29/05/10

Sciopero coop a Palermo

Forte, combattivo, colorato per le tante bandiere rosse lo sciopero delle lavoratrici e lavoratori delle cooperative sociali di Palermo, scesi in corteo ieri mattina bloccando la vie del centro di Palermo da Piazza Massimo fino alla sede della Provincia.

IL SOLO "ACCREDITAMENTO" CHE VOGLIAMO E' LAVORO SICURO E STABILE
NO PRECARIETA' E DISOCCUPAZIONE
VOGLIAMO LA STABILIZZAZIONE
IL POSTO DI LAVORO NON SI TOCCA LO DIFENDEREMO CON LA LOTTA
SE NON CAMBIERA' LOTTA DURA SARA'
GOVERNI LOCALI E NAZIONALI VI CACCEREMO VIA

Questi alcuni degli slogan che i lavoratori hanno gridato durante tutto il corteo armati di fischietti, cartelli, striscioni e volantini attraverso i quali hanno distribuito ai passanti, ai negozianti una lettera aperta contenente le ragioni della protesta e dello sciopero: No all’avvio della procedura di accreditamento che verrebbe a creare nuova precarietà e non stabilità lavorativa ai tanti lavoratori e lavoratrici che da anni svolgono il servizio di assistenza igienico/personale agli alunni disabili nelle scuole superiori Per la continuità lavorativa e retribuita per tutto l’anno Basta rinvii da parte della Provincia ma risposte certe ! Da giugno siamo senza lavoro!!! Durante il corteo le lavoratrici e i lavoratori a turno al megafono sono intervenuti denunciando la condizione di precarietà e sfruttamento che per anni hanno subito con ricatti e minacce di licenziamento, di essere un altro tassello che si aggiunge ad un mosaico molto più grande che vede non solo nella città di Palermo ma in tutto il paese migliaia di altri lavoratori, operai, precari, disoccupati attaccati dalle politiche antipopolari dei governi nazionale e locale che scaricano la crisi generale sulla loro pelle come è stato denuciato anche alla grande assemblea di Napoli del 21 maggio, organizzata dai disoccupati di Napoli e di Taranto, che alcuni lavoratori delle coop sociali, che vi hanno partecipato, hanno in questa occasione ricordato. In particolare forte solidarietà è stata espressa agli operai della Fiat di Termini Imerese di cui una piccola delegazione ha partecipato allo sciopero e sfilato per tutto il corteo insieme alle lavoratrici e lavoratori delle coop che hanno invitato forte gli operai a prendere in mano la loro lotta dicendo a gran voce "LA VOSTRA LOTTA NON PUO' CHE RAFFORZARE LA NOSTRA!!!" Alla Provincia i lavoratori hanno presidiato il palazzo per alcune ore continuando con gli interventi al megafono, gli slogan e il volantinaggio mentre una delegazione venive ricevuta a Palazzo Jung dal Presidente del Consiglio Provinciale Tricoli che si è impegnato a convocare a breve una conferenza di servizio con presenti tutti i gruppi consiliari e i lavoratori per discutere le loro problematiche in prospettiva dell'approvazione del nuovo bilancio, visto che la Regione ha già stanziato le risorse finanziarie. Il presidente della provincia Avanti che dopo l'incontro alquanto movimentato del 20 Aprile scorso non si è reso più disponibile ad incontrare i lavoratori, impauritosi per l'arrivo delle lavoratrici e lavoratori in sciopero a Palazzo Comitini ha fatto chiudere subito il portone del palazzo della Provincia che a seguito delle forti proteste dei lavoratori è stato poi riaperto. Ha quindi fissato con i lavoratori un incontro per il prossimo 22 giugno Ampio spazio ha avuto lo sciopero dei lavoratori coop sui quotidiani di oggi e in diverse televisioni locali.

LA LOTTA CONTINUA...

Lavoratrici e lavoratori Cooperative Sociali organizzati nello Slai Cobas per il sindacato di classe Palermo

Nella manovra le donne più attaccate

Nell'odiosa manovra che il governo Berlusconi sta varando la condizione delle donne viene attaccata da più provvedimenti.
Per l'allungamento delle pensioni che ha al centro l'accelerazione dell’allineamento dell’età di vecchiaia delle donne con quella degli uomini, per portarla a 65 anni, facendo subito salire di un anno l’età per le lavoratrici statali;
per il taglio delle spese nella scuola dove la maggioranza sono donne che si concretizzerà in blocco delle assunzioni ma anche in licenziamenti (vedi insegnati di sostegno e lavoratrici delle pulizie);
per i tagli ai Comuni e Regioni che si trasformeranno immediatamente in tagli ai servizi, asili, strutture sanitarie; per i tagli diretti alla sanità.

