del SI è dovuto a servi impiegati e capi.
Il risultato ottenuto in un clima di dittatura padronale e ricatto occupazionale è importante e grandioso.
Esso incoraggia la lotta e l'organizzazione di classe dei lavoratori se si comprende che la lotta e il rafforzamento dell'unità per il sindacato di classe sono la vera risposta al piano Marchionne e al fascismo padronale che comprende i sindacati firmatari dell'accordo.
Ora bisogna sconfiggere la linea della cgil di costringere la fiom ad accettare l'accordo, il sindacato antioperaio e collaborazionista nelle file operaie del no è la cgil di Camusso.
Lo sciopero del 28 a Torino e in tutto il paese è una prima risposta, purché non sia uno sciopero rituale.
Il 14 dicembre degli studenti ha indicato la strada di una lotta vera e generale.
Questa strada è necessaria e determinante ora per trasformare il NO in fatto reale, che possa incidere e bloccare il piano fiat e di tutti i padroni, il governo Berlusconi e ogni governo dei padroni

slai cobas per il sindacato di classe - coordinamento nazionale
cobasta@libero.it
347-5301704
15 - 1 -2011
________________________________________________
UN BRINDISI ALLE OPERAIE E OPERAI DI MIRAFIORI CHE HANNO OPPOSTO LA DIGNITA' E SCELTO LA LIBERTA' AL VILE RICATTO DI MARCHIONNE E DEI SINDACATI PADRONALI

dalle lavoratrici, disoccupate del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

Berlusconi indagato a Milano per il caso Ruby

Uno stralcio dell' Ansa
"Il premier Silvio Berlusconi è indagato per prostituzione minorile per aver avuto rapporti sessuali in cambio di denaro con la giovane marocchina Ruby. Ed é anche accusato di concussione per aver esercitato pressioni nei confronti dei funzionari della Questura di Milano per ottenere il 'rilascio' della ragazza, trattenuta negli uffici di polizia nel maggio scorso perché accusata di furto, e il suo affidamento alla consigliere regionale lombarda Nicole Minetti, in modo che la vicenda dei rapporti con la minorenne non emergesse........"

PER LE OPERAIE FIAT UNA DOPPIA RAGIONE PER VOTARE NO AL REFERENDUM

PERCHE': "...l'officina (che già dal '94 è organizzata sui 18 turni di Pomigliano!) prevede un regime lavorativo di tre turnazioni alternate settimanalmente (dalle 6 alle 14, dalle 14 alle 22 e dalle 22 alle 6). Nell'ultimo anno la direzione aziendale ha assunto posizioni molto rigide riguardo all'organizzazione del lavoro e alla flessibilità dell'orario, particolarmente nei confronti di noi mamme... Le somme che dovrei pagare per gestire i bambini attraverso l'utilizzo di una babysitter... sarebbero maggiori dello stipendio che percepisco..." - dalla lettera a Marchionne dell'operaia Stefania della Fiat di Termoli.
Con l'accordo Mirafiori tra turni, aumento dell'orario, straordinari triplicati, le donne si devono "ammazzare" per riuscire a lavorare.

PERCHE': Per la Fiat: "Un operaio robusto vale 9 punti. Uno resistente 8. Uno giovanile 7. Un corpo normale 6. Se è obeso 5. Delicato 3. Gracile 1... per essere un buon operaio, non basta lavorare. Bisogna essere robusti e ricercati..."
Quanto non vale per la Fiat un'operaia?

