12/08/09

Pensioni donne - non stiamo zitte!

Non dobbiamo considerare ormai persa la partita (tra l'altro come lotte ancora non iniziata) - dopo la pubblicazione del decreto dobbiamo utilizzare i 90 giorni in cui il parlamento può convertirlo in legge o farlo decadere; e comunque la nostra vita, le nostre lotte non possono essere limitate dai tempi legislativi. Nello stesso tempo, non dobbiamo aspettare o delegare la mobilitazione ai sindacati di base ( che nell'assemblea nazionale dello scorso novembre sono arrivati a cassare dalla piattaforma finale la proposta di mobilitazione fatta dalle delegate e lavoratrici del Patto di base) o alla cgil (che al di là dei distinguo non ha finora dato prova di coerenza fino alla lotta, fino ad un effettiva rottura con "la politica (antilavoratori) di unità sindacale". Non possiamo delegare anche perchè per noi donne questa lotta non è solo sindacale, vogliamo anche ora unire la lotta come lavoratrici alla lotta come donne.

LANCIAMO NELLA SECONDA META' DI SETTEMBRE - PER VENERDI' 18 SETTEMBRE - UNA GIORNATA DI LOTTA, CON SCIOPERI (anche di poche ore), PRESIDI, MOBILITAZIONI. PORTIAMO SOTTO/DENTRO LE PREFETTURE GLI STRUMENTI CHE ALLUNGANO LE NOSTRE GIORNATE, ANNI DI LAVORO: PENTOLE, SCOPE, ECC.

MFPR - Taranto

NO ALL'AUMENTO DELL'ETA' PENSIONABILE DELLE DONNE! POSSIAMO ANCORA E DOBBIAMO IMPEDIRLO!

Con il decreto anticrisi il governo ha varato la controriforma per l'aumento dell'età pensionabile delle donne. Il pretesto è quello di dare corso ad una sentenza della Corte di Giustizia Europea riguardante la parità di trattamento economico tra lavoratori di sesso diverso, dal 2010 l'età per andare in pensione dele lavoratrici del Pubblico Impiego sarà elevata di 1 anno ogni 2 fino a portarla a 65 anni; ma, guarda caso, né questo né i Governi precedenti, hanno, invece, dato applicazione ad un’altra sentenza della Corte riguardante i riconoscimento dell’anzianità di servizio per le lavoratrici precarie, e si nasconde che la legislazione attuale non vieta affatto ad una donna di scegliere di andare in pensione a 65 anni. Questo provvedimento colpisce tutte le donne e tutti i lavoratori; dopo il Pubblico Impiego, come già annunciato dal governo, toccherà a tutti i settori privati. Dietro le ipocrite dichiarazioni sulla “parità”, c'è solo la realtà vera di un taglio rilevante alla spesa pensionistica sulle spalle delle donne, non solo in termini di allungamento degli anni per il pagamento delle pensioni, ma soprattutto, temiamo noi, di risparmio secco perchè se andasse avanti questa proposta la maggiorparte delle donne non arriverebbe mai alla pensione. Il governo, poi, non dice che oggi sempre più la maggioranza delle donne o per lavori precari o perchè vengono per prime licenziate non arriva neanche ai 60 anni, figurasi ai 65. La condizione femminile in Italia è la peggiore d’Europa per disoccupazione, salario, iter di carriera, anni di lavoro, pensioni, per non parlare delle donne immigrate che spesso dimentichiamo. Si sciacquano la bocca di “parità”, di eliminare le “discriminazioni”, ma si guardano bene di eliminare la fonte di tutte le discriminazioni, il lavoro domestico, il peso tutto sulle donne della famiglia, del lavoro riproduttivo, dei servizi sociali. Si nasconde miseramente che le donne da sempre lavorano di più, arrivando a fare come minimo 60/65 ore settimanali tra attività sui posti di lavoro e lavoro in casa non pagato. Il lavoro di cura e il lavoro domestico, il lavoro riproduttivo si somma a quello produttivo, e fa sì che il governo risparmia sui servizi sociali, sulla scuola e sanità, ect. La realtà è che in questa crisi provocata dai padroni le donne già stanno pagando per prime il prezzo più alto. Denunciamo anche che i sindacati confederali, a parte la cgil che però non ha indetto finora nessuna concreta mobilitazione, hanno appoggiato questo aumento dell'età pensionabile; i loro partiti di riferimento, di centrosinistra ne condividono appieno le ragioni.

NOI DIRETTAMENTE COME DONNE LAVORATRICI, PRECARIE, DOBBIAMO OPPORCI A QUESTO ATTACCO! IN TUTTE LE FORME, ANCHE CON CREATIVITÀ, DOBBIAMO IMPEDIRE CHE QUESTO DECRETO DIVENTI DEFINITIVO. LO DOBBIAMO FARE SUBITO, LO DOBBIAMO FARE SOPRATTUTTO QUEST'AUTUNNO NEL PERIODO IN CUI IL DECRETO DEVE PASSARE PER IL PARLAMENTO PER LA SUA TRASFORMAZIONE IN LEGGE.

LAVORATRICI ISPETTORATO DEL LAVORO - TARANTO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE cobasta@fastwebnet.it Taranto – 1.8.09

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