Da un lato con l'allungamento dell'età pensionabile non si riconosce alle donne il doppio lavoro, dall'altro contemporaneamente si aumenta questo doppio lavoro, scaricando sulla famiglie e quindi sulle donne il peso dei servizi tagliati, come il peso di dover far quadrare ogni giorno salari ridotti all'osso e aumento dei prezzi, delle tariffe, dei costi dei servizi sociali.
Mentre alle lavoratrici del PI si costringe a restare al lavoro fino a 65 anni, ad altre si tagliano i posti di lavoro, con un "ritorno in casa" che le rende totalmente dipendenti dalla famiglia.

Contro questi inaccettabili provvedimenti che per le donne uniscono peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita ad aumento dell'oppressione, non possiamo delegare la risposta ai sindacati.
Cisl e uil già anticipano che possono accettare questi sacrifici se equamente vengono distribuiti; la cgil indice iniziative di facciata, ma Epifani subito dà la disponibilità a sedersi ai Tavoli in maniera responsabile; nel Pubblico Impiego, poi, i sindacati autonomi dicono sciocchezze solleticando gli istinti corporativi e opportunisti di parte del personale e proponendo niente scioperi, niente lotte ma inutili petizioni.
I sindacati di base, RdB/cobas indicano manifestazioni/sfilate "rigorosamente" di sabato, quando la protesta non può attaccare i centri di potere politico e economico.
Molti si propongono come bravi/sciocchi risolutori di strade alternative.

Noi pensiamo, invece, che ad attacco complessivo dobbiamo rispondere con una lotta complessiva, dura e prolungata, sui posti di lavoro come nei quartieri, come nelle case.
CON UNO SCIOPERO TOTALE DELLE DONNE.

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

06/05/10

Al fianco di Joy


Appello alle femministe, alle/agli antifasciste/i, alle/agli antirazzisti per costruire un presidio al Tribunale di Milano l'8 giugno AL FIANCO DI JOY, HELLEN...E DI TUTTE LE MIGRANTI E I MIGRANTI

Il 12 febbraio le migranti nigeriane Joy, Hellen, Priscilla, Debby, Florence di notte, sono state rilasciate dalle carceri dove stavano scontando la condanna per aver preso parte alla rivolta di tanti migranti scoppiata nel CIE di Corelli a Milano, la scorsa estate, per l'estensione della permanenza nei CIE, contro una pesante condizione di oppressione e repressione che per le donne migranti significa anche subire molestie e violenza sessuale.

Durante il processo Joy ha avuto il coraggio di denunciare il tentativo di stupro da parte dell'ispettore-capo del CIE Addesso, evitato grazie all’aiuto della sua compagna di reclusione Hellen.

Per un perverso meccanismo carcere-Cie sono state riportate in altri Cie, si è temuto e si teme fortemente il rischio che vengano espulse dall’Italia e rimandate nel loro paese di origine.

Come femministe, lavoratrici abbiamo da subito, nella grandiosa manifestazione del 24 novembre 2007 a Roma, denunciato l'uso strumentale che si voleva fare delle violenze contro le donne per far passare il vergognoso pacchetto sicurezza, le politiche securitarie, razziste e moderno fasciste del governo.

NON IN NOSTRO NOME! in diverse città quest'anno, nella giornata-simbolo della violenza contro le donne del 25 Novembre, sono state denunciate le violenze subite dalle donne migranti nei CIE.

Il 12 febbraio c’è stata una forte mobilitazione delle donne, delle femministe, dei comitati antirazzisti che si sono schierati al fianco ed in difesa di Joy, Hellen e delle migranti in lotta per esprimere concreta e fattiva solidarietà; la mobilitazione continua in tante città ha contribuito a far sì che Joy, Hellen e Florence non siano ancora state deportate anche se purtroppo diversi /e uomini e donne provenienti dalla Nigeria sono stati/e rimpatriati dal Cie di Ponte Galeria.

Delle 5 donne condannate per i fatti di via Corelli a tutt'oggi solo una di loro è stata liberata.

Stanca di subire non solo la lunga detenzione, ma anche l'incertezza del suo futuro di recente Joy, per rompere l'isolamento, le attese deluse (come vittima di tratta avrebbe diritto a un percorso di protezione) ha anche tentato il suicidio nel Centro di identificazione di Modena in cui è attualmente detenuta.