PERCHE': "...per le lavoratrici i movimenti ripetuti, forzati, i ritmi intensi di lavoro, la stanchezza di ore ed ore di lavoro sempre nelle stesse posizioni, legati all'insieme della condizione di vita, al fatto di poter cambiare di meno l'orario di lavoro, i turni (perchè devono conciliarsi comunque con i "tempi familiari"), al mancato riposo e all'altro lavoro in casa, comportano in più gravi problemi all'apparato riproduttivo, con disfunzioni del ciclo mestruale (che talvolta sparisce anche per mesi), problemi legati alla maternità, mal di testa sempre più frequenti, ecc. Le operaie della Fiat Sata dicono di accusare una "indescrivibile stanchezza" anche mentale, di sentirsi sempre sull'orlo dell'esaurimento nervoso, di sentirsi precocemente vecchie.." - da un'inchiesta delle lavoratrici slai cobas per il sindacato di classe alla Fiat di Melfi.
Il sistema Ergo Uas, allegato all'accordo di Mirafiori, porta ad una pesante intensificazione dei ritmi e dei movimenti.

PERCHE': L'azienda potrà chiamare chi le pare e imporre la scelta: o firmi o vieni licenziata. E quali saranno i criteri di selezione?
Succederà alla Fiat di Torino quello che è successo all'Alitalia, in cui le lavoratrici in maternità o con figli piccoli sono state "fatte fuori" o messe in condizioni di rinunciare - con tanto di accordo sindacale.

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

(Qui una critica punto per punto all'accordo)

”nemmeno una morta in più” ed hanno ammazzato lei Susana Chavez

Riceviamo e pubblichiamo, da Doriana Goracci:

Fai conto che non sapevi dov’era finita tua figlia la tua compagna una sorella un’amica e poi ti dicono quattro giorni dopo di andare a riconoscere un corpo, di una 36enne, “ massacrata per poi buttarla come immondizia in mezzo alla strada, svestita, senza una mano e con un sacco di plastica nero legato con dello scotch adesivo grigio intorno al collo“. Questo è capitato ai familiari di Susana Chavez, 36 anni, morta ammazzata, violentemente si, lei una che aveva avuto la presunzione di inventare una frase, ”nemmeno una morta in più”, che in Messico dove viveva si dice “Ni una muerta más“, per centinaia di donne uccise negli ultimi anni a Ciudad Juarez, la città del Femminicidio al suo
Paese, e anche il Nostro…conosce questa parola Femminicidio.
” Nello stato di Chihuahua quest’anno sono state barbaramente uccise 446 tra donne e bambine, un record che chiaramente indica quanto le violenze e i femminicidi in questo posto siano in aumento senza che nulla, tranne gli sforzi e le denunce delle donne stesse, cerchino di fermare ed intervenire su questo sterminio. La cifra più alta a Ciudad Juarez.“
Lo hanno reso noto i Media: a me l’ha scritto in bacheca Facebook un’amica, Laetitia Ceccarini e a raffica un’ altra amica dell’Udi, Milena Carone. Sulla stampa estera questo è un titolo: Asesinan a Susana Chávez, activista de Ciudad Juárez.
Posso tacere, posso non farlo sapere, e vorrei urlarlo? Non ha nazionalità la violenza e nemmeno l’amore: anche se non trovi le parole… Anche se non trovi le parole…tocca trovarle.
l video più recente e che la mostra viva,lei poetessa lei militante femminista lei donna… e che io ho trovato è, La estrategia abortista, caricato su you tube a luglio 2010: non è tradotto ma è chiaro, parla di donne violate, di aborto, quando come e perchè. Può essere interessante leggere in proposito, un articolo di agosto 2010: Messico: nel paese dell’impunità migliaia di donne in galera per avere abortito…“…restano in galera nel solo stato di Guanajuato 166 donne (migliaia in tutto il Messico), tutte povere e spesso analfabete, alcune con condanna definitiva fino a 35 anni di carcere…Nel paese dei Legionari di Cristo, dove consideravano un santo il fondatore degli stessi, il pedofilo e stupratore seriale Marcial Maciel, “dopo la sconfitta di Città del Messico –sostiene María Consuelo Meijía Direttrice dell’organizzazione ‘donne cattoliche per il diritto di scegliere’- l’ultra-destra conservatrice e le gerarchie cattoliche hanno ottenuto la loro vendetta negli stati più arretrati”. Si calcola che in Messico si realizzino ogni anno oltre 800.000 aborti clandestini, spesso in condizioni estreme di igiene e sicurezza per le donne, contro i circa 40.000 aborti legali che avvengono in strutture pubbliche a Città del Messico. La battaglia politica, anche a livello di riforme costituzionali, è asperrima tra chi vuole la depenalizzazione dell’aborto e chi esige che la vita sia rispettata dal concepimento alla morte naturale…”
Lo propongo, dopo aver letto sulla stampa italiana che riporta ovviamente quella estera, certe versioni del suo Paese, sul suo andar passeggiando più o meno sobria…”…I tre presunti assassini, tre ragazzi di 17 anni, sono stati arrestati. Sui motivi del delitto la Commissione statale per i diritti umani (Cedh) e la procura della repubblica locale divergono.
La prima sostiene che è stata strangolata dai ragazzi che, apparentemente, hanno tentato di violentarla. La Commissione riferisce che, secondo la madre, Susana era uscita di casa per andare a trovare delle amiche ed è stata uccisa durante il tragitto. Per contro, il locale procuratore delle repubblica, Carlos Manuel Salas, ha assicurato ad un canale tv che la donna era uscita di casa ubriaca e si era diretta in un bar dove si trovavano i tre ragazzi, ubriachi e drogati. Questi hanno finito per ucciderla e sono stati arrestati ”in flagrante”. Con la morte di Susana Chavez salgono a 13 i militanti per i diritti umani uccisi dal 2009 a Ciudad Juarez. Una di loro, Marisela Escobedo, è stata assassinata lo scorso dicembre mentre si trovava davanti al Palazzo di giustizia, dove si era recata un’ennesima volta per protestare contro i tre giudici che avevano assolto un giovane che, nel 2008, aveva ucciso sua figlia. Secondo i media locali, con l’assassinio della poetessa sono già cinque le donne uccise a Ciudad Juarez dall’inizio dell’anno.”

Questa è la risposta, che ho trovato da pochi minuti sul web delle donne: Asesinan a la activista de Ciudad Juárez autora del lema “Ni una muerta más”.

Anche lei rispose a una domanda, con un’intervista: “Cosa significa per te, una vita giusta e sana per le donne e le bambine ?” Susana Chavez is the director of Centro de Promoción y Defensa de los Derechos Sexuales y Reproductivos (PROMSEX) in Perù. In this video she answers the question, “What does a just and healthy life for women and girls mean to you?”.

Non mi pongo domande e tantomeno ho risposte, ma qualunque sia l’angolo di mondo in cui accade ed è molto frequente che accada…il femminicidio e la violenza e l’ oppressione dei diritti umani, denunceremo, e la mia maledizione per quanto piccola la spedisco con assicurata.

Feeling Good Donne, Amiche care Noi stiamo bene, stiamo molto bene e lo diciamo al mondo…Andiamo avanti, con tutte dentro, quelle che non scorderemo Mai.

Doriana Goracci

”nemmeno una morta in più” ed hanno ammazzato lei Susana Chavez

O ME LA DAI O SCENDI !

Di Valerio Bruschini, da La terra di nessuno:

Nel bar, che frequentavo durante l’adolescenza, questa frase era adoperata per indicare coloro che in auto, dopo aver declamato tutte le poesie del “Dolce stil nuovo”, iniziando con “Al cor gentil rempaira sempre Amore”, si servivano di questa espressione magica ed ermetica, per manifestare ad una donna il loro trasporto affettivo.
All’epoca, non avrei mai immaginato che, nel Terzo Millennio, questa espressione, pur non esplicitata, avrebbe costituito la radice metafisica dei rapporti politici, sindacali e sociali, eliminando in un colpo solo il politichese, il sindacalese ed il sociologismo.

1) Da mesi, Bossi invia a tutta la casta politica un solo e lapidario messaggio:
“O il Federalismo o le urne”.
Il fatto che Lui non avrebbe alcun potere di sciogliere le Camere non è neppure preso in considerazione; tuttavia, non è tracotanza la Sua, bensì solo la dimostrazione che anche il Leader della Lega ha appreso la lezione impartita in quel bar (probabilmente, vi passò durante uno dei Suoi giovanili viaggi in terra di Terronia).