L'8 giugno si terrà l'incidente probatorio tra Joy, Hellen e Vittorio Adesso, in merito alla denuncia di tentato stupro da parte dell'ispettore, durante la detenzione di Joy nel Cie di Corelli.
Di seguito riportiamo stralci dell'appello lanciato non appena conosciuta la data: “..Già da oggi lanciamo la proposta di presidio per l'8 giugno davanti al Tribunale in sostegno di Joy a cui mandiamo anche in questa occasione la solidarietà. Non possiamo non denunciare come si usino demagogicamente due pesi e due misure: la ministra Carfagna si riempie tanto la bocca con il suo decreto antistalking, in difesa delle donne vittima di violenze, ma Joy che denuncia l' Ispettore di Corelli viene tenuta ancora oggi all'interno dei Cie.

Costruiamo, a partire da oggi, una manifestazione al Tribunale per l'8 giugno:


Vogliamo: Joy libera Adesso arrestato!

E’ necessario continuare la mobilitazione per fermare le deportazioni, per richiedere a gran voce il permesso di soggiorno per Joy, Hellen, sostenendo con forza la loro denuncia contro le violenze sessuali che accadono dentro i CIE, e per tutte le migranti e i migranti perché le ragioni legittime che hanno portato le migranti e i migranti alla rivolta nel CIE di Via Corelli Milano, e non solo, sono ancora più pressanti.

Ma, soprattutto, oggi bisogna sostenere Joy nel processo per stupro: sappiamo bene già per le donne italiane quanto sia difficile fare una denuncia per stupro, quanta riprovazione, isolamento sociale ricevono a meno che gli stupratori non siano immigrati: immaginiamo cosa possa significare per Joy sostenere una denuncia per tentato stupro di un ispettore, cosa possa significare essere detenuta nel Cie.

Permesso di soggiorno per Joy e le altre
Processo per il tentato stupro
Contrastare concretamente e sul campo
sessismo, razzismo, moderno fascismo!

movimento femminista proletario rivoluzionario milano
4 maggio 2010
Per sottoscrivere, aderire all'appello: mfprmi@libero.it

Taranto sgomberata la tenda - la lotta continua

comunicato stampa

Uno sgombero incivile e violento della tenda per il lavoro in piazza castello è stato attuato dai vigili e polizia questa mattina i disoccupati organizzati dello slai cobas per il sindacato di classe hanno opposto una tenace, dignitosa, civile resistenza a tutto questo convinti come sono che si vuole torglierli di mezzo, impedirgli che la loro presenza quotidiana e costante alla tenda tenesse alta l'attenzione alla necessità del lavoro subito per chi in questa città non ne ha, non lo ha mai avuto, lo ha perso pur avendo famiglie e figli da mantenere si vuole impedire la pressione quotidiana verso Sindaco, giunta, istituzioni, per rispettare impegni subito e dare soluzioni parziali e generali al problema i disoccupati organizzati in questi giorni sono stati giorno e notte alla tenda con grandi sacrifici in particolare delle donne disoccupate, non hanno fatto alcun atto di violenza o di inciviltà mentre ne hanno subiti parecchi in tutta questa lotta ieri quando hanno buttato la spazzatura dei cassonetti davanti al portone del comune, lo hanno fatto per mostrare alla cittadinanza e alla stampa cosa è la raccolta differenziata, come si fa non certo per sporcare il comune hanno fatto una protesta creativa e civile come se ne fanno tante nel nostro paese hanno voluto per l'ennesima volta evidenziare che in questa città la pulizia della città e la raccolta differenziata non è presa sul serio, e che i piani che chiediamo e promessi da Vendola, finanziati dalla Regione, approvati da Provincia e ATO sono urgenti e necessari e richiedono un passo davvero più serio e deciso per dare lavoro a 200 disoccupati a questa protesta si è risposto con la violenza dello sgombero e il sindaco Stefano è direttamente responsabile di questo e ne deve rispondere non solo ai disoccupati organizzati dello slai cobas per il sindacato di classe , ma a tutta la città

a casa non ce ne andiamo la tenda la rivogliamo
chi semina vento raccoglie tempesta
la lotta per il lavoro si ferma con il lavoro non con la repressione

oggi alle 17 assemblea generale alla TENDA SGOMBERATA in piazza Castello per decidere le nuove iniziative insieme a tutti coloro che vorranno solidarizzare e lottare con noi

disoccupati organizzati
slai cobas per il sindacato di classe
tenda sgomberata taranto
4 maggio 2010