2) Dalla notte dei tempi, Berlusconi proclama all’intero Paese:
“O io non vengo processato, oppure vi armo un casino [2] che rimpiangerete le invasioni barbariche!”.
In questa maniera, tra l’altro, Egli mostra di aver acquisito non solo il concetto, ma anche il lessico proprio dei bar, nella fattispecie di quelli di Centocelle [3], ove io trascorsi non poco tempo (con i risultati che si vedono), quando frequentavo l’Università a Roma.

3) Comunque, Colui che può considerarsi “’l maestro di color che sanno” [4] è senza dubbio alcuno Marchionne Sergio.
Impegnato a conseguire il Master in Bar-rologia, Egli è arrivato in ritardo sulla scena massmediatica, ma, in compenso, ora l’occupa per intero.
Infatti, non solo alla classe operaia, ma anche alla Confindustria, alla Casta, alla città di Torino, alla Regione Piemonte, all’Artide ed all’Antartide, Lui dice una ed una sola cosa:
“O dite sì a qualsiasi mia proposta, oppure io investo su Giove [5], i cui abitanti non solo non sanno cosa siano i diritti, ma sono pure gioviali”.
Come non sentire in questa dichiarazione d’intenti di un vero Liberal, l’eco profonda dell’epoca in cui Marchionne non costruiva le auto, ma se ne serviva per praticare lo sport, di cui la frase magica ed ermetica costituisce il suggello/sigillo?

4) Va pur detto che simili Campioni della libertà di scelta, oltre che di innegabili doti personali, hanno usufruito della particolare atmosfera, che si respira in quell’Occidente, che, da per lo meno cinque secoli, così si rivolge agli abitanti dei vari continenti:
“O voi accettate la (mia) Civiltà, o, piuttosto che lasciarvi nell’inciviltà, vi stermino”.

5) Tuttavia, nessuna prodezza dei Signori di cui sopra e di tutti i loro pallidi imitatori è in grado di oscurare il primato conseguito da Benedetto XVI:
“O voi laici fate quello che dico Io [6], oppure dimostrate di essere dei laicisti integralisti, perché non prendete in considerazione l’altro da voi”.
Naturalmente, Joseph Ratzinger non ha mai frequentato bar, neppure quando era arruolato nella Wehrmacht.
Tuttavia, una volta, confessò uno dei frequentatori del bar di cui all’inizio, recatosi in Germania per lavoro, e la frase lo colpì al punto da scolpirsi in Lui.

Pertanto, chi farà propria l’ultimativa legge scientifica: “O me la dai o scendi!”, non avrà più bisogno delle approfondite analisi politologiche di “La Repubblica”, degli imprescindibili discorsi di Bonanni e di Camusso, delle dotte disquisizioni di Draghi e di Tremonti sull’andamento del “Più pilu per tutti”, dei commoventi sermoni di Mentana [7].

NOTE
[1] Chi ha la (s)fortuna di viaggiare nella Terra di Nessuno, sa che il turpiloquio vi è rigorosamente bandito; mi sono concesso questa “licenza poetica”, perché, purtroppo, solo questa frase dà perfettamente conto del reale andamento delle cose in questo Paese.
[2] Ogni riferimento alle presunte frequentazioni di prostitute da parte del Presidente del Consiglio è destituito di ogni fondamento, anche perché si è trattato della consueta campagna diffamatoria sapientemente orchestrata dai giornalisti, dai Magistrati e dai Comunisti.
[3] L’aver visto cento celle in una volta sola traumatizzò l’allora giovane Berlusconi Silvio al punto da farGli maturare un’istintiva e comprensibile repulsione nei confronti della Giustizia.
[4] Dante, Divina Commedia, Canto IV, verso 131.
[5] Inizialmente, Marchionne Sergio aveva pensato a Marte, ma ha cambiato idea, quando Gli hanno spiegato che quello è il Pianeta Rosso.
[6] In verità, in verità, B. XVI non ha pretese totalitarie; si accontenterebbe che le legislazioni degli Stati si adeguassero alla volontà divina (la Sua) solo per ciò che riguarda il periodo della vita, che va dal concepimento alla morte.
[7] Su quest’ultimo si può leggere: Mentolo: l’ottavo nano o l’ottavo re di Roma?.

Violenza sessuale: assessore leghista accusato da militanti

fonte ansa

(ANSA) - MILANO, 10 GEN - L'assessore alla sicurezza della Provincia di Monza, Luca Talice, e' stato denunciato per violenza sessuale da due giovani militanti della Lega Nord.

Sui presunti abusi sta indagando la procura di Monza, che ha aperto un fascicolo. I due giovani militanti del Carroccio, un ragazzo e una ragazza, hanno presentato una denuncia in procura per abusi sessuali che avrebbero subito per anni nei locali del Comune di Seregno dove Talice svolge anche la funzione di consigliere comunale della Lega Nord.(ANSA).

Solidarietà per Pinar Selek!

Appello per costruire azioni e momenti di solidarietà concreta per una compagna femminista ,ora in esilio, colpita duramente dalla repressione nel suo paese, prima del suo processo il 9 febbraio.

Vogliamo giustizia! siamo accanto a PINAR Selek

Questo è un appello urgente da Amargi a tutte le donne lesbiche - associazioni femministe, gruppi e collettivi.

Femminista, sociologa, anti-militarista, pacifista, scrittrice e membro fondatore di Amargi , Pinar Selek rischia di essere arrestata nel prossimo processo penale, dove è già stata assolta due volte e dove si conosceva già la sua situazione.

Pinar selek è stata colpita dalla represssione, a causa della sua ricerca sociologica del 1996, relativa alla guerra kurdo-turca ,sulle sue condizioni e le possibilità di riconciliazione. Durante la perquisizione e il fermo di polizia, la sua ricerca è stata confiscata.

È stata pesantemente torturata, al fine di dare i nomi delle persone che ha intervistato.

Siccome si è rifiutata, è stata arrestata. Mentre era in carcere, è stata accusata dell’ esplosione nello Spice Bazaar e di essere complice di un complotto di cospirazione. Durante il processo,fu stabilito che la dichiarazione fatta contro di lei è stata rivelata sotto tortura, e fu prosciolta di ogni accusa . Infine Pinar Selek è stata rilasciata dopo 2 anni e mezzo. Tuttavia, anche se è stata assolta , l'ufficio criminale n. 9 della Corte Suprema ha deciso l'inversione di assoluzione e per la seconda volta metterà Pinar Selek sotto processo, con una pesante accusa di 36 anni di reclusione . L'Assemblea Generale penale ha respinto il procuratore capo della opposizione e ha rinviato il caso al Tribunale di Istanbul Felony 12 ,che aveva già deciso la sua assoluzione.

Pinar Selek verrà processata ancora una volta, il 9 Febbraio 2011 12 ° all’ Alta Corte Penale situato nel Beşiktaş / Istanbul.

A questo punto tutte le azioni di solidarietà con Pinar Selek sono di vitale importanza; Perciò vi invitiamo a sostenere la nostra lotta per la giustizia:

entrare personalmente in udienza il 9 febbraio, o l'invio di una commissione di osservazione al processo

• organizzazione di conferenze stampa, o scrivendo e inviando la vostra (gruppi / organizzazioni) dichiarazione di sostegno politico.

• rendere il caso Pinar Selek visibile nel vostro paese / Stato, diffondendo questo appello e la sua campagna di informazione.

• la partecipazione alla petizione,firma per la campagna in sostegno a Pinar Selek - organizzato dal Pen Germania.

http://www.ps-signup.de/

Questa petizione sarà presentata pubblicamente da Pen Germania, il giorno del processo in una speciale conferenza stampa a Istanbul. Qualsiasi contributo a questa petizione fino al giorno del processo sarà molto utile.

Il caso di Pinar Selek è simbolico per riaffermare la dovuta giustizia , sull’illegalità che fin’ ora ha subito.

Avendo stretti rapporti con i gruppi otherized dal sistema, è molto conosciuta in Turchia e all'estero per i suoi libri sulla violenza contro le donne transgender a Istanbul, sulla storia dei confiltti e della pace in Turchia e, infine, sulla virilità nel contesto del servizio militare.

Questo ultimo libro Sürüne Sürüne Erkek Olmak (Leading a Dog's Life: la mascolinità) è pubblicato anche in Germania con il titolo, Zum gehätschelt Mann. Zum Mann gedrillt.

Da 12 anni, molti intellettuali turchi e stranieri hanno dichiarato il loro aperto sostegno a Pinar Selek , frequentandola anche personalmente.

PEN Germania sta anche conducendo una campagna internazionale di sostegno che è disponibile a http://www.pen-deutschland.de/htm/aktuelles/pinar-selek, aufruf.php .

Per ulteriori informazioni e / o le vostre proposte per sostenere Pinar Selek, si prega di contattare:
halatanigizplatformu@gmail.com (still witnesses platform mail address) halatanigizplatformu@gmail.com (come testimoni internazionali indirizzo mail)
yaseminsevval@yahoo.com (portavoce internazionale della campagna di sostegno a Pınar)
karinkarakasli@yahoo.com (membro della campagna di sostegno a Pınar)
Solidaritepinarselek.france@gmail.com (comitato in francia Francia)

http://www.pinarselek.com/public/page_item.aspx?id=829
http://www.pinarselek.com/public/destek.aspx?id=45

Ora è di nuovo tempo per la solidarietà.

Chiediamo il prezioso contributo di tutte

Le lavoratrici OMSA invitano tutte le donne ad essere solidali con loro

Le lavoratrici OMSA invitano tutte le donne ad essere solidali con loro Lo stabilimento OMSA di Faenza (RA) sta per essere chiuso, non per mancanza di lavoro, ma per mettere in pratica una politica di delocalizzazione all'estero della produzione per maggiori guadagni.
Il proprietario dell'OMSA, il signor Nerino Grassi, ha infatti deciso di spostare questo ramo di produzione in Serbia, dove ovviamente la manodopera, l'energia e il carico fiscale sono notevolmente più bassi.
Questa decisione porterà oltre 300 dipendenti, in maggior parte donne e non più giovanissime, a rimanere senza lavoro.
Le prospettive di impiego nel faentino sono scarse e le autorità hanno fatto poco e niente per incentivare Grassi a rimanere in Italia o per trovare soluzioni occupazionali alternative per i dipendenti, salvo poi spendere fiumi di parole di solidarietà adesso che non c'è più niente da fare.
Da giorni le lavoratrici stanno presidiando i cancelli dell'azienda, al freddo, notte e giorno, in un tentativo disperato di impedire il trasferimento dei macchinari, (tentativo documentato anche da Striscia la Notizia sabato scorso, ma ad onor del vero il servizio è stato brevissimo e piuttosto superficiale).
Trovo sempre più allucinante che in Italia non esistano leggi che possano proteggere i lavoratori dall'essere trattati come mere fonti di reddito da lasciare in mezzo a una strada non appena si profili all'orizzonte l'eventualità di un guadagno più facile.
Le lavoratrici OMSA invitano tutte le donne ad essere solidali con loro, boicottando i marchi - Philippe Matignon - Sisi - Omsa - Golden Lady - Hue Donna - Hue Uomo - Saltallegro - Saltallegro Bebè - Serenella - e vi sarebbero grate se voleste dare il vostro contributo alla campagna, anche solo girando questa mail a quante più persone potete se non altro per non alimentare l'indifferenza.
Le lavoratrici OMSA ringraziano quindi per l'aiuto e il supporto che vorrete dargli quali ennesime vittime di una legislazione che protegge sempre più gli interessi unicamente lucrativi degli imprenditori che non la vita e la condizione lavorativa dei dipendenti.
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Stiamo verificando se a Taranto ci sono negozi Omsa per fare un'iniziativa in solidarietà con le operaie di Faenza. Si potrebbe fare anche in altre città.
Chiediamo a Nicoletta e altre compagne di Bologna se possono andare a Faenza per portare direttamente e concretamente la solidarietà a nome di tutte le compagne, lavoratrici del Tavolo 4, portando la proposta di fare a Faenza una iniziativa di carattere nazionale.

Cosa vogliamo? vogliamo tutto. 8 marzo sciopero delle donne!

A partire dalla forte denuncia del doppio attacco alle donne del piano Marchionne e dalla bellissima determinazione e forza dimostrata dalle operaie di Mirafiori, che hanno dato un grande contributo al risultato del No tra le fila operaie, riprendiamo lo "sciopero delle donne", portiamolo nello sciopero del 28 gennaio, lavoriamo per realizzarlo l'8 marzo, a partire da un manifesto/piattaforma che raccolga prima di tutto le denunce, la realtà, le richieste che vengono dalle lavoratrici, dalle disoccupate, dalle precarie, dalle studentesse, dalle donne nei territori in lotta, contro il doppio sfruttamento e la doppia oppressione.

08/01/11

We want sex - we want everything

Di seguito pubblichiamo una raccolta di materiali dell'mfpr, prodotti in questi ultimi anni, con la quale le compagne cercano di dare un contributo ad un bilancio dell'esperienza di “Sommosse” Quale femminismo? Quale lotta organizzata delle donne serve?
L'anno 2011 è stato segnato da grandi e piccole battaglie, da focolai di rivolta che il moderno fascismo si è affrettato a liquidare con la repressione e sui quali il fascismo padronale e le forze della conciliazione, a destra e a sinistra, cercano, come sempre, di rovesciare "macchine del fango" fino a farli spegnere.
Ma la battaglia di Roma ha imposto una svolta storica a questo percorso. Ha detto a chiare lettere che "tutta questa rabbia è il solo futuro che abbiamo".

Il 28 gennaio si prepara, dopo tanti tentennamenti, lo sciopero dei metalmeccanici indetto dalla FIOM, mentre la Camusso dichiara di essere pronta a scavalcare la Fiom e a firmare al suo posto l'accordo di Mirafiori.
Già nel 2008 Susanna Camusso tentò di parlare a nome di tutte le donne in nome della conciliazione, ma le donne non caddero in trappola e scelsero il conflitto. "tra la festa, il rito e il silenzio scegliamo la lotta" era la parola d'ordine per l'8 marzo e il Tavolo 4 lanciò la campagna per "Lo sciopero delle donne".
Uno sciopero generale/totale delle donne, a cui la situazione attuale non può che dare ragione di compiersi.

Tante di queste donne sono ora scomparse tra le Sommosse, ma sono presenti in tutti i momenti di lotta, da quelli per il lavoro, contro la precarietà, a quelli per il diritto alla salute, alla cultura, alla casa, al reddito, alla sicurezza, al futuro.

In questo contesto si impone, per le femministe, un bilancio e una prospettiva:
Quale femminismo? Quale lotta organizzata delle donne serve? L'mfpr rilancia intanto la campagna per lo sciopero delle donne.

Qui potete scaricare il Contributo ad un bilancio dell'esperienza di “Sommosse”
Qui potete scaricare il manifesto per lo sciopero delle donne we want sex - we want everything

06/01/11

Un'altra donna uccisa. Indagato un tecnico della questura di Ascoli Piceno

6 gennaio 2010-ANSA

ASCOLI PICENO - Si deve a due cani da tartufo, che ieri passeggiavano sul Colle San Marco - a una quindicina di km da Ascoli - insieme ai padroni, la svolta nel giallo della scomparsa di Raffaella Goffo, la funzionaria della prefettura di Ancona che si era come dissolta nel nulla otto mesi fa.

Sono stati i due animali a disseppellire le ossa di una donna, affiorate con brandelli di tessuto dal terreno accanto a un albero, in una pineta all'inizio del Bosco dell'Impero, e quei resti potrebbero essere proprio di Rossella, ipotesi rafforzata dal riconoscimento di un braccialetto da parte del marito. Per l'omicidio e' da tempo indagato dalla procura di Ancona un tecnico della questura ascolana, Alvaro Binni, che con la Goffo aveva avuto una relazione. Oltre al monile, su cui era incisa una data particolare, il marito Roberto Girardi, un pediatra di Adria (Rovigo), paese di cui era originaria anche la funzionaria, ha riconosciuto un giubbetto. L'altro indumento repertato e' un paio di jeans. La sparizione, ai primi di maggio del 2010, di Rossella, 47 anni, madre di due figli grandi, era stata inizialmente attribuita a un allontanamento volontario. La donna era tornata dal Veneto ad Ancona il 3 maggio, per riprendere il lavoro; il giorno dopo aveva incontrato Binni, 41 anni, sposato e padre di 4 figli, con cui c'era stato un diverbio. La Goffo era stata vista entrare e uscire dalla prefettura, poi piu' nulla. La sua auto era rimasta nel parcheggio della prefettura; nella sua stanza, in un appartamento affittato con delle studentesse in via Fazioli, non c'erano effetti personali. Nell'auto pero' erano stati trovati documenti intestati a lei, ma con la data di nascita contraffatta, in modo da farla apparire piu' giovane, come, con nomi diversi, la funzionaria veneta compariva anche con una serie di profili su Facebook. Rossella e Binni si erano conosciuti a Rovigo, dove entrambi lavoravano. Lui risiede a Ascoli e per stargli piu' vicino lei aveva chiesto il trasferimento ad Ancona. Un sentimento, quello della donna, a senso unico, ha sempre sostenuto il tecnico, che era arrivato a denunciarla per stalking. Gli investigatori ipotizzano come movente la volonta' di Binni di non mettere a rischio la propria famiglia, anche se l'uomo, difeso dall'avv. Nazario Agostini, sostiene che tra lui e la funzionaria c'era solo amicizia e che pertanto la Goffo non avrebbe potuto rappresentare una minaccia. La zona in cui e' stato ritrovato il corpo non era fra quelle battute a suo tempo alla ricerca del cadavere. Secondo gli inquirenti, infatti, la donna era quasi certamente morta, attirata da Binni ad Ascoli, dove il tecnico risiede, e qui uccisa. Ma molti sono i punti ancora da chiarire: il luogo del ritrovamento e' frequentato da sportivi, famiglie e coppiette, particolare che sembra incompatibile con l'ipotesi di un omicidio progettato meticolosamente (Binni e' accusato di omicidio volontario premeditato). Si tratta pero' della stessa area da cui erano partite alcune chiamate a uno dei cellulari della donna, agganciate dalla 'cella' del vicino monte Ascensione. Telefonate fatte proprio dall'uomo, ipotizzano gli investigatori, per trovare il telefono al buio. E fa pensare anche la scarsa profondita' di seppellimento del corpo, dovuta forse al fatto di aver dovuto agire in fretta e al buio. ''La nostra linea difensiva non cambia'', ha commentato Agostini, annunciando che si opporra' alla richiesta di proroga delle indagini fatta dal pm di Ancona Irene Bilotta. Sabato, intanto, summit in Procura ad Ascoli, per decidere sulla prosecuzione delle indagini. Lo stesso giorno dovrebbe arrivare ad Ascoli anche il marito della Goffo: ''Il mio assistito - ha detto il suo legale Claudio Sartori - non ha mai perso la speranza di rivedere la moglie, anche se piu' passava il tempo piu' capiva che sarebbe stato difficile. Voleva prendere l'auto e andare subito ad Ascoli, ma e' talmente sconvolto che anche la polizia gli ha consigliato di stare a casa.